È più pericoloso il morso di uno squalo, un fulmine o una noce di cocco?

Secondo il National Geographic si ha una possibilità su 3.700.000 di essere uccisi da uno squalo

12 November 2022 | di Paolo Ponga

I ricercatori americani di www.floridapanhandle.com hanno da poco aggiornato le statistiche relative agli attacchi degli squali. “Quello che era iniziato come un divertente progetto di ricerca – afferma David Angotti, fondatore del sito – è rapidamente diventato un progetto colmo di passione”.

“Durante la nostra ricerca – continua Angotti – ci siamo resi conto di come ogni anno meno di 10 persone al mondo vengano uccise dagli squali, mentre allo stesso tempo gli squali uccisi dagli esseri umani sono 100 milioni. Siamo convinti che le statistiche che pubblichiamo aiuteranno il pubblico a rendersi conto che gli attacchi di squali sono estremamente rari e di solito non hanno un esito mortale. Sulla base di questi dati non dovremmo temere gli squali ma proteggerli“.

Angotti sottolinea poi che, se si osservano attentamente i dati, risulta evidente come le probabilità di essere attaccati da uno squalo siano quasi zero. “Negli Stati Uniti – conclude – hai circa 50 volte più probabilità di morire a causa di un fulmine o 10 volte di più a causa di un incidente con i fuochi d’artificio”.

Secondo il National Geographic si ha una possibilità su 218 di morire per una caduta accidentale e una su 3.700.000 di essere uccisi da uno squalo. Le noci di cocco? La loro caduta fa circa 150 morti nel mondo ogni anno, 15 volte di più del numero delle vittime causate dagli squali. Però non sembra ci siano film orrorifici sull’argomento. Niente “Il ritorno della noce assassina”, chissà perché. Forse il motivo è che il terrore ancestrale di essere mangiati, tipico dei nostri lontani antenati, non ci ha mai davvero abbandonato.

In ogni caso, quali sono le specie di squali più pericolose? Bullshark, Longimanus, Tigre e GWS, ovvero il Grande Squalo Bianco. Nella maggior parte dei casi, l’89,4% per la precisione, lo scontro non si rivela mortale ma si tratta solo di un morso d’assaggio. Sembrerebbe infatti che non abbiamo un sapore a loro gradito: esperimenti condotti anni fa avevano ipotizzato che per il loro palato la nostra carne avesse il sapore del tabacco bruciato. Chissà.

Quali, invece, le zone più colpite? Stati Uniti, Australia e Africa meridionale. Negli USA la palma nera è della Florida, dove sono avvenuti la maggior parte degli attacchi. Questo fa però venire in mente una cosa e fa sorgere un sospetto. In Florida è normale praticare pesca sportiva agli squali, pasturare con carne e pesce per attirarli e poi cacciarli senza pietà quando impazziscono per l’odore e il sapore presenti in acqua. Normale da quelle parti è anche praticare “shark feeding“, ovvero nutrirli con residui sanguinolenti per attirarli, per poi portare turisti a fare immersioni in totale insicurezza. Stessa pratica in Sudafrica.

Non sarà, quindi, un po’ colpa degli esseri umani? In altri casi, tipicamente australiani invece, gli squali bianchi vedono il surfista vestito di nero e lo prendono per una foca in superficie. In questo caso non possiamo dare la colpa a nessuno, tantomeno alle povere foche.

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