I passi avanti della nautica verso un futuro più “green”: cosa manca e cosa è già realtà

I porti italiani possono diventare nuovi hub energetici grazie alla transizione

17 April 2024 | di Redazione Daily Nautica

Minaccia e ambiente: due parole che oggigiorno vanno tristemente a braccetto, viste le preoccupanti ripercussioni che le attività dell’uomo stanno avendo non solo sulla tanto amata Terra ma anche sul delicato equilibrio che la lega alla sua atmosfera, determinando disfunzioni sul clima, sulla composizione dell’aria che respiriamo, sugli ecosistemi e chi più ne ha più ne metta. Argomento estremamente attuale, la minaccia ambientale spinge inevitabilmente a porre in essere dei cambiamenti che possano rallentare e, se possibile, invertire questa inquietante tendenza.

Se fino a pochi anni fa termini come “verde”, “ecosostenibile” o “ecocompatibile” trovavano un impiego pressoché nullo nelle nostre conversazioni, oggi fanno parte e devono essere protagonisti del nostro linguaggio quotidiano. Molti li hanno adottati per amore dell’impegno collettivo verso la sostenibilità, altri li usano perché parlarne è “à la page”. In questo articolo ci dedicheremo alla tendenza ecologista nel suo aspetto più virtuoso, concentrandoci sulle sue applicazioni nel campo della nautica.

E-mobility su terraferma e per mare: stiamo andando nella giusta direzione

Avete mai sentito parlare di e-mobility? Probabilmente sì, e quasi tutti avrete visto (senza sentirla arrivare!) una moderna vettura elettrica lungo la strada. Sono stati molti gli sforzi e i progressi fatti in questo ambito e, nonostante le nuove auto non trovino ancora un’applicazione diffusa, incuriosiscono chi può acquistarne una ed entusiasmano chi la possiede già. Se ne incontrano innegabilmente molte in alcune città, a conferma che l’impegno profuso inizia a dare i suoi risultati. Senza contare che se fino a ieri una capillare rete di rifornimento era un’utopia, oggi la situazione appare finalmente ben diversa.

Dopo l’esempio dato sulla terraferma con la crescente produzione e distribuzione di veicoli elettrici supportati da adeguate stazioni di ricarica, le autorità internazionali rivolgono ora lo sguardo al mare, per rallentare e sperare di correggere la drammatica incidenza delle azioni umane sull’ambiente. Negli anni più recenti qualcosa di buono in tal senso è stato fatto ma ha riguardato prevalentemente traghetti e grandi navi. Sebbene ciò rappresenti comunque un passo concreto verso l’elettrificazione del settore marittimo, per una transizione completa occorre cambiare le abitudini ed estendere questi interventi a tutte le unità galleggianti, dalle commerciali a quelle dedicate al leisure, visto l’impatto significativo del diporto sull’inquinamento.

Barche elettriche: anche le loro batterie necessitano di stazioni di rifornimento

La costruzione di barche elettriche è stata avviata. Da un lato molti cantieri navali hanno adeguato la loro filiera produttiva creando dipartimenti dedicati, dall’altro proliferano start up e nuovi player specializzati nella costruzione di barche elettriche. Posto che in Italia le intenzioni di far bene e meglio ci siano tutte e che la direzione in cui stiamo andando rappresenti già di per sé un fatto estremamente positivo, emerge una nuova questione: le batterie elettriche vanno alimentate frequentemente ma dove ricarichiamo il motore della nostra barca?

E qui il punto di domanda, con tutte le sue incognite, si fa grande. Le stazioni di rifornimento elettrico sui nostri litorali, sebbene esistano già (anche se prima di questo articolo io stessa non sapevo dove fossero ubicate!), non sembrano essere sufficienti a soddisfare le esigenze. In altri termini, ci stiamo prodigando per dirottare le scelte degli armatori sulle e-boat ma occorre parallelamente adeguare i nostri porti a questo processo. L’apparente disorganizzazione delle strutture costiere è infatti un’insidia che scoraggia l’acquisto di un’imbarcazione di nuova generazione e questo non è un problema da poco. Occorrono le infrastrutture. A oggi, come ho anticipato, le coste italiane non sono del tutto sprovviste delle cosiddette “colonnine” per la ricarica delle barche ma occorre un impegno capillare in termini di fornitura di energia e di installazione di strutture atte a distribuirla.

L’impegno di aziende e porti per l’elettrificazione

Un eccellente contributo è stato offerto dalla società britannica Aqua superPower, pioniera del settore che punta alla creazione di un “corridoio elettrico” e che ha già installato in Italia una rete di paline di rifornimento nella laguna di Venezia, culla del cosiddetto e-Dock, un’infrastruttura di ricarica a doppia funzione: ormeggiare e ricaricare. Sempre Aqua ha garantito ai naviganti un collegamento in elettrico da Ventimiglia a Monaco. Nel 2022 anche Enel ha annunciato a Genova, città leader della Blue Economy, un interessante pacchetto di soluzioni che favoriscono l’elettrificazione del settore marittimo e, presso il Molo Umberto I di Portofino, ha inaugurato Enel X Way, la prima infrastruttura di ricarica fast della Liguria.

Oltre a Veneto e Liguria, anche la Puglia è molto attiva in questo senso e i suoi porti stanno procedendo verso la conversione. Alla fine dello scorso anno poi il porto turistico di Marina di Stabia, nel Golfo di Napoli, ha installato la prima postazione di ricarica. E ancora Livorno, Cagliari, Ancona, Civitavecchia e Trieste, solo per fare alcuni esempi, si stanno adoperando per intraprendere iniziative in favore dell’efficientamento e della sostenibilità. Un altro segnale importante arriva dalla società norvegese Plug, già leader nel Nord Europa, che sta lavorando insieme alle connazionali Kempower ed Evoy ad un progetto di elettrificazione per creare interessanti partnership con i porti italiani, che sapranno rivelarsi un utile stimolo per la concorrenza.

Parallelamente all’adeguamento delle strutture portuali a questo processo di transizione, occorrerà però pensare di garantire alle imbarcazioni un’autonomia in caso di lunghe traversate. Come? A mezzo di vere e proprie stazioni di ricarica galleggianti. Un’idea ambiziosa che sta prendendo forma grazie ad aziende come Stillstrom, società appartenente al colosso danese Maersk, operante nei settori del trasporto marittimo, della cantieristica navale e dell’energia (oltre, a quanto pare, della navigazione green), che ha progettato apposite boe in mezzo al mare alle quali le navi possono attaccarsi approfittando dei momenti di non navigazione imposti dalle rotte e dal traffico marittimo. Facile prevedere che in un prossimo futuro possano rifornire anche barche private impegnate in lunghe percorrenze.

Che dire, nonostante quel sano scetticismo che fino a poco tempo fa aveva caratterizzato anche il campo dell’automotive, sembra che stiamo andando nella giusta direzione. Il passo successivo sarà quello di sfruttare energie rinnovabili, autoprodotte nelle aree costiere e, perché no, dai porti stessi: immaginate se potessero sfruttare turbine sommerse o microturbine eoliche ad asse verticale. Hanno a portata di mano il mare, il vento e il sole, la materia prima necessaria per valorizzare l’energia naturale in prossimità delle coste e produrre autonomamente quella necessaria per alimentare le proprie stazioni di ricarica, trasformandosi da semplici “energivori” a veri e propri produttori di energia. Dalla Puglia, regione pioniera a tal riguardo, arrivano già da tempo segnali interessanti. Ma andiamo per gradi e, almeno per il momento, auspichiamo la creazione di un’organizzazione costiera efficace ed efficiente, capace di accogliere prontamente i primi audaci armatori a bordo delle proprie imbarcazioni elettriche.

La transizione verso l’e-boating sta già accadendo

Concludo con un riferimento agli scettici, a coloro che comprensibilmente “storcono il naso” a sentir parlare di “elettrico”, affermando che anche per mare di passi avanti ne stiamo facendo. A quanto pare, anche se abbiamo ancora tanto da fare e da imparare, possiamo lasciarci andare al cambiamento, lento ma progressivo, che finalmente sta interessando il mondo dello yachting e guardare fiduciosi al prossimo futuro, quando, grazie ai motori elettrici, alle soluzioni di ricarica rapida e alle necessarie infrastrutture di terra, l’e-boating diventerà una realtà.

 

Priscilla Baldesi

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