Il gigayacht Scherazade congelato dalla Guardia di Finanza. È di Putin? Il mistero continua..

La Guardia di finanza ha congelato il gigayacht Scherazade nell’ambito delle sanzioni economiche alla Russia. L’armatore è Vladimir Putin? È giallo, il cantiere in passato aveva smentito

9 May 2022 | di Giuseppe Orrù
Scherazade congelato dalla Guardia di finanza
Il gigayacht Scherazade. Foto: superyachtfan.com

Il gigayacht Scherazade, ormeggiato a Marina di Carrara, è stato congelato dalla Guardia di Finanza nell’ambito delle sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina. Secondo molti si tratterebbe dello yacht del presidente russo Vladimir Putin. Ma è giallo.

Partiamo dalla notizia. The Italian Sea Group ha annunciato ufficialmente in una nota che “la Guardia di Finanza di Massa Carrara ha dato esecuzione al decreto di congelamento di risorse economiche del 06 maggio 2022 del Ministero dell’Economia e delle Finanze, emesso ai sensi dell’art. 4-bis D.Lgs n. 109/2007, su proposta del Comitato di sicurezza finanziaria incardinato presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con il quale è stato disposto il congelamento dell’imbarcazione Scherazade IMO 9809980″.

Lo yacht, quindi, è stato colpito dai provvedimenti di sequestro emanati nell’ambito delle sanzioni alla Russia, così come già avvenuto per altre imbarcazioni di oligarchi russi. “The Italian Sea Group – prosegue la nota dell’azienda – conferma altresì che tale accadimento non genererà alcun impatto su tutte le proprie attività che procederanno regolarmente e continuerà a collaborare con le autorità”.

Nelle scorse ore molte testate giornalistiche hanno definito Scherazade lo yacht di Putin. Una voce che in realtà si rincorre già da tempo, almeno dal 2020, ovvero da quando il gigayacht di 140 metri costruito dai cantieri Lurssen, dal valore stimato in 700 milioni di dollari, è stato consegnato al suo armatore. Ufficialmente si tratterebbe di Eduard Khudainatov, ex presidente della società energetica russa Rosneft e attualmente investitore energetico.

Eppure i sospetti si sono concentrati sin da subito sul fatto che Scherazade in realtà fosse la “Putin’s boat”. Tanto che quando si è iniziato a parlare di sanzioni alla Russia e di sequestri di beni, in molti hanno posto l’attenzione proprio sul gigayacht ormeggiato nella città toscana. A fine marzo, però, The Italian Sea Group aveva diffuso un comunicato stampa in cui smentiva che Scherazade fosse lo yacht di Vladimir Putin. Un giallo che non è ancora stato risolto.

 

Fonte foto: superyachtfan.com

Argomenti:

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Il lettore è responsabile a titolo individuale per i contenuti dei propri commenti. In alcun modo le idee, le opinioni, i contenuti inseriti dai lettori nei commenti ad articoli e notizie rappresentano l’opinione dell’editore, della redazione o del direttore responsabile.
Il lettore non può pubblicare contenuti che presentino rilievi di carattere diffamatorio, calunniatorio, osceno, pornografico, abusivo o a qualsiasi titolo illecito e/o illegale, né assumere atteggiamenti violenti o aggredire verbalmente gli altri lettori.
La segnalazione di eventuali contenuti diffamatori, offensivi o illeciti e/o illegali può essere effettuata all’indirizzo e-mail info@ligurianautica.com, specificando il contenuto oggetto della segnalazione attraverso link diretto. La redazione provvederà a verificare il contenuto e prenderà eventuali provvedimenti nel più breve tempo possibile.

1 commento

  1. Francesco Garatti says:

    Dico subito che sono un contadino ignorante come una capra.Detto questo,dobbiamo ammettere che esistono i bravi ed i meno bravi,intendo nel mondo degli affari.Ammettiamo che l’armatore faccia parte della categoria de bravissimi ed intelligentissimi e,fortunatissimi uomini d’affari.Penso non ci voglia tanto,solo fare una retrospettiva ventennale delle attività dell’ armatore.Fatto questo,si vedrà subito se c’è la “capienza” se,sono affari poco trasparenti ed i garbugliasti,sta a significare che l’armatore è una “testa di legno” cioè,un prestanome.Per appurare tutto questo,la guardia di finanza,con gli strumenti che ha a disposizione,ci impiaga meno di una giornata.Sta di fatto che,per il momento,utenze,stipendi e,alimentazione dell’equipaggio sono a carico nostro,coso non sia all’ancora in rada,anche la banchina di ormeggio è a nostro carico.Penso di essere stato chiaro e semplice,la semplicità è la chiarezza di un contadino padano appassionato di barche,saluti a tutti.

Potrebbe interessarti anche

© Copyright 2006 - 2022 Daily Nautica - Ogni giorno, un mare di notizie.
Registrato al nr. 20/2011 con autorizzazione nr. 159/2011 del Tribunale di Genova dal 23 sett. 2011 Editore Carmolab SAS - P. Iva. 01784640995 - Direttore Responsabile: Alessandro Fossati
Tutti i contenuti e le immagini di proprietà di Liguria Nautica sono liberamente riproducibili previa citazione della fonte con link attivo

Pubblicità | Redazione | Privacy policy | Informativa cookies | Contatti

sito realizzato da SUNDAY Comunicazione

Marchi FESR