Team di ricercatori guidato da Robert Ballard ritrova la prua dell’USS New Orleans
L'USS New Orleans finì sulla traiettoria di un siluro Long Lance giapponese che recise 46 metri della sua prua
L'USS New Orleans finì sulla traiettoria di un siluro Long Lance giapponese che recise 46 metri della sua prua
L’USS New Orleans fu un incrociatore pesante della US Navy che ebbe una gloriosa storia durante la Seconda Guerra Mondiale. Attaccato dagli aerei giapponesi a Pearl Harbour il 7 dicembre 1941, partecipò nel 1942 alla battaglia del Mar dei Coralli, a quella delle Isole Salomone e il 30 novembre a quella di Tassafaronga, impegnando una forza di cacciatorpediniere giapponesi di scorta.
Costretto ad accostare per evitare la collisione con l’ammiraglia Minneapolis colpita da due siluri, finì a sua volta sulla traiettoria di un siluro Long Lance giapponese che recise 46 metri della sua prua vicino alla torretta numero due. Oltre un quarto della nave sparì sotto le acque, 183 uomini dell’equipaggio morirono e durante l’affondamento alcune lamiere divelte colpirono l’elica di sinistra rendendola inutilizzabile.
I sopravvissuti, nonostante lo shock e la paura, non si persero però d’animo, con una storia divenuta epica. Viaggiando di poppa alla velocità di due miglia nautiche, si recarono nel porto dell’isola Tulagi, dove cercarono di stabilizzare e tenere a galla la nave costruendo un’intelaiatura di alberi di cocco. Andarono poi a Sidney, in Australia, dove i cantieri ricostruirono una prua posticcia e ripararono l’elica, e infine rientrarono negli Stati Uniti, sempre navigando di poppa. Dopo le riparazioni necessarie, l’incrociatore rientrò in servizio partecipando a tutte le battaglie seguenti fino alla fine del conflitto. La sua storia finì, invece, in modo inglorioso, con la demolizione avvenuta nel 1959.
Il ritrovamento
Il 7 luglio 2025 un team di esploratori guidato da Robert Ballard, a bordo della nave da ricerca Nautilus Live, ha ritrovato il relitto della sezione di prua del New Orleans utilizzando un veicolo sottomarino comandato a distanza. Le ricerche sono state effettuate da diverse organizzazioni, tra cui la NOAA Ocean Exploration, il Comando di Storia e Patrimonio Navale degli Stati Uniti, il governo delle Isole Salomone, il Centro per la Mappatura Costiera e Oceanica/Centro Idrografico Congiunto dell’Università del New Hampshire, l’Università del Rhode Island e colleghi giapponesi, australiani e neozelandesi.
La nave esplorativa Nautilus Live esplora regioni sconosciute dell’oceano alla ricerca di nuove scoperte, formando nuove generazioni di ricercatori e sviluppando innovazione tecnologica. Un’immersione di quattro ore condotta da un ROV ha permesso al team, composto da archeologi navali ed esperti storici, di analizzare i dettagli strutturali, la verniciatura e la configurazione delle ancore. La prua si trova ad una profondità di 675 metri e le immagini contengono dettagli che la identificano con sicurezza come quella dell’USS New Orleans, ad esempio il testo impresso sull’ancora con la scritta “Navy Yard”.
La missione fa parte della spedizione di Archeologia Marittima di Guadalcanal, guidata dal famoso Robert Ballard, colui che ha ritrovato i relitti del Titanic e della Bismarck. Il team sta conducendo rilievi nell’Iron Bottom Sound, dove tra l’agosto e il dicembre del 1942 si svolsero cinque importanti scontri navali nei quali persero la vita oltre 20.000 uomini tra alleati e giapponesi. Nelle furibonde battaglie affondarono 111 navi e 1.450 aerei, finiti in acque profonde. Ad oggi solo 30 delle navi militari disperse nell’area sono state localizzate.
Se amate leggere storie di mare, affondamenti e immersioni subacquee, non posso che rimandarvi alla lettura di “Storie Sommerse – Esplorazioni tra i relitti” e “Relitti e Meraviglie“, due volumi ricchi di immagini editi da Il Frangente di Verona.
Fonte foto: Ocean Exploration Trust Nautilus Live, NOAA
Argomenti: relitti