Storie dalla Giraglia, il racconto “on-board” della regata più antica del Mediterraneo

Due giovani velisti ci raccontano cosa vuol dire fare la Giraglia Rolex Cup, la regata più vecchia del Mediterraneo

29 June 2018 | di Redazione Daily Nautica
Trilogy
Trilogy

La Giraglia Rolex Cup è uno degli appuntamenti clou della vela d’altura nel Mediterraneo, la “classica” per eccellenza. Quest’anno vogliamo provare a raccontarvi cosa vuol dire viverla da bordo, con la testimonianza diretta di chi ha partecipato come regatante. Una manifestazione carica di storia, che nel 2018 ha compiuto 66 anni, guadagnandosi il titolo di regata più vecchia del Mediterraneo. Vecchia sì, ma in splendida forma, come dimostra la grande partecipazione della “lunga” con circa 200 barche sulla linea di partenza.

Alberto “Nuz” Nuzzi, 28 anni e Lorenzo Meroni, 24 anni, hanno partecipato all’ultima Giraglia Rolex Cup, il primo come tailer/randa a bordo del J122 di Giancarlo Ghislanzoni, Chestress 3, mentre il secondo come tailer sul Latini 52 di Ferdinando Battistella, Trilogy. Pur avendo preso parte alla stessa regata ci raccontano due punti di vista diametralmente opposti: ecco il racconto di due “Giraglie”!

“Nei giorni prima della partenza -ci ha spiegato Lorenzoci aspettavamo un maestrale piuttosto intenso e dopo la partenza siamo stati costretti a rivedere tutte le nostre previsioni. La tattica è stata fondamentale, dopo la partenza ci siamo portati subito più a est di tutti e fino alla Giraglia abbiamo navigato sempre di bolina piuttosto veloci”.

“L’arrivo in Giraglia -ha sottolineato Meroni è stato bellissimo perché abbiamo avuto la conferma che aver navigato a est era stata la scelta più giusta: eravamo davanti ai Maxi, fermi sotto la Corsica e abbiamo girato nel silenzio più totale all’alba. Un momento quasi surreale, cambiando le vele di prua, passando da gennaker a code-0. Ancora silenzio, la manovra è stata velocissima, si sentivano solo le drizze che scorrevano e l’acqua sotto lo scafo. Un momento davvero incredibile”.

Alberto, invece la prima notte l’ha vissuta in modo diverso, praticamente al contrario. “Siamo partiti – ci ha raccontato ‘Nuz’ e abbiamo passato la notte tra la bonaccia più totale, le micro-ariette e banchi di meduse. La notte per noi è stata lunga, ma durante la giornata siamo cresciuti come passo ed il momento positivo è culminato nell’approccio alla Giraglia: dovevamo cambiare da code-0 a gennaker, ci stavamo preparando tutti per la manovra e alla fine, quando eravamo tutti pronti, uno spruzzo ha richiamato la nostra attenzione: tre balene ci stavano passando affianco. La manovra è stata ritardata di alcuni secondi, ma ne è valsa la pena”.

Dopo la Giraglia

Dopo il passaggio in Giraglia, Chestress3 ha optato per rimanere con il fiocco in bolina verso Genova con tutto il resto della flotta che poggiava verso levante. “Molte barche -ha continuato Albertosi sono dirette più verso est ‘scucchiaiando’ con una rotta più lunga, ma veloce. Ci siamo trovati davanti a questa bivio  e abbiamo deciso di andare dritti per dritti, virando anche su uno scarso e spingendoci ancora più a ovest prima di virare ancora e puntare Genova”.

“Poco prima che tramontasse il sole -ha ricordato Nuzzi l’aria era molto secca, c’era pochissima foschia e dalla nostra posizione si scorgevano anche le Alpi Apuane e l’Isola Gorgona. La notte invece non vedevamo molte luci (di altre imbarcazioni n.d.r) ed è stato solo quando siamo arrivati vicino a Genova che abbiamo capito che eravamo riusciti a mettere la prua davanti alle barche che erano andate ad est”.

Diversa sorte per Trilogy e Lorenzo che hanno avuto fiducia nel nord-ovest. “Siamo arrivati –ha concluso Lorenzo molto velocemente 8/9 miglia a ovest di Genova. Lì, però, siamo rimasti impantanati completamente nella bonaccia, impiegando circa 4 ore per raggiungere il traguardo. Un vero peccato ma anche questo fa parte del gioco”.

La Giraglia Rolex Cup è organizzata dallo Yacht Club Italiano, con la collaborazione – nelle acque francesi – della Societé Nautique de Saint Tropez. La prima barca a tagliare il traguardo quest’anno è stata il Wallycento Tango di Hansen Ole.

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