Timone Yachts Group sbarca in Albania
- 25 July 2024
Quando si parla di yacht design non sono solo le linee accattivanti degli esterni a fare la differenza. Le imbarcazioni di oggi assomigliano sempre di più ad abitazioni dal taglio sartoriale e gli armatori desiderano sentirsi avvolti da spazi confortevoli e materiali raffinati, con un occhio sempre più attento alla sostenibilità.
DN ha intervistato Margherita Casprini, interior designer di Francesco Paszkowski Design, per scoprire le ultime novità in merito alla progettazione di interni.
“C’è senz’altro qualche nuovo materiale che varie aziende stanno sperimentando per andare nella direzione della sostenibilità e della leggerezza, a bordo è sempre importante tenerne conto. Credo però che la cosa più interessante degli ultimi anni sia trattare i materiali tradizionali in maniera diversa, sfruttando le nuove tecnologie per lavorare ad esempio il legno, il cuoio, la pelle, con risultati diversi rispetto a quelli che c’erano prima”.
“Collaboro con lo studio Paszkowski da ormai 17 anni. Nello studio si affronta il progetto dell’imbarcazione a tutto tondo. Della parte degli esterni si occupa Francesco Paskowski, dai primi bozzetti fino alla realizzazione della barca. Certo è che condividiamo, fin dall’inizio, il progetto nella sua interezza e questo credo essere uno dei nostri punti di forza”.
“Nasce da una passione personale. Sono laureata in architettura a Firenze, in una facoltà molto tradizionale, legata alla storia, alla conservazione del patrimonio, al restauro, quindi molto distante dal mondo della nautica. Per passione ho però sempre vissuto il mare in barca. Tutt’ora il mio tempo libero amo passarlo in barca a vela e sto trasmettendo questa passione anche ai miei figli. Questo mi ha portato, una volta finito il percorso degli esami universitari, a chiedere una laurea con un progetto di barche.
Ai miei tempi non c’era un dipartimento che si dedicasse al design nautico. Ho avuto molta fortuna ad incontrare un architetto professore che mi ha instradato e supportato: Guido Spadolini. Mi ha insegnato tantissimo, mi ha aperto la strada verso un approccio all’architettura diverso, curioso, divertente, e mi ha permesso di laurearmi con un progetto di una barca a vela di 60’, cosa impensabile all’Università di Firenze.
Da lì, tramite un concorso su un progetto premiato al Salone Nautico di Genova, sempre su una barca a vela, sono arrivata ad avere un contatto con i cantieri Sanlorenzo, con i quali ho iniziato a collaborare sul primo loro 40 metri in acciaio e alluminio, il 40 Alloy. Così ho conosciuto Francesco, era lui che ha disegnato la barca e io dovevo occuparmi degli interni e del rapporto con i clienti. Da lì è partito tutto”.
Guarda tutta l’intervista nel nostro video.