Il libro “Comandante” vince il Premio Marincovich 2024 – Intervista di DN al co-autore e regista del film

DN ha intervistato Edoardo De Angelis, co-autore del libro e regista del film "Comandante" con Pierfrancesco Favino

24 April 2024 | di Maria Cristina Sabatini

Si è svolta la scorsa settimana al circolo ufficiali della Marina Militare di Roma la quindicesima edizione del premio giornalistico-letterario “Carlo Marincovich”, nato per ricordare il famoso giornalista che, per quasi cinquanta anni, ha contribuito a divulgare, attraverso i suoi articoli, la cultura del mare e la passione per le regate e per i motori.

Il premio – ricorda Patrizia Melani Marincovich, moglie del giornalista e segretario della manifestazione – è nato subito dopo la sua morte. Con Antonio Soccol, (n.d.r. giornalista nautico e pilota offshore venuto a mancare nel 2019) ci siamo contattati e abbiamo deciso di fare qualche cosa per ricordarlo. Cerchiamo di rendere il premio migliore ogni anno attraverso i libri che vengono selezionati”.

Le sezioni del Premio Marincovich

Il premio Marincovich è suddiviso in tre sezioni dedicate ai libri (saggistica, narrativa e junior) e in due sezioni giornalistiche dedicate alla cultura del mare e alla navigazione a vela o a motore, anche se, ad essere premiati quest’anno, sono stati esclusivamente gli autori dei libri, a causa del ristretto numero di articoli giunti. Una curiosità: i premi del Marincovich consistono in pezzi di storia del mare e della navigazione, oggetti donati da navigatori e atleti, cantieri nautici e yacht club.

Premio Marincovich: ecco tutti i vincitori

Per la sezione saggistica il primo premio è andato ad Andrea Pasqualetto e a Lucio Trevisan per il libro “Di vento e di terra“, edito da Solferino, in cui ad essere raccontata è la figura dell’imprenditore e uomo di mare Raul Gardini. Al secondo posto si è classificato un saggio sul famoso corsaro inglese “Francis Drake”, realizzato da David Salomoni ed edito dalla casa editrice Laterza. Terzo in classifica “L’isola delle donne”, di Annalisa Comes, edito da Iacobelli.

Nella sezione riservata alla narrativa il primo premio è andato invece a “Comandante” di Edoardo De Angelis e Sandro Veronesi, edito da Bompiani. Il libro racconta l’atto di umanità e di eroismo del comandante della Regia marina Salvatore Todaro, al comando del sommergibile Cappellini, durante la Seconda guerra mondiale. Secondo classificato “Il sentimento del mare” della scrittrice palermitana Evelina Santangelo, edito da Einaudi e al terzo posto “Storie sotto il mare” di Pietro Spirito, edito da Laterza. Per la Sezione junior è stato infine premiato “Perché le acciughe fanno il pallone e altre storie di mare” di Octo P, illustrato da Elisa Codutti ed edito da Il Frangente.

A ritirare il primo premio per la sezione narrativa è stato Edoardo De Angelis, il co-autore del libro e regista del film “Comandante”, che ha visto come protagonista Pierfrancesco Favino. Noi di Daily Nautica lo abbiamo intervistato a margine della cerimonia di premiazione.

Intervista a Edoardo De Angelis, coautore del libro e regista del film “Comandante”

Quando è nata l’idea di realizzare il libro e poi il film sul comandante Todaro?

“Era il 2018 e l’Ammiraglio Giovanni Pettorino, in occasione dei 123 anni della Guardia Costiera, doveva dare un’indicazione ai propri uomini rispetto ad una serie di dettami ricevuti in quel periodo di chiudere i porti italiani, ma la Guardia costiera esiste con una missione di salvataggio e quindi Pettorino aveva l’esigenza di guidare i propri uomini in quel momento disorientati. Non poteva esprimersi in maniera apertamente critica nei confronti delle istituzioni, di cui anche lui faceva parte, e quindi scelse la strada della parabola e raccontò la storia vera di Salvatore Todaro. Quando l’ho scoperta mi è risuonata subito: questa storia aveva dentro elementi tematici a me molto cari: il tema della forza, dell’identità e del mare”.

Anche il modo di raccontare questa storia è molto particolare, d’impatto: da cosa dipende?

“Sono affezionato ad un modo di raccontare empatico, in primis rispetto ai personaggi. Questo, forse, o almeno questo è il nostro augurio, genera una forma di empatia anche nei confronti del lettore. L’immersione letterale, in questo caso nella carne, nel corpo, di un personaggio, per me è fondamentale perché mi pongo le domande che quel personaggio si pone, le paure che lo attanagliano, i desideri che lo animano. Ogni tanto, se capita qualche gioia fulminante che quel personaggio prova, la provo anch’io”.

Ci può spiegare la scelta di utilizzare in ogni capitolo la voce di un personaggio diverso con un dialetto differente?

“Tutto parte da un ragionamento di natura tematica ed è legato all’idea di che cosa sia l’identità nazionale italiana. l’Italia è un crogiolo, è una nazione che nasce per le sue differenze, si stratifica, è una nazione che è sempre stata dai confini porosi. Anche la nostra identità è porosa. A quel tempo un siciliano e un padovano non si comprendevano perché non utilizzavano la stessa lingua. Utilizzavano i loro dialetti di provenienza e pure tutto questo “casino”, era l’Italia ed è l’Italia ancora oggi”.

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