Sulle spiagge della Liguria torna l’invasione delle velelle

Parenti strette delle meduse, non risultano urticanti. In questi giorni Arpal sta monitorando la situazione

17 April 2018 | di Giuseppe Orrù
Una velella
Una velella

Con la primavera sono ripresi gli avvistamenti di velelle lungo le coste della Liguria. Negli ultimi giorni le segnalazioni sono arrivate in particolare dal Ponente della regione ma la presenza di questi organismi è molto frequente nei nostri mari.

La “Velella velella”

La Velella velella, detta anche “barchetta di San Pietro”, è una parente stretta delle meduse: è un idrozoo che forma colonie di polipi galleggianti. È caratterizzata dal colore blu, che le fornisce una schermatura dalla luce ultravioletta e da una piastra chitinosa con la caratteristica “vela” sopra. Il diametro di una velella è di pochi centimetri ma l’aggregazione tra diverse unità forma grandi chiazze bluastre che si estendono sulla superficie marina anche per chilometri.

Il colore e la formazione di questi agglomerati a volte inducono l’osservatore a credere che queste chiazze siano in realtà macchie di petrolio. Il successivo spiaggiamento a riva provoca, invece, odori sgradevoli come tutti gli organismi in decomposizione. La Velella velella, nonostante possieda cnidocisti (organi urticanti), non è urticante.

Interi banchi di vellele si spiaggiano sulle coste liguri

Interi banchi di vellele si spiaggiano sulle coste liguri

Arpal monitora la situazione

Arpal monitora le velelle nell’ambito delle attività legate alla Strategia Marina, una direttiva comunitaria che si basa su un approccio integrato e si propone di diventare il pilastro ambientale della futura politica marittima dell’Unione Europea.

La direttiva infatti pone come obiettivo agli Stati membri di raggiungere entro il 2020 il buono stato ambientale (“Good Environmental Status”) per le proprie acque marine. La direttiva ha suddiviso le acque marine europee in 4 regioni: Mar Baltico, Oceano Atlantico Nordorientale, Mar Mediterraneo e Mar Nero. Per alcune di queste ha inoltre provveduto ad un’ulteriore suddivisione individuando delle sotto-regioni.

Nel Mediterraneo sono state invece individuate tre sub-regioni: il Mediterraneo occidentale (di cui Arpal è capofila e coordina tutte le attività), il mar Adriatico, il mar Ionio e il Mediterraneo centrale. Nello specifico Arpal si occupa del visual census del macrozooplancton gelatinoso, che comprende anche le velelle.

Il monitoraggio

Questo monitoraggio ha cadenza bimestrale lungo 4 transetti, localizzati tra 3 e 12 miglia nautiche dalla costa davanti a Vado Ligure, Genova Voltri, Portofino e Punta Mesco. In caso di avvistamento, gli operatori Arpal hanno il compito di annotare coordinate, data e ora, condizioni meteo-marine, specie osservate, abbondanza, densità e tipo di aggregazione. I dati raccolti vengono poi trasmessi al Ministero dell’Ambiente, insieme agli altri parametri rilevati.

 

Foto: Arpal

Giuseppe Orrù

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