Amico presenta il progetto ‘Genova megayacht Hub’

Al centro del progetto l'implementazione dell'attività di ship lifting e la creazione di un Marina di eccellenza nella zona della Darsena Nautica

19 March 2019 | di Chiara Biffoni
Cantiere Amico & Co.
Cantiere Amico & Co.

In una giornata di sole e tramontana, il presidente e l’amministratore delegato di Amico & Co hanno fatto il punto sul progetto “Genova megayacht Hub“, entrando anche nel merito delle polemiche sulla concessione della Nuova Darsena Nautica del quartiere fieristico da parte dell’Autorità Portuale del Mar Ligure Occidentale .

Secondo il presidente Alberto Amico, grazie a tutta una serie di investimenti che andrebbero ad interessare l’area dove ogni anno si svolge il Salone Nautico, sviluppandone le potenzialità cantieristiche e turistiche, Genova può trasformarsi in un vero e proprio polo internazionale per i megayacht come La Ciotat in Francia o Barcellona.

In cosa consiste il progetto Genova megayacht Hub?

Il progetto “Genova megayacht Hub”, attualmente in corso di realizzazione, prevede infatti l’espansione del cantiere Amico & Co, con l’ampliamento dell’attività di ship lift, la riqualificazione e la messa in servizio della Darsena Nautica e il possibile avvio della gestione privata dei Bacini di Carenaggio di Ente Bacini (insieme a Fincantieri e San Giorgio del Porto), se mai verrà sbloccato il processo di privatizzazione al momento sospeso e in attesa di delibera da parte del Consiglio di Stato.

Il nostro investimento principale del valore di 27 milioni di euro -ha spiegato Amico- è quello inerente lo ship lift, che permetterà il sollevamento di barche dai 60 ai 100 metri, fino a un massimo di peso di 4 mila tonnellate. Per poter spostare, nei vari slot, questi megayacht, che di fatto sono delle vere e proprie navi, abbiamo già realizzato delle solette con rotaie“.

Per quanto riguarda la Darsena Nautica -ha sottolineato il presidente degli storici cantieri- è previsto un investimento di 3,5 milioni, che alla fine potrebbero benissimo diventare 5 milioni, ed un intervento strutturale incentrato su due diversi fronti: in una prima fase si andrebbero a creare delle nuove strutture a mare e a migliorare quelle attualmente esistenti, mentre in un secondo tempo si procederebbe con la creazione delle infrastrutture a terra necessarie per costruire un sistema produttivo di contorno e di supporto all’attività cantieristica, in grado di offrire un’accoglienza agli equipaggi e agli armatori che decideranno di fermarsi a Genova per brevi o lunghi periodi“.

Attualmente -ha ricordato Amico- quest’area è incompleta. Mancano due banchine su tre e questa terza è assolutamente inadatta ad ospitare megayacht. L’impiantistica è insufficiente e le strutture a terra inesistenti. Ciò che Amico & Co si prefigge di realizzare per quanto riguarda le opere a mare -ha annunciato- è una nuova banchina, un pontile fisso e l’installazione dell’impiantistica di supporto, come ad esempio le colonnine per l’elettrificazione delle banchine. In questo modo le barche potranno usare la corrente anziché i motori per alimentarsi durante la loro permanenza”.

Per quanto riguarda  invece le opere a terra -ha concluso il presidente di Amico & Co- il progetto è ancora in fase di studio. L’intenzione è quella di creare un vero e proprio Marina, con aree pubbliche e servizi qualificati in grado di accogliere la clientela e la cittadinanza, con standard ambientali e di servizi elevati”. Il progetto è sviluppato in collaborazione con altri soggetti, tra cui lo Yacht Club Italiano.

Le polemiche sulla concessione della Nuova Darsena Nautica

Comitato Porto Aperto

Giovani sostenitori del comitato Porto Aperto protestano contro il progetto di Amico & Co.

Negli ultimi giorni -ha dichiarato l’amministratore delegato Bruno Guglieminici sono stati diversi interventi, in sede politica e sugli organi di informazione, contrari al progetto di riqualificazione del cantiere. Lo si è bollato quale mero perseguimento di un interesse privato, ma questa è un’enorme sciocchezza. ‘Genova megayacht Hub’ ha lo scopo di valorizzare un importante asset del patrimonio demaniale genovese e realizzare il più proficuo sfruttamento di un’infrastruttura largamente incompleta e scarsamente utilizzata. E il primo beneficiario di tutto questo sarà proprio Genova. La creazione di attività e servizi nell’area della Darsena Nautica e l’ampliamento del cantiere -ha sottolineato Guglielmini- attireranno imbarcazioni da tutto il mondo, generando un indotto extra per la città e non solo”.

Si è inoltre detto -ha proseguito l’ad dei famosi cantieri genovesi- che Amico & Co ha intenzione di esercitare nell’ambito della darsena la propria attività industriale. Anche questa è una diceria: basta leggere l’atto concessorio, di cui il cantiere è titolare (che prevede l’ormeggio di grandi imbarcazioni da diporto) per rendersene conto. Discostarsi da quanto stabilito nel documento –ha ricordato- comporterebbe la revoca della concessione stessa“.

Si è poi paventata -ha aggiunto Gugliemini- anche la messa a rischio del Salone Nautico ma Amico & Co ha chiari vincoli posti a suo carico, anch’essi assistiti da revoca della concessione in caso di inadempimento, che costituiscono una tutela concreta per lo svolgimento della manifestazione. Il cantiere è, infatti, tenuto a togliere le barche per un arco di tempo di 50 giorni, duranti i quali si potrà quindi allestire, svolgere e smantellare il Salone in totale tranquillità. Infine, forse non tutti lo sanno ma Amico & Co è stato insignito della certificazione ISO 14001, che attesta la natura assolutamente rispettosa dell’ambiente delle sue attività cantieristiche“.

E come ultima cosa -ha concluso Guglielmini- mi preme sfatare le voci che insinuano ci sia stata, da parte di Amico & Co e dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, una gestione non trasparente della procedura di assegnazione della concessione inerente la Darsena per la mancata pubblicazione dell’istanza di Amico. In merito alla questione si esprimerà tra qualche giorno il Tar, quindi riteniamo inopportuni i commenti che si sono già spesi“.

L’inizio dei lavori della Nuova Darsena

Per poter iniziare a lavorare concretamente sulle opere a mare, occorre attendere la delibera della prossima Conferenza dei Servizi, prevista ad aprile. Per quanto riguarda lo ship lifting, invece, si guarda ad ottobre come termine massimo entro cui finire le implementazioni.

Assente il Sindaco Bucci, ad appoggiare il progetto “Genova megayacht Hub”, l’assessore comunale all’urbanistica e al demaio, Simonetta Cenci, che durante la conferenza stampa ha ringraziato Amico & Co, definendoli “i primi reali investitori del Waterfront di Levante“. Ma se da parte del Comune c’è un palese sostegno, non si può dire lo stesso per il comitato Porto Aperto. Alcuni ragazzi, abitanti della Foce e Carignano, sostenitori dei punti elencati nel loro manifesto, hanno infatti manifestato contro il progetto proprio in occasione della conferenza stampa convocata dai Cantieri Amico nell’area della Nuova Darsena Nautica.

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8 commenti

  1. Mario Salvai says:

    Più passa il tempo e più questa vicenda e questo progetto non mi convincono, già dalla loro base di partenza, e voglio esprimere la mia perplessità e stato d’animo.
    Scusate un secondo, ma marine d’eccellenza Genova ne ha già due: una al Porto Antico, ed una all’aeroporto, dove i megayacht attraccano già da molti anni.
    Marina Aeroporto è il riferimento per il ponente, molto bene organizzata, attrezzata e con locali di ristoro ottimi.
    Inoltre un armatore di fuori Genova scende dall’aereo e va in barca quasi a piedi.
    Al Porto Antico abbiamo un orgoglio di marina splendida, dove gli armatori ed equipaggi dei megayacht trovano, a piedi, ogni confort e angolo storico-culturale da visitare.
    Quando si arriva a piedi dal centro storico sembra di vivere e rivivere in varie epoche, passate, presenti e future. Quando si arriva dal mare si gode di uno spettacolo unico al mondo, con i delfini che si intravedono saltellare, il Bigo, i Magazzini del Cotone, la ruota panoramica, le antiche gru che hanno dato lavoro a tanti “camalli”, la maestosità dell’anfiteatro della Genova sui monti, la sua superbia quando arrivi dal mare…
    Ora…voler inventarsene un’altra, in uno spazio angusto, con un grigio muraglione alla sinistra dei 3 megayacht che lì ormeggerebbero, con portacontainer e gasiere continuamente in transito a 20 metri, con l’altro muraglione grigio a destra che delimita la darsena interna, e oltretutto con la prua rivolta a dei grigi, fumosi e velenosi cantieri navali, avendo anche la pretesa di poter, con queste caratteristiche, sfidare La Ciotat o MB92 a Barcellona, mi sembra veramente una cosa che non sta nè in cielo nè in terra, attraverso la quale Genova ed i genovesi risulterebbero fin troppo superbi e perdenti…
    Sembra un’offesa a Genova ed alle sue già belle marine, che non verrebbero nè esaltate, nè rivalutate, nè esportate, anzi denigrate, come se non esistessero.
    Sembra un capriccio di qualche ingordo, che soffre di complessi di inferiorità perchè di là attracca la nostra Amerigo Vespucci e da me no, di là ormeggia Abramovich e lo voglio anch’io.
    A rimetterci, per il momento, è stata una vera comunità di 180 armatori, obbligati a sloggiare alla fine del Salone Nautico 2018 e circa 100 bambini, sfrattati in 48 ore, trattati peggio che in un campo nomadi, emarginati in mezzo ai topi, all’amianto dell’ex NIRA in demolizione, loro e le loro barchette, senza un bagno, una doccia, uno spogliatoio…con i campionati mondiali alle porte.
    Niente più feste, incontri, socialità, sport sano ed allenamenti.
    Preoccupante il fatto che una parte dei nostri amministratori e rappresentanti politici, sembrano appoggiare questa mancanza di affetto e di rispetto alla nostra amata Genova.
    Si vuole far diventare Genova la città più importante del Mediterraneo, va benissimo…ma non perdiamo di vista il fatto che Genova è già fra le città più belle del Mar Mediterraneo, che dovremmo esportare il più possibile le sue già presenti bellezze, non roviniamola, vogliamole bene, ora e nel futuro.
    Viva la Genova buona!!!

  2. Mario Salvai says:

    In merito alle pubblicazioni delle istanze, Sig. Guglielmini, è opportuno fare un po’ di ordine:
    – Settembre 2018 ISN presenta istanza per concessione quadriennale ad ASP
    (istanza uguale a quella presentata gli scorsi anni non essendo a conoscenza di
    alcuna nuova situazione) chiedendo la pubblicazione su internet ai sensi dell’art.
    18 del regolamento attuativo del codice della navigazione
    – 7 novembre 2018 Amico & Co presenta un’istanza per una concessione
    ventennale chiedendo la pubblicazione su internet ai sensi dell’art. 18 del
    regolamento attuativo del codice della navigazione;
    – 18 novembre 2018 ASP pubblica, ai sensi del citato articolo 18, l’istanza di ISN
    avviando il procedimento e nei termini vengono presentate varie istanze da società
    concorrenti ed anche la società Amico & Co presenta una specificazione
    dell’istanza già presentata in data 7 novembre la quale però non è mai stata
    pubblicata.
    Qualcuno ci può aiutare a trovare la pubblicazione della prima istanza di Amico?
    Grazie.

  3. Mario Salvai says:

    Secondo me, ora, l’unica via di uscita, per fugare qualsiasi dubbio e placare qualsiasi polemica che inevitabilmente monterebbe sempre di più è la seguente: concedere i 4 anni di concessione a I Saloni Nautici per il 100% dell’area, obbligandola ad eseguire le migliorie che ha sempre desiderato fare, ma inevitabilmente sempre impossibilitata a causa delle precedenti concessioni troppo brevi.
    Nel 2021 eseguire uno step intermedio per verifica dello stato di avanzamento, e grado di soddisfazione dei fruitori e dei genovesi.
    Se la verifica risultasse positiva si confermerebbe il secondo biennio, entro il quale presentare ulteriore progetto riqualificante, eventualmente con prolungamento di concessione da studiare.
    Chiedo ai vari soggetti di prendere in considerazione tale ipotesi.

  4. Luca says:

    I genovesi non hanno capito, tra l’altro, che quello di quest’anno diventerebbe l’ultimo Salone Nautico di Genova.

  5. Mario Salvai says:

    A settembre 2018 bbiamo ottenuto l’accesso agli atti e ci è stato consegnato, da Autorità Portuale con tantissimi periodi, solo sull’istanza di Amico e non degli altri soggetti che si sono proposti, anneriti da omissis. Perchè? È ovvio che nascono dubbi.
    Gli ormeggi delle navi da diporto sono già dai magazzini di cotone, dove ci sono ampi spazi di manovra, perchè togliere 180 ormeggi di barche dei genovesi e farne 3 o 4 per stranieri che a bordo hanno già tutto, e manderanno un marinaio a fare la spesa dai discount?
    Altri quesiti che sorgono spontanei…

  6. Luca says:

    Solo 2 parole : Che schifo

  7. Mario Salvai says:

    C’era già la marina da diporto che era dei genovesi e dei loro bambini ed era vivissima, con posti di lavoro ora saltati. Il piazzale ora è normale che sia deserto, è stato svuotato nel giro di 48 ore dalle decine di barchette ivi presenti, in attesa di rallegrare l’area ogni week-end.
    Così si rompe una comunità cresciuta nel tempo, con tanti bei momenti e ricordi. Complimenti!!!
    Questo è il proseguimento di un percorso tracciato dalla vecchia amministrazione, durante il quale si negava una concessione pluriennale.
    Se mi dessero un’area in concessione per 20 anni, troverei anche io che non sono nulla il modo per migliorare il compendio, ma se me lo danno ogni volta per un anno non posso fare passi avventati e regalare investimenti.
    Inoltre, Sig. Gugliemini, la meravigliosa impresa di attirare armatori da tutto il mondo, e farli stazionare a fianco al cantiere navale già presente, in mezzo a polveri sottili, metalli pesanti in forma aerosol e con una vista alquanto squallida di carene scarificate e barche a vela senza alberi, non sussiste di partenza…è come ospitare il malato su una nuova poltrona e mostrargli per bene gli strumenti dell’imminente lavanda gastrica!!!
    I bambini di oggi cresceranno e ricorderanno…
    Non ho le competenze per entrare nel merito della trasparenza, confido nel TAR e nella legalità, che non si direbbe…ma vince sempre.

  8. alex bartoli says:

    Sarebbe davvero molto interessante capire come mai un bene del demanio pagato con il denaro del contribuente venga dato in gestione ad un privato (ricchissimo) per ben 40. Ovviamente il privato cercherà di fare il maggior profitto possibile fregandosene di tutto mentre la cosa giusta da fare era un investimento pubblico per riqualificare un’area di grandissimo valore turistico e commerciale! come sempre in italia vince chi sa trovare gli amici giusti per fare i propri affari! perchè non si indaga un pò sui movimenti di denaro da e per Amico? magari verso Toti & Co.

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