L’Amerigo Vespucci compie 90 anni: è la “nave più bella del mondo”

Simbolo della Marina Militare e dell'Italia nel mondo, la nave scuola Amerigo Vespucci ha vissuto al fianco degli italiani le vicissitudini della nazione e ancora oggi addestra gli ufficiali di Marina offrendo loro il primo vero "assaggio" di mare

23 February 2021 | di Manuela Sciandra
La nave scuola Amerigo Vespucci
La nave scuola Amerigo Vespucci

Era il 22 febbraio del 1931 quando, presso gli stabilimenti nautici di Castellammare di Stabia, venne varata la celebre nave scuola Amerigo Vespucci, che in questi giorni festeggia i suoi primi 90 anni di attività. Un traguardo importante per un’imbarcazione che nel corso del tempo è diventata il simbolo della Marina Militare nel Paese e dell’Italia nel mondo.

Nato nel periodo compreso tra le due Grandi Guerre, questo storico veliero ha infatti vissuto al fianco degli italiani tutte le vicissitudini della nazione, tra cui la recente e terribile esperienza della pandemia da Covid-19, durante la quale si è avvicinato ai porti nazionali in segno di saluto, rispetto e vicinanza alla popolazione.

Ma se essere uno dei simboli più ammirati dell’italianità non bastasse, si aggiunge anche l’importante compito di addestrare gli ufficiali di Marina, che, al termine del primo anno di Accademia, vivono sull’Amerigo Vespucci la loro prima esperienza d’imbarco e il primo vero “assaggio” di mare.

Ogni estate, a meno che non vi siano lavori straordinari di ammodernamento, gli allievi della prima classe dell’Accademia Navale di Livorno vengono quindi imbarcati e, una volta a bordo, cercano di mettere in pratica quanto studiato sui libri e nelle classi dell’istituto di formazione, avviandosi così verso la propria personale “rotta” nella famiglia della Marina.

Ed è proprio qui che è nato il corso degli allievi, con il nome e il motto che prendono corpo durante le traversate, condividendo la comune aggregante esperienza con spirito di sacrificio, volontà di superare gli ostacoli e voglia di eccellere: tutti elementi che trovano la perfetta sintesi nel termine “equipaggio”.

Questi primi 90 anni dell’Amerigo Vespucci rappresentano solo l’ultimo di una serie di eccezionali eventi che accompagna la storia di questa splendida imbarcazione, come la risalita del Tamigi di Londra o l’uscita dal canale navigabile di Taranto.

All’orizzonte ora è già possibile intravedere la nuova campagna d’istruzione, con gli allievi della prima classe dell’Accademia pronti ad imbarcarsi sulla “nave più bella del mondo“, come venne definita nel 1962 dal comandante della portaerei statunitense USS Independence, per navigare insieme verso nuove e memorabili avventure.

La nave scuola Amerigo Vespucci

“Non chi comincia ma quel che persevera” è il motto dell’Amerigo Vespucci. La frase, attribuita a Leonardo Da Vinci, ben rappresenta l’ideale a cui si ispirano i 250 membri dell’equipaggio e i circa 130 uomini e donne dell’Accademia Navale.

Progettata come la “gemella” Cristoforo Colombo da Francesco Rotundi, ingegnere e tenente colonnello del Genio Navale, nonché direttore dei cantieri navali di Castellammare di Stabia, il 30 luglio 2007 la nave è stata nominata “Goodwill Ambassador dell’Unicef” con una solenne cerimonia nel porto di Genova.

Il suo obiettivo è diffondere in ogni parte del mondo un messaggio di pace e di speranza per i milioni di bambini che l’organizzazione aiuta dal 1946. Il 4 luglio 2016 questa nomina è stata poi rinnovata dalla presidenza nazionale dell’Unicef Italia, permettendole di continuare a trasmettere, in particolare ai giovani, un messaggio di pace, convivenza e rispetto reciproco.

Emblema della Marina Militare, nella nave scuola Amerigo Vespucci è racchiusa l’eccellenza del Made in Italy, sia nel solco delle tradizioni marinare che di una forte dimensione culturale fondata sui valori di solidarietà e rispetto dei diritti umani. Non solo ma durante le campagne d’istruzione l’imbarcazione assume il ruolo di “ambasciatore italiano nel mondo“, allo scopo di promuovere l’immagine dell’Italia, i suoi valori e la sua eccellenza produttiva.

La Marina, attraverso i suoi istituti di formazione, forgia i suoi uomini e le sue donne in modo da creare equipaggi nei quali non esistono differenze di genere e non c’è posto per l’individualismo: il gruppo vince sempre e i colleghi diventano fratelli e sorelle, membri di una famiglia allargata chiamata Marina.

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