Un relitto al largo delle isole Aland affondato nel 1842 ci regala la birra e lo champagne più vecchi del mondo

Le bottiglie di vino sono state vendute all'asta per 15 mila dollari l'una. La Shipwreck Beer invece è stata riprodotta dalla Stallhagen e viene venduta nei traghetti per l'arcipelago al costo di 113,50 euro

Non è un cofano straripante di dobloni d’oro ma è sicuramente un grande tesoro, quello che una equipe di archeologi ha scoperto all’interno del relitto di un brigantino naufragato al largo della costa delle isole Aland nel 1842. Nelle stive della nave, a 50 metri di profondità, i subacquei hanno trovato 168 bottiglie di champagne e 5 di birra. Bottiglie perfettamente conservate ed ancora ben tappate nonostante siano rimaste sui fondali bui, gelidi e profondi del mar Baltico per quasi 170 anni. La scoperta è avvenuta nell’estate del 2010.

Le bottiglie di champagne, che sono state identificate come appartenenti a tre storiche case produttrici francesi, la Veuve Clicquot Ponsardin, la Heidsieck e la Juglar (poi diventata Jacquesson & Fils), sono state battute all’asta per circa 15 mila dollari l’una dopo che uno studio scientifico, pubblicato niente di meno che dalla prestigiosa rivista Pnas, edita dall’accademia delle Scienze Usa, ne aveva studiato a fondo le caratteristiche organolettiche, chimiche, fisiche, batteriologiche. Il lavoro, portato a termine da una equipe di scienziati francesi, col titolo Chemical messages in 170-year-old champagne bottles from the Baltic Sea: Revealing tastes from the past, ha dimostrato come l’ultracentenaria immersione delle bottiglie non avesse compromesso il gusto dello champagne ed ha consentito di scoprire notizie interessanti sulla vinificazione in atto nel XIX secolo e sul gusto dei suoi estimatori dell’epoca che preferivano un prodotto più dolce e meno alcolico rispetto agli standard odierni. 

La pubblicità della Birra del Relitto Stallhagen

La pubblicità della Birra del Relitto prodotta dalla Stallhagen

Anche la birra è finita sotto la lente della scienza. Il Governo delle Aland, un arcipelago che, pur battendo bandiera finlandese, gode di una fortissima autonomia amministrativa, le ha inviate al Vtt, Technical Research Centre di Helsinki, che si è avvalso della collaborazione di famosi maestri birrai del Leuven’s Brewing Technology Research Groupper del Belgio. L’equipe condotta dal dottor Guido Aerts, in collaborazione col mastro birraio Gert De Rouck, è riuscita a produrre una birra uguale a quella recuperata nel relitto. “Sulla base dei microrganismi ritrovati nelle bottiglie, siamo stati in grado di capire quale tipo di lieviti e batteri sono stati utilizzati dai produttori di birra del XIX secolo”, ha dichiarato lo scienziato. 

Il Governo della Aland, per legge proprietaria del relitto e del suo carico, ha deciso di affidare la segretissima formula al birrificio finlandese Stallhagen che ha cominciato a produrre la birra in serie, partendo da un primo stock limitato a 2 mila bottiglie, copie perfette delle originali realizzate dagli artigiani delle isole. Per ora, queste possono essere acquistate solo sui traghetti delle Viking Lines che collegano le Aland alla Finlandia e alla Svezia. Il nome è naturalmente Shipwreck Beer, la birra del relitto, e viene pubblicizzata come la birra più vecchia del mondo. Il costo è di 113 euro e 50 centesimi a bottiglia. Il gusto? Dolce, forse troppo dolce, con una gradazione alcolica del 4,5%. Chi l’ha degustata afferma che sembra più vino che birra e gli ha assegnato una media di 2 stelle su 5. Francamente, nel supermercato sotto casa si trova birra migliore ed a meno di 10 euro. E pazienza se non è rimasta sui fondali bui, gelidi e profondi del mar Baltico per quasi 170 anni!

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