Avvistamento cetacei: una certificazione segnala gli operatori che rispettano il benessere di delfini e balene

Passoni (Friend of The Sea) a Daily Nautica: "La certificazione delle attività di avvistamento cetacei è nata dall’esigenza di trovare dei codici di condotta da sottoporre agli operatori turistici di imbarcazioni di avvistamento cetacei per impattare il meno possibile su questi animali"

15 June 2022 | di Maria Cristina Sabatini

Osservare i delfini e le balene liberi di nuotare nel loro ambiente naturale è un’esperienza indimenticabile, ma per godere di questa preziosa opportunità, oggi come in futuro, occorre preservare e rispettare i nostri amici cetacei, ammirando questo meraviglioso spettacolo della natura con discrezione, in compagnia di operatori qualificati che adottino nelle loro escursioni regole volte alla sostenibilità e al benessere degli animali.

Proprio per identificare quelle attività di “dolphin and whale watching” che, durante i tour di avvistamento, rispettano un codice di condotta a basso impatto e raggiungono determinati livelli di sostenibilità, Friend of The Sea, standard di certificazione di prodotti e servizi che salvaguardano l’ambiente marino della Ong World Sustainability Organization, ha creato la certificazione sustainable dolphin and whale watching.

Daily Nautica ne ha parlato con Mario Passoni, responsabile progetti di conservazione Friend of the Sea e Friend of The Earth. “La certificazione delle attività di avvistamento cetacei – ci ha spiegato Passoni – è nata dall’esigenza di trovare dei codici di condotta, dei criteri di sostenibilità da sottoporre agli operatori turistici di imbarcazioni di avvistamento cetacei per impattare il meno possibile su questi animali”.

La check list della sostenibilità: lo standard Friend of The Sea

“Abbiamo così individuato – ha raccontato il responsabile dei progetti di conservazione – una check list, un documento con vari requisiti di sostenibilità: dai permessi per poter navigare all’interazione con i cetacei, che è la cosa più importante. Come approcciarli con la barca, non dargli da mangiare, non usare l’eco scandaglio che potrebbe disturbarli. Tutte quelle cose, insomma, che possono andare ad impattare su questi animali sia in termini di stress, sia di cambiamenti del loro comportamento”.

“Queste barche infatti – ha aggiunto Passoni – possono essere considerate dai cetacei, ad esempio, come predatori o come competitori per il cibo e possono quindi cambiare le loro dinamiche comportamentali. I cetacei, inoltre, hanno un udito molto particolare e l’elica dei motori potrebbe creare un disturbo acustico e farli allontanare”.

Non sono solo le imbarcazioni a poter arrecare disturbo a delfini e balene nel loro ambiente naturale, anche nuotare con questi meravigliosi animali non è consentito ai passeggeri degli operatori che desiderino essere certificati Friend of The Sea. “Nonostante  sia una delle cose più belle che si possa fare in natura – ha sottolineato Passoni – è stato dimostrato scientificamente che può creare un effetto negativo sui cetacei”.

“A Tonga, in Polinesia, ad esempio – ha proseguito – da giugno ad agosto arrivano le megattere con i piccoli per allattarli e per svezzarli. Lì è consentito nuotarci. Sono stati fatti però degli studi dai quali si è visto che l’interazione ha creato un disturbo e le balene stesse stanno cambiando rotta di migrazione o comunque si stanno allontanando da questa zona per non essere disturbate dai turisti. Quindi l’impatto può essere davvero forte”.

Cosa occorre fare per essere certificati Friend of The Sea?

Per ricevere la certificazione – ha concluso il responsabile progetti di conservazione Friend of the Sea –  occorre prima di tutto compilare un form iniziale. Poi si organizza una ispezione per valutare se sussistano i requisiti. Qualora sussistano viene fornita la certificazione che dura 3 anni. A volte accade che non tutti gli operatori rispettino i requisiti fin da subito. Allora cerchiamo di guidarli, per quanto possibile, per ottenerla, per portare delle migliorie. Infine li aiutiamo tramite attività di comunicazione, valorizziamo le loro attività”.

Diversi operatori turistici in Italia hanno ricevuto la certificazione “sustainable dolphin and whale watching”,  come a Golfo Aranci, in Sardegna, dove Friend of The Sea collabora con gli operatori del network del Golfo dei Delfini, progetto di avvistamento delfini della Onlus Worldrise, all’arcipelago della Maddalena o nell’Area marina protetta delle isole Pelagie. A Lampedusa, sono stati certificati dieci pescatori che, a bordo della stessa imbarcazione con cui durante l’anno pescano, ospitano nei mesi estivi i turisti alla ricerca dei delfini che attraversano l’area marina protetta, sempre nel rispetto della sostenibilità.

Tutti questi operatori hanno deciso di fare qualcosa per il pianeta e per l’ecosistema marino. Hanno deciso di essere formati, di tutelare il benessere dei cetacei nel corso degli avvistamenti e anche di abolire la plastica monouso a bordo. Hanno deciso di pensare al nostro futuro e al futuro del mare. Per chi volesse maggiori informazioni può visitare il sito di Friend of The Sea.

 

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