Pesca, “rispetto per le misure minime”: Giorgio Temossi lancia una nuova campagna di sensibilizzazione – La nostra intervista

Promossa dal pescasportivo genovese una nuova campagna nazionale volta al rispetto delle misure minime dei pesci sia da parte dei pescatori dilettanti che da quelli professionisti

7 February 2020 | di Stefano Suriano
Misure minime - Il promotore genovese Giorgio Temossi
Il promotore genovese Giorgio Temossi

A distanza di un anno dalla precedente campagna, il pescasportivo genovese Giorgio Temossi torna protagonista di una nuova campagna sulla pesca, volta a sensibilizzare ma allo stesso tempo a far conoscere quelle che sono le normative in vigore in materia di misure minime dei pesci. Nonostante la legge parli chiaro infatti, molto spesso accadono episodi spiacevoli in cui, o per pesca illegale, o per scarsa conoscenza delle regole, vengano pescati pesci sottomisura, anche in grandi quantità. Ne abbiamo parlato con lo stesso Temossi.

LN – Che cosa ti ha portato a lanciare questa nuova campagna sulla pesca?

GTHo deciso di affrontare il problema della pesca sottomisura perché si pone come diretta conseguenza della pesca con le reti sottocosta. Questo genera un business che alimenta il nero e tutto ciò che è legato alla pesca illegale. Anche il singolo pescatore nel suo piccolo danneggia comunque l’ecosistema marino se non rispetta le misure minime di legge. 

LN – Qual è il messaggio che vuoi trasmettere ?

GTCercare di sensibilizzare il prossimo a rispettare la natura, cosa che, purtroppo, molto spesso non accade. E’ bene che le persone si rendano conto delle loro azioni, anche in quei contesti che considerano di poco conto. Pescare un singolo pesce sottomisura senza rispettare le misure minime significa privarlo della possibilità di crescere e riprodursi. Se moltiplichiamo questo fatto per la totalità dei pesci sottomisura che vengono pescati, il bilancio è preoccupante.

Inoltre la pesca incontrollata rappresenta una forma di concorrenza sleale per i pescatori professionisti, siccome il prodotto pescato viene immesso illegalmente nella filiera commerciale. Per illegale si intende pesce sottomisura o che viene venduto senza le necessarie documentazioni, se non addirittura scaduto. A quel punto diventa complice non solo chi lo vende, ma anche chi lo compra.

LN – In che cosa consiste il tuo progetto?

GTDopo quattro mesi di ricerca e lavoro ho finalmente portato a termine un video-documentario intitolato “Rispetto per le misure minime“, in modo tale che possa essere visto da tutti e condiviso sui social. Nel video è presente una parte iniziale in cui viene spiegato ciò che afferma la legge e  quanto sia oramai diventato un business da migliaia di euro il commercio di prodotti ittici illegali.

Nella seconda parte ho deciso di coinvolgere tutti coloro che hanno voluto partecipare attivamente a questa campagna dedicando un ampio spazio a loro riprese nel momento in cui stanno rilasciando un pesce sottomisura o che comunque sarebbe cresciuto ancora parecchio, permettendogli dunque di potersi riprodurre nuovamente. Sono presenti anche rilasci di pesci d’acqua dolce come le carpe, pesci meravigliosi che meritano rispetto come tutte le altre specie. 

LN – Qual è stata la reazione delle persone dopo il lancio di questo video-documentario?

GTHo ricevuto tantissimi messaggi da tutta Italia di ringraziamento per essermi fatto portavoce di questo messaggio così importante e di sostegno morale. Sono tantissimi anche i commenti che ricevo ogni volta, che portano sempre a genuini scambi di opinioni e nuove proposte. Ci tengo a ringraziare anche il continuo e duro lavoro svolto dalla Guardia Costiera che lotta ogni giorno per far rispettare le leggi e salvaguardare l’ecosistema marino.

LN – Che cosa ti senti di dire a chi ti sta leggendo in questo momento?

GT Questa campagna è rivolta a tutti gli amanti del mare e della pesca di oggi ma soprattutto a quelli che ci saranno un domani, con la speranza che possano avere la fortuna di ammirare ancora la natura in cui noi ora ci troviamo immersi. Il futuro dell’ecosistema, la quantità dei pesci e delle nostre emozioni, dipende da noi.

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6 commenti

  1. srd says:

    Sono contento che finalmente se ne parli, sono anni che lamento questo problema dalle mie parti, principalmente dovuto alle reti sotto costa (partono da 3, 4 metri da riva ) e da pescatori ricreativi incivili che per fare una foto fanno una mattanza di pescetti sotto misura (soprattutto orate e mormore). Mi lamento anche molto della formula catch and release che la FIPSAS ha imposto nei suoi campionati che, malgrado i buoni propositi crea un danno non da poco. La misura minima in questo caso parte da 12 cm e per alcune specie da 7 cm e io che sono un garista per fare punti (ottenere un bonus per ogni pesce) metto ami sempre più piccoli. Del pesce che rilascio forse se ne salva un 20%.

  2. Guido says:

    Ti faccio i miei complimenti. E’ una causa nobile che, a mio avviso, va tenuta molto in considerazione, perché portata avanti da un giovane che si differenzia da una gran parte di ragazzi apatici e insensibili ai problemi della natura. Guido Iorlano.

  3. Elvi says:

    Grazie,Giorgio, per aiutare il nostro mondo a conservare la sua bellezza e la sua ricchezza!

  4. EugenIo says:

    Bravo.
    Importante salvaguardare il mare anche con battaglie come questa.

  5. Cinzia says:

    Bel progetto, complimenti. Salvaguardare qualsiasi ecosistema deve essere interesse di tutti

  6. Angela says:

    Bravo Giorgio il tuo impegno per questo progetto che in questo momento si associa tanto alla battaglia per la salvaguardia dell’ ecosistema e dell’ambiente .da cittadina del mondo Grazie continua così

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