Sul relitto del piroscafo Lombardo che trasportò i Mille di Garibaldi

I resti della nave della storica spedizione giacciono nel versante nord dell’isola di San Domino

Se siete appassionati di immersione sui relitti storici, non potete perdervi una escursione subacquea sul relitto del piroscafo Lombardo. La nave si trova sulla costa settentrionale dell’isola di San Dominio, alle Tremiti, su un colorato fondale che scende fino a 25 metri. Della storica nave dei Mille rimane ben poco in verità. I diving delle Tremiti propongono, per lo più, l’immersione come una notturna, abbinandola alla visita di un’interessante nave oneraria romana, che giace a poca distanza. Ma, sia che sia fatta di giorno che di notte, l’immersione è carica di fascino, specialmente se non la si vive come un’impresa sportiva ma con la passione di ripercorrere le pagine di storia del nostro Risorgimento che sono state scritte sopra quei legni mezzi divorati dal mare.

La nave fu varata a Venezia nel 1841 e acquistata in seguito dall’armatore genovese Raffaele Rubattino. Era un piroscafo a vapore, con un motore dalla potenza di 220 cavalli che muovevano due ruote a pala. L’imbarcazione era dotata anche di propulsione a vela, come si usava all’epoca, che veniva alzata nelle andature di poppa. Nella notte tra il 5 e il 6 maggio 1860, il Lombardo se ne stava ormeggiato accanto al gemello Piemonte al porto di Genova, quando fu assalito e rubato da un pugno di garibaldini. In realtà, si trattava di un”furto simulato” perché Giuseppe Garibaldi aveva precedentemente preso accordi segreti con la società Rubattino che aveva concesso ai patrioti l’uso delle due navi.

Al comando del Lombardo fu posto il braccio destro del generale, Nino Bixio, mentre il marchigiano Augusto Elia prese il comando del Piemonte. Garibaldi non prese parte al “furto” ma aspettava i due piroscafi su una barca a remi davanti a Quarto, dove era in attesa anche il grosso dei Mille. L’azione però fu costellata da vari intoppi, dovuti alla non eccelsa preparazione marinara dei garibaldini. Così, dopo aver atteso inutilmente un paio di ore, il Generale, che era un tipo che non amava perdere tempo, decise di remare fino al porto di Genova, dove incontrò i due piroscafi che, nel frattempo, erano riusciti a salpare, e si imbarcò nel Piemonte. 

I Mille arrivarono a Marsala l’11 maggio 1860 dove furono accolti a cannonate dai borbonici. Per velocizzare lo sbarco, il Lombardo fu fatto arenare sulla spiaggia dove rimase semi affondato sino al mese di luglio quando i garibaldini lo rimorchiarono verso i cantieri navali di Palermo per essere restaurato. Conclusa l’impresa dei Mille, il piroscafo passò di proprietà alla Regia Marina Sabauda che lo adibì a trasporto di detenuti. Cosa che non amareggiò profondamente il Generale che sperava in un uso più degno di questo glorioso piroscafo che aveva scritto la storia d’Italia. 

Ma la fine del Lombardo era già scritta nel destino. Quattro anni dopo, nella notte tra il 12 e il 13 marzo 1864, la nave naufragò davanti all’isola di San Domino, dove fu dimenticata dalla storia sino al 2005, quando il relitto fu scoperto ed identificato, prima di essere consegnato al turismo subacqueo.

Questa estate, finalmente, la Soprintendenza Nazionale per il patrimonio subacqueo ha avviato un programma di studio e di ricerca sul relitto nell’ambito di un progetto europeo denominato CreaMare, portato avanti grazie all’assistenza del laboratorio Ma.R.E, per ridare al relitto la dignità che si è guadagnato nei libri di storia del nostro Risorgimento. 

 

Immagine di copertina tratta dal  sito EuroNews

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