23 giugno 2025

A bordo della rompighiaccio di Greenpeace “Artic Sunrise”

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La nave della battagliera associazione ambientalista è stata la prima a circumnavigare l’isola antartica dl Ross

A bordo della rompighiaccio di Greenpeace “Artic Sunrise”

La nave della battagliera associazione ambientalista è stata la prima a circumnavigare l’isola antartica dl Ross

4 minuti di lettura

Il suo primo nome era “Orso Polare”, aveva lo scafo color rosso cupo ed era la nave di una compagnia di cacciatori di foche. Il suo primo incontro con le attiviste e gli attivisti di Greenpeace non fu esattamente pacifico. Gli ambientalisti la arrembarono per impedirle di portare materiale per la costruzione di un aeroporto militare in un’isola artica abitata da una numerosa popolazione di pinguini. Poi, considerati i divieti e le sempre più restrittive regole che disciplinano la caccia alle foche, l’Orso Polare fu messo in vendita. “Abbiamo provato a comprarla come Greenpeace – spiega Federico Spadini, portavoce della Campagna per il Clima dell’associazione ambientalista – ma  a noi non la volevano vendere. Allora abbiamo creato una società di copertura che abbiamo chiamato Arctic Sunrise Ventures e nel 1995 siamo riusciti ad acquistarla”.

La “lavatrice”

Lo scafo di Orso Polare viene colorato di verde e la rompighiaccio viene ribattezzata “Artic Sunrise“, alba artica, diventando così la seconda nave della flotta dell’associazione ambientalista, dopo l’ammiraglia Rainbow Warrior III.

Artic Sunrise è una nave di 497 tonnellate di stazza lorda e 49,62 metri di lunghezza, che può raggiungere una velocità di 13 nodi e può ospitare 15 uomini dell’equipaggio, oltre al comandante e a tre ufficiali. Battente bandiera olandese, è dotata di uno scafo dislocante. Il che significa che, in zone artiche, non spezza il ghiaccio con la prua ma ci sale sopra grazia al suo fondo piatto e lo spacca col suo peso. Cosa che comporta non pochi disagi per chi ci sale a bordo. “Basta un po’ di mare – racconta il marinaio Felipe, salito  bordo dopo con una lunga attività nei movimenti ambientalisti brasiliani – che la nave si inclina anche di 45 gradi. Sulla fiancata leggete ‘Artic Sunrise’, ma tra di noi la chiamiamo la ‘lavatrice’. E non potete dire di non soffrire il mal di mare sino a che non ci salite sopra”. 

L’assalto agli Artic 30

Il passaggio sotto le bandiere ambientaliste ha regalato alla rompighiaccio una vita davvero avventurosa. Nel 1999 ingaggiò, infatti, una vera battaglia navale contro la baleniera giapponese Nisshin Maru che la speronò. Per fortuna non ci furono feriti. 

Nel 2013 la rompighiaccio fu poi abbordata violentemente dalle truppe d’assalto russe dopo un’azione alla piattaforma petrolifera Prirazlomnaya, nel Mare Artico, quando trenta attivisti tentatarono di salire sulla sua struttura esterna per protestare contro la corsa al petrolio in un ambiente così delicato come quello artico. La Russia sequestrò la nave e incarcerò in maniera assolutamente arbitraria,  come stabilì la Corte europea dei diritti dell’uomo, gli attivisti, tra cui anche due giornalisti. La vicenda, che passò alla cronaca come Artic 30, destò clamore e proteste in tutto il mondo e si concluse con la liberazione degli ambientalisti dopo circa quattro mesi di detenzione.

Un momento dell'assalto delle forze speciali russe all'Artic Sunrise

Le forze speciali russe abbordano l’Artic Sunrise

Nel 1997 l’Artic Sunrise fu inoltre la prima nave al mondo a circumnavigare l’isola di James Ross, al largo della penisola Antartica. Un’impresa prima ritenuta impossibile. “Ma non fu merito nostro ma dei cambiamenti climatici – spiegano gli attivisti di Greenpeace – che hanno diminuito lo spessore del giaccio aprendo una via prima impraticabile. Un ennesimo campanello d’allarme di quanto sta succedendo al nostro pianeta“.

In questi giorni l’Artic Sunrise è ormeggiata a Venezia e si appresta a salpare per altri porti dell’Adriatico. “Il nostro obiettivo – conclude Federico Spadini – è anche quello di fare informazione. Abbiamo lanciato la campagna Stop Fossil Gas per far capire alla gente e ai governi che la strada da percorrere è quella delle energie rinnovabili e di abbandonare quella costosa e inutile dei fossili”. Perché, se andiamo avanti così, la circumnavigazione dell’isola di Ross la potremmo fare in canoa. 

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