SPECIALE TECNICA – L'alternatore non carica, cosa fare? PARTE UNO

Che sia un modello tradizionale o di ultima generazione, il vostro alternatore dovrà essere sempre in efficienza per caricare al meglio le batterie: ecco cosa controllare nel caso vi dia problemi

23 September 2013 | di Redazione Daily Nautica

Sono evidenti i vantaggi che, a bordo di imbarcazioni di piccole e medie dimensioni, garantisce un buon alternatore per la ricarica delle batterie: rispetto a un generatore ausiliario, più ingombrante, costoso e in grado di erogare al massimo 60-70 Ampère, i piccoli alternatori di ultima generazione (chiamati anche “di potenza”) arrivano tranquillamente a erogare dai 100 ai 270 A. Ovviamente differiscono rispetto ai tradizionali alternatori di derivazione automobilistica e, per offrire la massima resa a bordo, entrano in funzione anche quando i giri del motore sono bassi.

 

RAPPORTO GIRI ALTERNATORE / GIRI MOTORE

Se l’alternatore è ben installato, di norma il sistema di moltiplicazione fa sì che il rapporto tra i giri del motore e quelli dell’alternatore sia di 1:2 e che il dispositivo inizi a caricare già a partire dagli 800-1000 giri motore. Qualora l’alternatore smettesse di funzionare, però, potreste avere grossi problemi a bordo: il più classico è il motore che non si avvia, ma anche il non poter utilizzare gli strumenti.

 

SE L’ALTERNATORE NON CARICA?

Di solito il mancato funzionamento dell’alternatore è segnalato da una spia luminosa o da un allarme sonoro. Potete anche intuire che qualcosa non va qualora il contagiri desse dei segni di “sbarellamento” (attenzione che in alcuni motori il segnale del contagiri proviene dal volano e non dall’alternatore). Se non interverrete al più presto (il consiglio è quello di predisporre a bordo un alternatore di rispetto) c’è il rischio di scaricare in tempo breve le batterie, rovinandole irrimediabilmente. Il primo controllo da effettuare è quello relativo alla tensione: se avete a disposizione un voltmetro accendete il motore e misurate la tensione sui morsetti della batteria, spegnetelo e misuratela nuovamente. Se l’alternatore carica correttamente, il voltmetro indicherà una tensione di 13-14 V. A seconda delle differenti tipologie di batterie (ioni di litio, AGM, gel, piombo liquido) il limite di tensione al di sotto del quale perdono la loro efficacia varia, ma un voltaggio al di sotto dei 12 V è sintomo di qualcosa che non va in tutti i casi.

 

CAVI E CINGHIA

Visto il maggior amperaggio che gli alternatori di potenza sono in grado di offrire, i cavi che partono da entrambi i poli (positivo e negativo) del dispositivo sono più rigidi e presentano sezioni importanti: sono quindi soggetti a vibrazioni. Meglio che ne verifichiate lo stato regolarmente , assicurandovi che non ci sia gioco in prossimità dei morsetti e che siano adeguatamente protetti da vaselina: i più pignoli consigliano di eseguire l’operazione una volta al mese. Se questi sono lavori che potrete eseguire da soli, conviene invece far intervenire la manodopera specializzata qualora, a causa di un surriscaldamento (la temperatura di lavoro degli alternatori di potenza, in media, non deve superare i 90°, che si riducono a 70 per i modelli tradizionali), riscontraste la fusione dell’isolamento dei morsetti alla “carcassa” in alluminio dell’alternatore. Un ulteriore controllo che potrete effettuare è relativo alla tensione e all’allineamento della cinghia di distribuzione (classica, rigata o dentata), responsabile di far girare sia la pompa dell’acqua di raffreddamento che l’alternatore, perché se questa slitta la carica può risultare vana. Potete individuare a occhio nudo l’usura della cinghia, perché tende a sfilacciarsi. Un allineamento non ottimale è invece indicato da una bassa tensione: per individuarlo, non dovrete far altro che premere con un dito la cinghia in un punto equidistante dalle pulegge e verificare che il gioco non sia superiore al mezzo centimetro (uno per gli alternatori tradizionali). Sia che presenti segni di usura che di cattivo allineamento, la cinghia va sostituita il prima possibile.

 

Vedremo nella prossima puntata la sezione relativa ai regolatori e ai partitori di carica.

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