Le Regate di Primavera di Portofino e quel fascino tutto ligure

Le Regate di Primavera di Portofino si sono concluse con la vittoria di Itacentodue di Adriano Calvini nella classe IRC e del Wally 94 Sensei di Jean Sebastien Decaux tra gli Open

11 May 2023 | di Valerio Caccavale

Quando vedi con 6 nodi di un tipico vento da Sud-Sud Ovest, Drifter Cube con al timone Lorenzo Bortolotti andare mure a sinistra a cercare l’ultimo scarso sotto la Cervara per uscire dal faro di Portofino mure a dritta davanti alla flotta, vengono in mente 50 anni di storia della vela italiana. Quella vela che in Italia interpretava lo “yachting” inglese, declinato e valorizzato dall’ambiente glamour che solo Portofino sapeva dare.

Vengono in mente gli armatori che hanno fatto la storia, tra cui Falck, Borromeo, Carriero, Landolfi , Bonadeo ed i loro marinai portofinesi e del Golfo del Tigullio. Franco, Charly, Devoto, Giuli, marinai che hanno portato valore in tutti i mari e i campi di regata del mondo. Ma Portofino e le sue regate non erano e non sono solo mare: sono la piazzetta, sono i passaggi dei Vip e le ville dei personaggi famosi, i cacciatori di foto, oggi di selfie. Perché Portofino è Portofino e le regate non sono così agonisticamente prioritarie nello spettacolo generale della costa, del mare e del borgo. Poi c’è Santa Margherita che supporta una grossa fetta di logistica che il piccolo borgo non potrebbe sostenere.

Le barche in regata: tra tradizione e voglia di futuro

Le barche che una volta facevano sognare, i Rrose Selavie, i Guia, gli Almagores, i Mandrake, i Moby Dick, erano lunghe poco più di 12 o 13 metri ( 40-45 piedi). Ora il minimo per iscriversi alle regate sono 50 piedi, ma le barche più ammirate arrivano a sfiorare i 100 piedi con alberi infiniti, logistica a terra, tender con centinaia di cavalli. Portofino è la sfilata di Flyingnikka, la barca a vela futuristica dotata di foil, che non ha avuto abbastanza vento per riuscire a volare. Sebbene facciano molto discutere, c’è chi pensa che i foil siano il futuro della vela. Del resto sono già diventati il presente in tante regate estreme.

Portofino è la regata perfetta per Itacentodue, che vince perché a bordo sono perfetti nella navigazione e nelle manovre, perché non hanno bisogno di fare tanta tattica, perché è la barca giusta come velocità e come rating per queste condizioni di vento. Portofino è Frally, con al timone il sindaco di Genova Marco Bucci, che si spende come nessuno per creare dal “modello Genova” anche un “modello yachting”, ospitando il Grand Finale di The Ocean Race e dando vita ad un Waterfront di Levante che guarda al futuro. Portofino è ICE Yacht che copre quasi metà di tutta la flotta, con una gamma da 50 a 70 piedi di fast cruising che dà un segnale di forte presenza sul mercato.

Il verdetto

Le classifiche dicono che ha vinto Itacentodue nella classe IRC e il Wally 98 Sensei in classe Open, in due giornate di regate con poco vento e una giornata finale dove l’attesa del vento è stata vana. Difficile il commento tecnico quando si regata con barche così diverse tra loro e con dimensioni che implicano un utilizzo di impianti elettrici ed idraulici importanti, belle e spettacolari, ma agonisticamente è improbabile il confronto sportivo. Alla fine tutti contenti, tutti ad apprezzare e a darsi appuntamento al prossimo anno. Un appuntamento che torna ad essere un “must” grazie sicuramente alla capacità organizzativa dello Yacht Club Italiano e agli sponsor ma soprattutto perché Portofino è Portofino.

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