La Colombia scopre due navi affondate vicino al leggendario relitto del San José

Una nave apparterrebbe al periodo coloniale, l'altra al periodo repubblicano della storia colombiana

15 June 2022 | di Paolo Ponga

Il presidente colombiano Ivan Duque Marquez ha annunciato pubblicamente il ritrovamento di due nuovi relitti nella zona del San José, il galeone affondato dagli inglesi il 10 giugno 1708 al largo del porto caraibico di Cartagena, in Colombia, con il suo prezioso carico di oro, argento, smeraldi e gioielli.

Il naufragio, nel quale morirono 578 persone tra marinai, militari e civili, avvenne durante la battaglia chiamata “Azione di Wager“, presso la piccola isola di Pequena Barù: quattro navi da battaglia britanniche (la Expedition con 70 cannoni, la Kingston con 60, la Portland con 50 e la Vulture con 8) ebbero la meglio sulla nave spagnola dopo 10 ore di furiosi combattimenti.

Secondo i documenti, la nave trasportava a bordo 344 tonnellate di monete d’oro e argento (i famosi “pezzi da otto” dei libri sui pirati) e 116 scatole di smeraldi provenienti dal Perù: un tesoro da miliardi di dollari che ha fatto gola ai cercatori di tesori di tutto il mondo. Al momento della sua scoperta, nel 2015, l’allora presidente colombiano Juan Manuel Santos lo aveva descritto come “uno dei più grandi ritrovamenti di patrimonio sommerso, se non il più grande, nella storia dell’umanità”.

Adesso la Marina colombiana si è dotata di un modernissimo ROV,un veicolo sottomarino pilotato da una postazione remota, che è stato in grado di scendere a 600 metri di profondità nel Mar dei Caraibi per dimostrare che il galeone spagnolo San José è ancora in buone condizioni e non è stato fatto oggetto di recuperi fraudolenti come temuto. Il sottomarino a comando remoto ha però fatto un’incredibile scoperta: due altri relitti nello stesso specchio di mare.

“Abbiamo già trovato – ha affermato il presidente colombiano durante una conferenza stampa – due navi aggiuntive. Una nave del periodo coloniale e un’altra che, dal punto di vista dell’analisi preliminare, corrisponde al periodo repubblicano della nostra storia”. Ancora non si conoscono i particolari né i nomi delle due navi, a differenza del San José, il cui carico di inestimabile valore è rimasto finora sul fondo del mare per le difficoltà di recupero ma anche perché conteso tra Colombia e Spagna.

La Colombia, infatti, lo considera proprio perché è stato ritrovato nelle sue acque territoriali e la nave che ha fatto la scoperta appartiene alla Marina colombiana. La Spagna, invece, sostiene che il galeone apparteneva alla Marina spagnola ed è quindi suo di diritto. Nelle battaglie legali (forse non meno cruenti di quelle sul mare) si sono aggiunti anche cacciatori di tesori privati e addirittura la Bolivia.

Chissà quante meraviglie si nascondono ancora sotto la superficie di quei mari, protagonisti di tanti scontri e di furiose tempeste durante l’epoca d’oro della navigazione a vela. L’integrità di questo sito è poi una grandissima notizia. Il governo che riuscirà a riportare a galla il tesoro avrà così l’opportunità di creare un polo museale incomparabile. Nel frattempo la Marina rimarrà vigile a controllare che non compaiano all’orizzonte “furbi ad alta tecnologia”.

 

Fonti foto: Uffici Presidenziali Colombia, Wikipedia

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