Rio 2016: i voti agli azzurri della vela, per noi il migliore è Mattia Camboni

L'olimpiade è un gioco crudele dove i risultati contano moltissimo. La nostra nazionale di vela ha regatato al di sotto delle aspettative, ma con lo sguardo verso Tokyo 2020 i talenti non mancano

22 August 2016 | di Redazione Daily Nautica
Campionato Mondiale Classi Olimpiche 2014 - Santander 8-21 settembre - ITA 88 Mattia Camboni - Foto Fabio Taccola©

L’Olimpiade di Rio è finita e, come sappiamo e abbiamo scritto, per la vela italiana non è arrivata alcuna medaglia. Un risultato che ha tradito le aspettative della vigilia: pur con le dovute differenze in termini di risultati e performance, rispetto all’olimpiade di Londra non cambia molto per ciò che portiamo a casa, ovvero nessuna medaglia. Per una nazione come l’Italia, circondata da coste, due olimpiadi di fila senza nessun podio è obiettivamente un dato allarmante che deve imporre una reazione immediata da parte della federazione: due quadrienni con Carlo Croce Presidente della FIV non hanno prodotto sicuramente i risultati in cui tutti speravamo.

Va detta con voce forte e chiara una cosa: nello sport i risultati contano, soprattutto quando si fa parte di una nazione come l’Italia che ha un’importante tradizione velica. Un atleta non viene ricordato per il suo buon quadriennio o per i miglioramenti che ha fatto da un punto di vista tecnico. Un atleta viene ricordato se vince una medaglia, è il crudele gioco dell’Olimpiade e dello sport in generale. L’importante è partecipare, in tutta onestà, conta il giusto, ovvero molto poco.

Il problema non è certo la mancanza di talenti, ma la loro gestione tecnica durante l’olimpiade. L’Italia ha avuto e continua ad avere ottimi velisti, forse ad oggi manca un fuoriclasse come Alessandra Sensini, ma alcuni dei nostri atleti avevano sicuramente le carte in regola per puntare a un podio.

Andiamo ad analizzare quindi le singole performance dei nostri velisti e, perché no, ci permettiamo anche una valutazione sull’operato della Federazione.

FIV Voto 5: Il DT Marchesini non si è nascosto dietro scuse e questo va sottolineato. Nella conferenza stampa di analisi post regate ha precisato la delusione per le aspettative tradite, ma ha, giustamente, rimarcato il miglioramento rispetto a quanto visto a Londra. Va da se che alla luce dei risultati finali la gestione FIV non può essere considerata sufficiente, le responsabilità non possono essere esclusivamente degli atleti. Qualcosa nella gestione dei nostri velisti non è andata per il verso giusto e a confermare questo dato è il crollo dei nostri in medal race.

Flavia Tartaglini (RS:X) Voto 6,5: La 31enne romana ha fatto una grande olimpiade, su questo non c’è dubbio. Tra i nostri atleti in odore di podio era la meno quotata ed è stata in testa per la maggior parte della serie di regate. E’ crollata in medal race, forse in maniera quasi inspiegabile ma la consistenza nei momenti decisivi è sempre stata uno dei talloni d’achille di Flavia Tartaglini.  Tokyo 2020 non è un obiettivo impossibile, più difficile giocarsi un’altra possibilità di medaglia.

Bissaro-Sicouri (Nacra 17) Voto 6: Brucia tanto il risultato dei due ingegneri italiani, finiti solo quinti. Il loro quadriennio olimpico è stato di livello enorme considerato che era il loro esordio nelle classi olimpiche. Erano tra i velisti italiani più quotati per una medaglia ma quella “maledetta virata” durante la medal race ha impedito al Nacra 17 italiano un risultato storico. Non si può negare il 6 a Bissaro-Sicouri, con la speranza che per loro Tokyo 2020 non sia solo un sogno ma un obiettivo di rivincita concreto.

Conti-Clapcich (49er FX) Voto 4,5: Dispiace tanto, ma dopo un quadriennio a livello altissimo da un equipaggio con questa esperienza ci si aspettava molto di più di un quinto posto. Dopo la vittoria di Europeo e Mondiale, la sensazione è stata che la coppia italiana abbia perso qualcosa. Maluccio il mondiale in Florida dove avrebbero dovuto difendere il titolo, male a Rio dove non hanno mai dato la sensazione di trovare la continuità per regatare in zona podio. Sono state le uniche a non sbagliare la medal, chiudendo terze, ma sono entrate in finale già matematicamente fuori dal podio e questo è molto al di sotto delle loro possibilità. Hanno annunciato il loro ritiro dalle classi olimpiche.

Tita-Zucchetti (49er) Voto 5,5: Il 49er italiano ha molti talenti e loro sono sicuramente tra questi. Il 14mo finale ci sembra un po’ al di sotto delle possibilità, avevano le carte in regola per strappare un posto in medal race, come visto durante il quadriennio, pur non avendo ambizione di podio. Per Tokyo 2020 la concorrenza interna sarà forte.

Mattia Camboni (RS:X) Voto 7: A 20 anni ha tutta la carriera davanti. E’ entrato in medal race vincendo una regata contro avversari nettamente più esperti e preparati, ha chiuso decimo la sua prima olimpiade. Talento cristallino da proteggere e lasciare crescere, a Tokyo 2020 può assolutamente essere protagonista.

Francesco Marrai (Laser) Voto 6: discorso simile per quanto detto su Camboni, ma il giovane laserista toscano, finito dodicesimo, ha mancato l’obiettivo della medal che poteva essere alla sua portata. Va sottolineato il livello altissimo di una classe dove Marrai avrà tempo e modo per esprimersi a livello più alto, come ha già dimostrato di poter fare. La strada verso Tokyo 2020 può regalare soddisfazioni.

Silvia Zennaro (Laser Radial), Voto 5: La più “social” della squadra azzurra, anche lei all’esordio olimpico. La medal race era un obiettivo fuori portata, ma il 22mo finale sembra un po’ al di sotto delle possibilità. La vedevamo dentro i 15 o forse poco sopra. Per Tokyo 2020 c’è molto da lavorare.

Giorgio Poggi (Finn) Voto 5,5: Al mondiale di Gaeta era sembrato in stato di grazia, conquistandosi un posto meritato per questa olimpiade. Sapevamo che la medal race era un traguardo difficile, ma il 18mo finale con due sole prove concluse tra i 10 appare leggermente al di sotto di quello che avrebbe potuto fare, pur in una classe con un livello tecnico mostruoso.

Berta-Sinno (470 femminile) Voto 5: Praticamente non pervenute, ma a discolpa loro c’è il caso doping che ha imposto un cambio di timoniera a pochi giorni dell’inizio delle regate. Si sapeva che la montagna da scalare a Rio era decismente troppo alta per le ragazze del 470 italiano. Chiudono 19me un’Olimpiade anonima.

 

 

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1 commento

  1. Pietro Palloni says:

    Sono, circa, 12 anni che vado ripetendo lo stesso ritornello. Noi creiamo Atleti, che corrono su dei Mezzi intorno a tre boe, che non vincono una olimpiade.
    I nostri avversari formano dei Marinai che conducono delle Barche sia in regata sia alle Olimpiadi e le vincono.
    Non credo sia solo un fatto di lessico.

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