Rubrica | In fondo al mar

Yiannis Maniatakos: l’artista che dipingeva in fondo al mare

Il pittore greco Yiannis Maniatakos dipinse oltre cento quadri immerso nei fondali dell’Egeo

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Yiannis Maniatakos dipinge in fondo al mare Egeo

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4 minuti di lettura

Yiannis Maniatakos coltivava due grandi passioni nella sua vita: la pittura e il mare. Nato nel 1935 a Flomochóri, un piccolo villaggio del Peloponneso sulle rive del mar Egeo, partì giovanissimo per Atene dove studiò scultura alla celebre Scuola di Belle Arti della capitale greca. Ottenuto il diploma, si trasferì nell’incantevole isola di Tinos, nel cuore dell’arcipelago delle Cicladi, dove divenne direttore della Scuola di Arti Plastiche di Pyrgos. Per cercare ispirazione per le sue opere, Yiannis saliva sulla sua piccola imbarcazione e si dirigeva al largo per poter osservare meglio quel mare per il quale nutriva un amore selvaggio, inspiegabile e profondo. “Quel mare che – come ebbe modo di scrivere – per noi greci è madre, sfida e memoria”.

La tela caduta in mare

A bordo portava tele e colori per realizzare le sue opere direttamente in quegli spazi marini che tanto amava, sfidando col pennello in mano il beccheggio della barca. Un giorno, gli cadde una tela in mare. Yiannis Maniatakos si tuffò per recuperarla proprio come un pescatore apneista si tuffa per prendere un pesce. Quando la riportò a bordo, l’artista si accorse che il bagno in acqua salata non solo non aveva rovinato l’opera ma aveva riscritto con il giusto alfabeto quel rapporto tradizionale tra artista, tela e natura che tanto cercava.

Proprio come se il mare, prima confinato nella prigionia di soggetto passivo, avesse ora partecipato attivamente al processo creativo dell’artista. Quel giorno Yiannis Maniatakos comprese che la sua arte doveva spingersi sino alle profondità marine, per cogliere l’anima stessa del mare, proprio come i grandi pittori paesaggistici del passato si incamminavano solitari tra i sentieri delle montagne per dipingerne i verdi boschi e le vette innevate. Decise quindi che sarebbe diventato il pittore delle profondità, e che i suoi quadri sarebbero stati realizzati sui fondali di quel mare che, da fonte di ispirazione, sarebbe diventata un vero e proprio “coautore” delle sue opere.

Una celebre opera di Yiannis Maniatakos

Una celebre opera di Yiannis Maniatakos

Tecniche di pittura a mollo

Una scelta decisamente romantica ma che comprendeva una preparazione tecnica ed anche fisica tutta da scoprire. L’artista lavorava infatti le sue tele prima dell’immersione coprendole con un primer, una vernice che le rendeva  idrofobe. Quindi preparava speciali e dense vernici ad olio pronte per essere spalmate sott’acqua con delle spatole. Non usava bombole e respiratori Ara, ma solo una muta e una maschera. I suoi primi quadri li dipinse in apnea, zavorrandosi i piedi con dei pesi per mantenersi ritto sul fondale.

La tela era fissata ad un pesante cavalletto i cui piedi facevano presa nel fondale marino. Successivamente si dotò di un sistema di tubi collegati ad un piccolo compressore sistemato sulla barca d’appoggio che gli permetteva di respirare sott’acqua e continuare a dipingere ininterrottamente anche per cinque ore. Così nacquero i suoi inquietanti paesaggi sommersi, sospesi in un tempo liquido dove rocce, sabbie, raggi di luce filtrati dal mare si stratificano in giochi di un azzurro profondo, evocando silenzi ed eternità.

Riconoscimenti postumi

Come accadde a molti grandi artisti, l’arte di Yiannis Maniatakos ottenne il meritato riconoscimento solo dopo la scomparsa del suo autore, avvenuta nel 2017.  Le sue circa cento opere realizzate in fondo al mare, oggi fanno bella mostra di sé in esposizioni internazionali come “Il canto delle sirene” a Villa Medici a Roma, conclusasi lo scorso anno, “Bleu profond. L’océan révélé” nel Franciscaines a Deauville, in Francia, o “Undersea” nel Contemporary di Hastings, nel Regno Unito.

La sua opera, ha sottolineato la critica contemporanea, non è solo un esperimento formale. L’artista non si immergeva nel suo amatissimo mare solo per ritrarne pedissequamente le bellezze dei fondali. Sott’acqua Yiannis Maniatakos diventava parte integrante dell’elemento liquido, ci si scioglieva dentro per poi riscoprirlo e restituirlo attraverso la pittura. I suoi quadri non ci trasmettono solo meraviglia ed incanto ma anche timore, solitudine e vulnerabilità. Sono testimoni preziosi di un universo misterioso e silenzioso. Un universo che arriva a noi da tempi immoti e che oggi rischia di scomparire per sempre.

 

L’immagine di copertina è tratta dal giornale Cretapost

L’immagine centrale da Artangled