L’architetto che voleva prosciugare il Mediterraneo per far spazio all’agricoltura
Il progetto Atlantropa prevedeva la chiusura di Suez, Gibilterra e dei Dardanelli per conquistare al mare gli “spazi vitali” per la razza ariana
L’architetto che voleva prosciugare il Mediterraneo per far spazio all’agricoltura
Il progetto Atlantropa prevedeva la chiusura di Suez, Gibilterra e dei Dardanelli per conquistare al mare gli “spazi vitali” per la razza ariana
In fin dei conti l’idea dell’architetto Hermann Sörgel era così semplice che pareva strano che nessuno ci avesse mai pensato prima. Bastava chiudere lo stretto di Gibilterra, Suez e i Dardanelli, piazzandoci qualche centrale idroelettrica che non guasta mai, ed aspettare pazientemente. Il Mediterraneo, assicuravano tutti i geologi dell’epoca, altro non è che un “mare in evaporazione”, tenuto in vita solo dal flusso d’acqua oceanica che gli giunge dall’Atlantico come in una trasfusione di sangue. In pochi mesi il livello delle acque sarebbe sceso di due o trecento metri, magari anche più, allargando di chilometri la fascia costiera e creando dei corridoi attraverso i quali si poteva andare in Tunisia a piedi. Certo, tutte le attuali città costiere come Genova, Trieste, Barcellona e altre, non avrebbero più visto il mare manco con un telescopio, ma volete mettere quanta superficie coltivabile avrebbero guadagnato gli agricoltori?
Verso la guerra mondale
Erano anni in cui non si faceva altro che parlare della necessità di conquistare “spazi vitali” per l’onore e la gloria della razza ariana. Gli anni in cui le nazioni si armavano per preparare la seconda guerra guerra mondiale. Ed Hermann Sörgel, l’architetto ideatore del progetto sopra descritto, in cuor suo era un pacifista. Invece di andare a invadere la Francia, la Polonia, l’Albania e pure la Russia, pensava Sörgel, perché non conquistare gli “spazi vitali” rubandoli al mare?
Atlantropa, come l’architetto tedesco aveva battezzato questo stravagante progetto che pubblicò sul finire degli anni ‘20, implicava una fraterna collaborazione tra tutte le potenze che si affacciavano sul Mediterraneo. Sia per una equa divisione delle nuove terre emerse che per la gestione delle dighe che, a parer suo, avrebbero fornito energia a tutto il continente. Gestione che sarebbe stata affidata ad un ente indipendente dagli Stati nazionali e che avrebbe anche avuto il compito di assicurare la pace a tutto il continente, interrompendo l’erogazione di energia elettrica agli Stati che avessero fatto i birichini. Quella nazione sta armando un po’ troppo il suo esercito o minaccia di invadere il Paese confinante? Zac! Gli si stacca la corrente elettrica e quelli se vogliono, vanno ad invadere con le candele!
Anche il Sahara diventa un’oasi
Se il progetto di Atlantropa vi pare folle, sappiate che negli anni precedenti la guerra, erano in tanti a crederci e che i governi dei maggiori Paesi europei ci fecero più di un pensiero nel realizzarlo sul serio. Pensate un po’ ai vantaggi: 660 mila chilometri quadrati stimati di nuove terre coltivabili, la possibilità di realizzare ferrovie tra il Vecchio Continente e l’Africa, energia a buon mercato a non finire, la possibilità di creare nuovi insediamenti nelle nuove coste e tanta, tanta terra per tutti da colonizzare come negli Stati Uniti avevano fatto per il Far West.
Il progetto inoltre prevedeva anche una diga sul fiume Congo per allagare tutto il bacino dell’attuale lago Ciad. L’attuale Burkina Faso, il Niger e mezzo Sudan sarebbero diventati un grande lago che avrebbe trasformato il Sahara da deserto a oasi verdeggiante. Pure questa da utilizzare per l’agricoltura. Disciplina per la quale, evidentemente, Hermann Sörgel nutriva una grande passione. E pensate anche alla gioia degli archeologi – raccontava l’architetto nelle conferenze che teneva per diffondere il progetto – che avrebbero potuto sviscerare tutti i segreti della navigazione antica nel defunto mar Mediterraneo, esplorando gli antichi relitti emersi dalle acque in ritirata!
L’architetto Hermann Sörgel
Il Führer dice Nein
Hermann Sörgel, lo avrete intuito, sarebbe stato un perfetto personaggio per il libro dello scrittore Rodolfo Wilcock, “La Sinagoga degli iconoclasti”. Eppure furono in tanti, negli anni ’30, a credere e sostenere il folle progetto di Atlantropa, la potenza economica che avrebbe unito in pace l’Europa e l’Africa, ed offerto cibo ed energia a tutti i suoi cittadini. A sponsorizzare l’idea intervennero grandi capitalisti dell’epoca che promisero cospicui finanziamenti, importanti scienziati avallarono la teoria del Mediterraneo da prosciugare e pareri favorevoli furono dati da governi tra cui quello di Mussolini.
A mettere i bastoni tra le ruote al nostro architetto fu Adolf Hitler. Non tanto per questioni scientifiche (figuriamoci…) e neppure etiche (figuriamoci ancora di più…) ma perché temeva che Atlantropa avrebbe favorito i Paesi con una sponda sul Mediterraneo penalizzando la sua Grande Germania. Sembra che lo stesso Führer ad un certo punto, preoccupato del diffondersi delle idee dell’architetto in Italia, telefonò a Benito per ordinargli di mettere la parola fine al progetto di Atlantropa. E Benito obbedì prontamente.
Sörgel, che era nativo della Baviera, la provò tutte per rientrare nelle grazie del Duce e far cambiare idea al dittatore tedesco. Scrisse anche un libro che dedicò ad Hitler dal titolo inequivocabile “La Grande Germania e l’Impero Italiano rappresenterebbero logicamente i piloni portanti di Atlantropa”, ma non riuscì più a farsi ascoltare. Gli “spazi vitali” di cui cianciavano i due dittatori erano ben altri che quelli offerti da un architetto pacifista. Spazi da conquistare col sangue e non con la tecnologia. Alla fine la guerra mondiale chiuse le porte ad ogni sogno di collaborazione tra le nazioni.
Una morte misteriosa
Concluso il conflitto, Hermann Sörgel continuò comunque a sostenere la realizzazione del suo progetto ma questa volta senza riuscire ad ottenere nessun ascolto o sostegno. L’umanità aveva altre cose a cui pensare e troppe ferite da rimarginare. Il sognatore di Atlantropa scomparve improvvisamente nel dicembre del ’52, investito brutalmente da un’auto mentre andava in bicicletta a tenere la sua lezione all’Università di Monaco. La strada era diritta e lui la percorreva sempre alla stessa ora. L’auto non si fermò a soccorrerlo e il guidatore non fu mai identificato. In molti sospettarono che non fu un banale incidente a porre fine alla vita dell’uomo che voleva prosciugare il Mediterraneo.
L’immagine di copertina è del Deutsches Museum , MŸnchen
Plan Nr.: TZ 04602
Titel.: Atlantroparojekt
Autor.: Hermann Soergel