Nuova spedizione artica sul relitto della HMS Erebus

Il relitto della HMS Erebus si trova in buono stato di conservazione a 12 metri di profondità

7 February 2023 | di Paolo Ponga

Alcune navi sono entrate nel mito per le scoperte che hanno fatto, per i loro comandanti, per le storie irripetibili delle loro navigazioni. Altre, invece, sono conosciute e ricordate per la fine tragica che hanno subito, per essere finite sul fondo del mare con il loro equipaggio. A questa seconda categoria appartengono le HMS Erebus e Terror. Nate per l’esplorazione, fecero tre viaggi in Antartide alla scoperta, con grande successo, di nuove terre, tanto che due montagne di questo continente sono state chiamate con i loro nomi.

Nel 1845 si decise di utilizzarle per cercare il famoso “Passaggio a Nord-Ovest“, una via marittima che superasse il Nord America per raggiungere l’Oceano Pacifico. Furono rese più accoglienti per l’equipaggio, vennero rivestite da una placcatura in ferro per renderle più resistenti e dotate di motori a vapore da 15 KW ricavati da dei motori da locomotiva. All’esperto Sir John Franklin, ufficiale, esploratore e scrittore inglese, fu affidato il comando dell’Erebus, mentre a Francis Crozier quello della Terror.

Le due navi e i 129 uomini dell’equipaggio partirono da Londra il 19 maggio 1845 e furono avvistate per l’ultima volta nella Baia di Baffin il successivo 26 luglio. Poi scomparvero nel nulla. Le spedizioni organizzate per la loro ricerca ci misero anni a scoprire il mistero delle navi perdute, svelato grazie ad un resoconto di viaggio rinvenuto presso una comunità eschimese, che narrava le vicissitudini degli equipaggi fino al 25 aprile 1848.

Le navi erano arrivate all’isola di Beechey trascorrendovi l’inverno artico, poi erano ripartite, fino a rimanere bloccate nei ghiacci presso l’isola di Re Guglielmo. Qui venti marinai, tra cui lo stesso Franklin, avevano trovato la morte. I sopravvissuti avevano abbandonato le navi nella primavera del 1848 cercando di aprirsi la strada verso sud a piedi sul ghiaccio ma morirono nel tragitto.

Alla fine dell’estate 2014 il governo canadese riuscì finalmente a ritrovare i relitti grazie all’utilizzo del sonar e di robot sottomarini: l’Erebus, in particolare, si trova in buono stato di conservazione a 12 metri di profondità, in posizione verticale. Recentemente sono stati pubblicati i risultati dell’ultima campagna di ricerche, svoltasi la scorsa estate grazie all’attiva collaborazione di Parks Canada con i Guardiani Inuit della Nattilik Heritage Society di Gjoa Haven.

Si tratta di un’importantissima forma di collaborazione con le popolazioni locali, un esempio per altre ricerche nel resto del mondo. In questo caso i Guardiani Inuit hanno svolto un ruolo chiave nella logistica e nelle operazioni primaverili sul ghiaccio, con il trasporto dei materiali, l’allestimento del campo, il monitoraggio della fauna selvatica e la partecipazione alle attività archeologiche sul relitto dell’Erebus.

Mentre ad aprile e maggio i ricercatori si sono avvalsi di un ROV (Remotely Operated Vehicle), a settembre sono state effettuate ben 56 immersioni subacquee finalizzate al recupero di materiale. Furono eseguiti anche degli scavi per penetrare nella cabina del primo ufficiale, così come nella dispensa personale del capitano Franklin. L’esplorazione ha dimostrato che sono in atto cambiamenti fisici del relitto, che è in fase di degrado, probabilmente a causa delle onde generate dalle tempeste di vento: non è improbabile che la situazione sia peggiorata con l’attuale crisi climatica.

“Situati in uno degli ambienti marini più unici e sensibili del pianeta – ha dichiarato Steven Guilbeauilt, ministro dell’Ambiente e dei Cambiamenti Climatici canadese – i relitti della HMS Erebus e della HMS Terror sono due dei relitti in legno meglio conservati al mondo. L’importante ricerca archeologica in loco continua a far progredire la nostra comprensione di come le mutevoli condizioni climatiche stiano influenzando la regione e ci aiuta a preservare e proteggere un patrimonio naturale e culturale insostituibile”.

A questo fine è stato firmato un preciso accordo tra governo centrale e popolazioni eschimesi. Dal 2018 tutti i manufatti scoperti e recuperati dai due relitti sono da ritenersi di proprietà congiunta dello Stato del Canada e degli Inuit. Nell’aprile del 2019, inoltre, il governo canadese e l’Inuit Heritage Trust hanno firmato un memorandum d’intesa che descrive in dettaglio come le due organizzazioni lavoreranno insieme per proteggere e conservare i relitti della spedizione Franklin. Nel video è possibile ammirare uno splendido filmato di Parks Canada effettuato durante la spedizione precedente.

 

Fonte foto: www.canada.ca

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