La foca monaca hawaiana esce dal pericolo di estinzione grazie al Covid

Le stime mostrano che il numero di esemplari di questa specie è cresciuto negli ultimi anni, superando i 1500

16 June 2022 | di Paolo Ponga

La NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), organismo americano fra i massimi esperti mondiali nello studio degli oceani, ha tolto la foca monaca delle Hawaii dalla lista delle specie considerate a rischio di estinzione.

Le foche monache hawaiane si trovano sia nel monumento nazionale marino di Papahanuamokuakea che nel santuario marino nazionale delle megattere delle isole Hawaii. Il loro numero, in costante diminuzione, è tenuto sotto osservazione da oltre 40 anni e un recupero sembrava impossibile.

Adesso, invece, le stime mostrano un’invesrione di tendenza: il numero di esemplari di questa specie in via di estinzione è cresciuto negli ultimi anni, superando i 1500. In un periodo come questo, vissuto fra allarmismi globali e problemi di ogni genere per l’ambiente e la natura, è una grande notizia! Ma qual è il motivo? Il Covid-19, che ha limitato gli spostamenti degli esseri umani e quindi la caccia a questi animali, la pesca indiscriminata in cui molti esemplari si ritrovano coinvolti e la contaminazione del loro habitat.

I ricercatori che vivono tentando il loro recupero e la crescita della specie devono aver vissuto quelle che vengono definite in psicologia “montagne russe emozionali“. Un momento di vera euforia al pensiero di essere riusciti in ciò che sembrava impossibile: togliere la specie dalla lista di quelle minacciate di estinzione. Per poi scoprire che la causa principale è stata la pandemia mondiale. Psicologicamente sulla vetta del mondo, per poi scendere precipitosamente verso il fondo. A volte sembra che non ce la possiamo proprio fare come specie.

“Dopo il ritorno delle squadre sul campo a Honolulu lo scorso autunno – ha dichiarato un funzionario della NOAA – è iniziata l’analisi della popolazione. Ora i numeri sono emersi e le notizie sono buone. Stimiamo che il numero totale di foche monache nell’area analizzata fosse di 1.570 nel 2021. Si tratta di un aumento rispettabile rispetto alla stima più recente di 1.435 nel 2019. Segna la prima volta che la popolazione ha superato le 1.500 foche in più di due decenni”.

Poveri animali. In effetti, il loro problema non è costituito solo dagli esseri umani che agiscono attivamente contro di loro. La foca monaca hawaiana (Neomonachus schauinslandi) richiede un habitat terrestre per funzioni vitali critiche, come il parto e l’allattamento. Le isole forniscono anche uno spazio di riposo che è prossimo alla loro area di pesca e che tiene le foche al sicuro dagli attacchi degli squali. Però l’habitat terrestre nelle isole hawaiane nordoccidentali (NWHI) è minacciato dal cambiamento climatico globale, in pratica dall’innalzamento del livello del mare.

Molti isolotti di sabbia utilizzati dalle foche stanno riducendosi in termini di dimensioni da almeno diversi decenni: l’isola di Whaleskate è un esempio tipico di questo fenomeno. Questa isola dal nome curioso (“pattino di balena”) si trova a French Frigate Shoals (Kānemilohaʻi), il più grande atollo delle isole Hawaii nordoccidentali, e una volta era uno dei luoghi con il maggior numero di nascite di cuccioli di foca monaca. Ma nel 2000, a causa dell’innalzamento del livello del mare, l’isola è finita sotto la superficie.

Le foche si sono così trasferite in altri isolotti, che però non riescono a garantire la sicurezza dei cuccioli. Mentre normalmente un piccolo ha il 95% di possibilità di superare lo svezzamento, in queste zone la percentuale scende al 57%, soprattutto a causa degli attacchi dei pescecani. In ogni caso, il vagone della montagna russa ha ripreso a salire. Le povere foche, malgrado tutto, riescono a sopravvivere, anzi a crescere di numero. La natura è davvero incredibile e ci fornisce sempre speranza per il futuro.

 

Fonti foto: NOAA, The Marine Mammal Center, HMAR

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