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- 2 April 2024
Un’azienda familiare, nata dal talento e dall’ingegno 100% made in Italy. Un ambiente giovane e dinamico dove l’investimento in ricerca e sviluppo di nuove soluzioni di prodotto gioca un ruolo fondamentale e in cui non mancano le collaborazioni con Università di eccellenza come Napoli e Pisa. E’ la CMC Marine, azienda attiva nella produzione e commercializzazione d’impianti di automazione navale di ultima generazione, divenuta famosa nel panorama internazionale per la rivoluzionaria intuizione dell’ingegnere navale Alessandro Cappiello, presidente e fondatore dell’azienda, di realizzare le prime pinne stabilizzatrici ad attuazione elettrica al mondo, presentate al Salone Nautico di Genova nel 2008. Daily Nautica è andata a Cascina, alle porte di Pisa, per conoscere dal vivo questa importante realtà italiana.
Facciamo un passo indietro. Era il 2005 quando Alessandro Cappiello, ingegnere navale con una radicata esperienza in ambito nautico decide di mettersi in proprio e fondare la CMC Marine, con sede a Como.
“Quando ho creato l’azienda – racconta Cappiello a DN – avevo 25 anni di lavoro alle spalle. La difficoltà inizialmente non è stata tanto quella di farsi riconoscere come ‘professionista capace di…’, ma di introdurre una nuova azienda nel mercato. Al tempo (nel 2005) è stato difficile introdurre un nuovo brand. Per tanti anni siamo stati più riconosciuti come ‘Cappiello e i suoi’, piuttosto che come CMC. Quella è stata la parte più lunga e più faticosa”.
Dopo i primi anni di lavoro, improntati alla realizzazione di impianti di pinne stabilizzatrici idrauliche e thruster, ecco arrivare finalmente, nel 2008, il momento giusto per presentare al mondo un’idea rivoluzionaria: passare dagli impianti ad attuazione idraulica a quelli ad attuazione elettrica. Nascono così i primi Stabilis Electra.
Il successo non si fa attendere: nel 2009 i primi impianti ad attuazione elettrica sono consegnati al cantiere Sanlorenzo. Nel 2010 la gamma rinnovata e ampliata riceve ordini dai principali cantieri italiani e l’anno successivo anche da quelli esteri. Stabilis Electra vince, nel 2011 il Dame Award e l’anno seguente l’intuizione dell’ingegner Cappiello ottiene il brevetto europeo.
“L’idea mi è venuta – ricorda Cappiello – quando mi sono messo davanti ad un foglio bianco e ho ragionato come un armatore chiedendomi cosa volessi da un impianto. La parte di innovazione deve rispondere a questa esigenza. Occorre tempo, prototipazioni, studi e nel frattempo l’azienda deve andare avanti. Per questo ho iniziato la CMC facendo impianti oleodinamici. Sono entrato nel mercato con una tecnologia che mi consentisse di prendere degli ordini e far “girare la macchina”.
“La ‘fortuna’ è stata la crisi economica. La crisi è come una medaglia: da una parte c’è lei e dall’altra c’è l’opportunità. Eravamo attivi come CMC già da qualche anno, avevamo dimostrato di saper lavorare bene. Avevamo credibilità e questo ha rafforzato la nostra proposta innovativa. I primi Stabilis Electra hanno incontrato molto velocemente i favori di alcuni miei colleghi nei cantieri un po’ più attenti a ciò che succedeva, ma sono stati soprattutto gli armatori a capirlo e l’hanno fatto velocemente”.
Il fondatore di CMC Marine si è reso subito conto dell’importanza dell’intuizione avuta. “Bucava gli occhi – spiega- e la domanda che mi facevo non era tanto se poteva funzionare o meno ma, siccome era talmente evidente, come fosse possibile che nessuno ci avesse ancora pensato”.
Per far fronte alla domanda sempre crescente di prodotto, implementare i propri servizi e avvicinarsi strategicamente ad un’area importante della cantieristica come quella spezzina e dell’Alta Toscana, dove risiedono molti clienti dell’azienda, nel 2013 CMC decide di trasferire il proprio quartier generale e lo stabilimento di produzione nella provincia pisana.
Ad oggi CMC Marine può contare in Italia sul quartier generale di Cascina di Pisa, sull’impianto di produzione di Vicopisano, su un ufficio Ricerca e Sviluppo a Milano e su un nuovo impianto di produzione a Salerno, inaugurato a dicembre del 2023. A ciò si aggiungono due sedi estere: la CMC Marine Regno Unito, a Poole e la CMC Marine USA, con sede in Florida, a Fort Lauderdale, oltre a 33 centri tecnici in tutto il mondo.
Lo sguardo di CMC Marine è rivolto sempre verso il futuro. La ricerca per lo sviluppo di nuovi sistemi all’avanguardia è un punto importante nell’attività dell’azienda, tanto che in media, ogni anno, il 15% del fatturato di CMC Marine viene investito in progetti di R&S, settore per il quale nel 2019, a Milano, è stato aperto un ufficio dedicato, oltre che di rappresentanza.
Nascono così, ad esempio, nel 2017, i sistemi SR Short Range, HS High Speed e LR Long Range progettati, rispettivamente, per imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 20 metri, yacht plananti con velocità superiori ai 24 nodi e dislocanti o semi-dislocanti. Nel 2019 la nuova linea di stabilizzatori elettrici e ultracompatti Waveless, pensata per imbarcazioni a partire dai 12 metri di lunghezza, segna una svolta importante, perché fino a quel momento la produzione era concentrata solo su prodotti per yacht sopra i 16 metri. Nel 2023 vengono poi lanciati sul mercato nuovi sistemi giroscopici e le nuove pale LR 180 e LR 250, le più grandi pinne mai realizzate dall’azienda, dedicate a imbarcazioni dislocanti di oltre 70 metri.
Ad oggi sono oltre 2.500 i sistemi CMC consegnati, per un’azienda che può vantare un fatturato più che raddoppiato negli ultimi 3 anni. I prodotti di CMC Marine spaziano dalla serie Stabilis, con circa 30 possibili configurazioni, disponibili con attuatore elettrico e idraulico, alla serie di stabilizzatori elettrici e ultracompatti Waveless pensata per barche dai 12 metri di lunghezza, dalla serie Dualis di eliche di manovra a doppia elica controrotante, disponibili anch’esse con trasmissione elettrica o idraulica, alla serie di timonerie elettriche Directa.
Alla domanda se, con questi risultati, ci sia qualcosa che ancora sogna di realizzare in CMC, Alessandro Cappiello risponde: “Non esiste un momento in cui si sogna e un momento in cui non si sogna più. Si è fatti così oppure no. Io non mi vedo molto diverso da quando ho iniziato a lavorare. Nel mio futuro ho una sola idea che vorrei realizzare, sempre la stessa: continuare a divertirmi nel mio lavoro. Quando hai la fortuna di fare un lavoro che ti piace, non ti pesa. Certo, gestire un’azienda comporta delle responsabilità e delle rinunce ma vedere che riesci a progredire ogni anno è un motivo di grande soddisfazione”.