Kitesurf estremo sulla barriera corallina: è record. FOTO

Lo scorso 26 agosto un team di otto kiter ha completato la più lunga traversata oceanica percorrendo 1.237 chilometri attraverso la Grande Barriera Corallina australiana. Obiettivo: infrangere il record mondiale di distanza con il kite e raccogliere fondi per un importante centro medico di ricerca.

2 September 2015 | di Redazione Daily Nautica

Il kitesurf, per come lo conosce la maggior parte degli appassionati, è fatto di lunghe session a base di planate lungo costa e salti mozzafiato spesso per impressionare i bagnanti a riva. Eppure negli ultimi anni hanno cominciato a prendere piede nuove varianti di kitesurf che si avvicinano molto di più alla vela d’altura, alle traversate oceaniche e alle cosiddette prove di “endurance”. Si scelgono accuratamente ali e tavole in base alle condizioni meteo attuali e previste (correnti e salti di vento compresi), si parte da una spiaggia e non si torna dove si è usciti, bensì si macinano quante più miglia possibile per approdare dall’altra parte dell’orizzonte. Una sfida faticosa per il fisico e la mente e che esprime un senso di libertà fuori dal comune.

Kite The Reef: a caccia di record nel Nord dell’Australia

L’ultimo exploit di questo genere di kitesurf appartiene a un gruppo di otto rider che lo scorso 26 agosto hanno portato a termine un’impresa inedita e avventurosa: attraversare la Grande Barriera Corallina, nella zona del Queensland, Australia, tagliandola nella parte più a Nord, quella più affascinante e per certi versi ancora inesplorata.

Partita il 13 agosto, la spedizione che prendeva il nome di Kite The Reef ed era sponsorizzata da Richard Branson il patron della Virgin, metteva insieme sia uomini che donne, tutti rider provetti e non nuovi a esperienze di navigazione del genere: Jesse Richman, Nicholas Cole, Richard Hatherall, Jason Rogers, Jess Digs, Phil Barton, Nick Levi e Alex Unsworth.

Una prova di resistenza e orientamento

Il team dopo essere partito da Vlasoff Reef, seguito da una equipe di assistenza a bordo di potenti motoscafi, ha navigato per otto giorni consecutivi ciascuno utilizzando sia tavole twintip che surfini per oltre 9 ore al giorno. Quando sono approdati a Cape York le miglia coperte sono state 768 (1.237 chilometri) per un totale di 61 ore passate in acqua, battendo il record attuale sulle lunghe distanze coperte con il kitesurf.

Ad attenderli sulla spiaggia centinaia di persone e giornalisti da tutto il mondo per farsi raccontare le vicissitudini di questa avventura di kitesurf che sa di vecchi tempi. Non a caso uno dei protagonisti durante la traversata nella riserva naturale si è rotto un femore ed è stato portato in elicottero all’ospedale più vicino.

Obiettivo sportivo e benefico: raccolti 100.000 dollari per la ricerca medica

Oltre al primato sportivo nel kitesurf, la spedizione aveva l’obiettivo di raccogliere fondi per il Dipartimento Motor Neurone Disease Research Centre dell’Università di Macquarie: sono stati quasi 100.000 i dollari che andranno a questo importante istituto medico di ricerca. Insomma una storia moderna di sport estremo, natura incontaminata e voglia di sfida che da sempre anima l’uomo che va per mare, anche solo spinto da un ala che tira tra cielo e mare e una tavola sotto ai piedi per surfare il blu degli oceani.

David Ingiosi

 

 

 

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