Due donne in barca: le designer degli interni dei nuovi yacht Sanlorenzo
Sanlorenzo per gli interni dei nuovi SD96 e SL96Asymmetric ha scelto Patricia Urquiola e Laura Sessa
Sanlorenzo, cantiere in espansione appena premiato per il secondo anno consecutivo da Deloitte come Best managed company, sceglie il lato femminile del navigare. E chiama due donne per il progetto degli interni dei suoi due nuovi yacht SD96 e SL96Asymmetric, entrami disegnati da Zuccon International Project e presentati nell’agorà della Triennale di Milano, tempio del design.
Patricia Urquiola, regina incontrastata del design e dell’arredamento Made in Italy di origine spagnola – laureata però a Milano con il mitico Achille Castiglioni e affinatasi con Vico Magistretti da De Padova – entra per la prima volta nella rosa di archistar del cantiere ligure-toscano per gli interni dello yacht semidislocante SD96, 28 metri che va a sostituire il suo predecessore di successo SD92.
Il suo tocco “gentile”, capace di fare dialogare minimalismo formale e morbidezza materica, forza espressiva e delicatezza concettuale, invade gli ambienti dell’imbarcazione, organizzati su tre ponti, ripensando spazi e funzioni in chiave fluida e flessibile. Tutto cambia e si trasforma: il soggiorno del main deck può ospitare a sorpresa un tavolo da pranzo per dieci persone, la sky lounge può aprirsi completamente all’esterno e funzionare a seconda della disposizione degli arredi da salotto, area pranzo, cinema, l’ambiente conviviale del lower deck può essere protetto da pannelli scorrevoli e diventare una cabina vip con bagno.
Sensorialità e cura del dettaglio si rivelano nella boiserie di rovere cannettato, che rilegge in modo assolutamente contemporaneo la tradizione del legno a bordo e nel contempo funziona da trait d’union di tutti gli ambienti, nel guscio di marmo extrasottile e di metal mesh che protegge la scala di collegamento ai deck («una sorta di periscopio»), nell’acciaio bronzato della struttura portante della scala stessa, nelle superfici vetrate cannettate abbinate a specchi bronzati dei bagni.
“Sono entrata in questa grande famiglia -racconta la designer spagnola– con il mio côté femminile espressamente richiesto nel briefing di Massimo Perotti, chairman di Sanlorenzo, per rendere abitabile la potenza (metaforica ma non solo ndr) dello scafo. Io non sono mai contenta del risultato di ciò che faccio, ma questa volta sono un po’ contenta. Il che significa che in realtà sono davvero contenta di questa mia ‘prima volta'”.
“Ho scelto Patricia -spiega infatti Massimo Perotti– perché volevo inserire nell’universo dei linguaggi di Sanlorenzo un apporto d’interior più femminile, fino ad ora estraneo al mondo della nautica. E lei oggi è la donna più corteggiata dall’industria del design mondiale per la capacità di coniugare bellezza e comfort. Sempre con un tocco di ironia e una sensibilità quasi poetica, fatta di amore per ciò che è glocal e un grande rispetto per il lavoro manuale, quello degli artigiani”.
Tutti gli arredi, frutto di un sofisticato mix tra tecnica industriale e sapienza artigianale, rispecchiano il concept di flessibilità e di modularità che permea il progetto, realizzati ad hoc da aziende dell’eccellenza del design internazionale.
Laura Sessa, architetto romano, firma invece gli interni dello yacht SL96Asymmetric, secondo esperimento di imbarcazione dal layout distributivo asimmetrico di Sanlorenzo dopo il SL102 dell’anno scorso, che debutterà nel 2020 al BOOT di Düsseldorf. Il mantenimento di un solo passavanti sul lato di dritta, eliminando quello sinistro che viene sopraelevato sulla copertura, permette di recuperare metri quadrati interni (esattamente 10 in questo caso) e di rivedere spazi e funzioni.
“Ho iniziato la mia carriera di designer d’interni per la navigazione -ricorda la progettista– lavorando su barche di piccole dimensioni, in cui cura dei dettagli e soprattutto sfruttamento dello spazio al centimetro sono imprescindibili. In tal caso ho voluto portare tutta questa esperienza in un grande yacht, dove tuttavia le esigenze non sono poi così diverse”.
La trasparenza delle ampie vetrate dello scafo – sul fianco sinistro parte della murata si abbassa elettricamente per ampliare la vista panoramica dell’area pranzo – domina gli interni, declinati secondo forme e colori di taglio deciso ma pulito. Un “contenitore di vita“, come lo ha definito il progettista dello scafo Bernardo Zuccon, capace di adattarsi alle diverse esigenze dell’armatore, sfruttando finiture materiche e soluzioni tecniche per ampliare le prospettive.
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