Sui fondali di Rhode Island ritrovato il relitto dell’Hms Endeavour, il brigantino del capitano James Cook

Una equipe di archeologi subacquei avrebbe individuato i resti della mitica e sfortunata nave che per prima raggiunse le coste australiane

La lunga caccia al relitto dell’Hms Endeavour sembra sia giunta al termine. Dopo due anni di ricerche, il team di archeologi subacquei della Royal Australian Navy ha ristretto la possibile zona di affondamento della nave attorno ad un punto situato a poche miglia dalla costa dello Stato americano di Rhode Island.

La spedizione, salpata lo scorso settembre da Newport Harbour, una cittadina portuale situata tra Boston e New York, è stata guidata addirittura da un “pezzo grosso” della marina australiana, il vice ammiraglio Michael Noonan, cha ha voluto infilarsi personalmente le pinne ai piedi per scendere sino al relitto e verificare se i resti dei cannoni corrispondevano alle attese degli archeologi. Alla fine dei rilevamenti l’ammiraglio ha tenuto una conferenza stampa in cui ha annunciato che il relitto ritrovato potrebbe essere davvero quello della nave europea che per prima è sbarcata nel suo Paese: l’Australia. 

Una storia tanto gloriosa quanto sfortunata, quella dell’Hms Endeavour. Ricordo che “Hms” è la sigla usata da tutte le navi britanniche o del Commonwealth, e significa Her Majesty’s Ship ovvero “Nave di Sua Maestà”. Varata nel 1764 come una semplice nave da carico per i trasporto di carbone, l’Endeavour fu acquistata 4 anni dopo dalla Marina inglese che la trasformò in un agile brigantino a palo per poi affidarla al comandante James Cook cha aveva la missione di esplorare i mari del sud alla ricerca di un mitologico continente che allora non si sapeva se esistesse o no: la Terra Australis Incognita.

Cook riempì l’Endeavour di scienziati ed avventurieri, e nell’agosto del 1768 salpò dal porto inglese di Plymouth per dare le vele alla più grande avventura che un uomo o un marinaio possa sognare: l’esplorazione di mari e di terre sconosciute. A bordo del suo brigantino, Cook doppiò capo Horn e sbarcò a Tahiti per offrire la possibilità ai suoi astronomi di osservare il transito di Venere davanti al Sole e consentirgli, per la prima volta nella storia dell’umanità, di calcolare le dimensioni del nostro sistema solare.

Quindi l’Endeavour fece rotta verso i mari inesplorati del Pacifico e piantò la bandiera di Sua Maestà Britannica nelle sabbie dorate di Bora Bora, Raiuatea e Huahine. Dopo aver aggirato la Nuova Zelanda, l’Endeavour gettò l’ancora nella Botany Bay e divenne la prima nave europea a sbarcare in quella che d’ora in poi non sarà più la Terra Australis Incognita, ma solo il continente Australiano. 

Hms Endeavour

La nave di Sua Maestà Britannica Endeavour che per prima portò gli europei in Australia

Il lungo viaggio, superando violentissimi tifoni e le insidie, allora semi sconosciute, della grandi barriere coralline, aveva ridotto a mal partito la nave. Quando Cook riuscì a raggiungere il porto di Batavia – oggi Giacarta – nelle Indie Olandesi, navigando dalla parte sconosciuta del globo terrestre, l’Endeavour stava a galla per grazia di dio. Il comandante James Cook aveva addirittura dovuto ordinare all’equipaggio di gettare in acqua tutti i cannoni per garantire il galleggiamento. 

Sistemato alla meglio lo scafo, la nave di sua maestà britannica riprese coraggiosamente il mare verso Capo di Buona Speranza e riuscì a doppiarlo nel marzo del 1771. Il 12 luglio dello stesso anno nell’orizzonte dell’Endeavour comparvero le bianche scogliere di Dover. James Cook e il suo equipaggio erano, finalmente, ritornati in patria dopo aver girato il mondo e scoperto l’ultimo continente ancora sconosciuto. 

La grande avventura aveva però seriamente compromesso la tenuta dello scafo. L’Endeavour trascorse tre anni dimenticata in un cantiere delle isole Malvine quindi tornò brevemente in servizio come nave adibita al trasporto delle truppe durante la guerra di indipendenza americana. Furono i suoi stessi marinai ad affondarla nel 1778 per non farla cadere nelle mani dei ribelli durante l’assedio della baia di Narragansett, in quella che passò alle cronache come la battaglia di Rhode Island. 

Gli uomini dimenticarono il luogo dell’affondamento ma la storia non si scordò della nave che aveva scoperto l’Australia. Una sua copia la potete ancora visitare nelle acque di Sidney, ormeggiata davanti all’Australian National Maritime Museum, lo stesso che ha contribuito alle operazioni del ritrovamento del relitto. Il suo nome ha viaggiato anche nello spazio, scritto sulla carlinga dello Space Shuttle “Endeavour”.

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1 commento

  1. vincenzo meleca says:

    Malvine? Non più Falkland?

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