Il Coronavirus falcidia gli equipaggi. Italian Yacht Masters a LN: “Ma ora con le frontiere chiuse più possibilità di assunzione per i marittimi italiani”

La nostra intervista a Maurizio Capitani, vice presidente di Italian Yacht Masters

27 May 2020 | di Ilaria Ugolini
Maurizio Capitani
Maurizio Capitani, Vice Presidente Italian Yacht Masters

L’estate è alle porte e la stagione nautica sta per entrare nel vivo ma l’epidemia di Covid-19 e le misure adottate per arginarla richiedono una grande flessibilità ai comandanti e agli equipaggi, che in questi mesi hanno dovuto affrontare non poche incognite.

Durante il lungo periodo del lockdown diversi armatori hanno licenziato membri d’equipaggio, altri hanno ridotto i salari e, nel contempo, le grandi agenzie di reclutamento internazionale, come ad esempio Wilsonhalligan e Bluewater, hanno segnalato una notevole riduzione dei posti di lavoro vacanti proprio nei mesi di marzo e aprile, che solitamente sono i più intensi per il reclutamento estivo.

Abbiamo intervistato Maurizio Capitani, vice presidente di Italian Yacht Masters, l’associazione dei comandanti italiani nel settore dello yachting, per fare il punto della situazione.

Voi comandanti come state affrontando questa emergenza sanitaria e come state gestendo i vostri yacht ed i vostri equipaggi?

Siamo in costante contatto, ci scambiamo informazioni e condividiamo le diverse esperienze. Ogni comandante, poi, applica le misure in autonomia in base alle diverse esigenze anche attraverso protocolli sanitari personalizzati. Prendiamo spunto da questo “experience sharing” anche se in generale adottiamo misure abbastanza standard. 

Nel mio caso, ad esempio, ho tenuto tutti a casa fino al 25 aprile, dopodiché ho iniziato a mandarli in barca a rotazione. La barca viene disinfettata con alcool e acqua, i due membri d’equipaggio di turno vivono e mangiano a bordo e prima di scendere disinfettano le cabine dove hanno vissuto in modo che gli altri possano trovare un ambiente disinfettato. Nessuno può salire a bordo senza l’autorizzazione del comandante e viene rilevata la temperatura prima di salire.

In generale la pandemia ha avuto effetti sull’impiego dei membri d’equipaggio e sui loro salari?

Purtroppo sì, negli ultimi mesi ci sono stati molti licenziamenti, riduzioni di equipaggio e una conseguente riduzione dei salari.

Ad oggi, viste le restrizioni di viaggio imposte dai vari Paesi, potrebbe essere più difficoltoso far arrivare in Italia personale dall’estero. Questo secondo lei favorirà l’assunzione di equipaggio locale? E per quanto riguarda le assunzioni stagionali si prevedono delle misure particolari?

Ad oggi, nel nostro Paese, vista la difficoltà nel reperire personale dall’estero, si aprono più possibilità per gli italiani e per i membri della Comunità Europea come, ad esempio, i francesi. Naturalmente ci sono situazioni differenziate. Oggi più che mai bisogna essere flessibili, cercando di adottare delle soluzioni al momento per affrontare questa situazione problematica sotto diversi aspetti.

Come crede che sarà la stagione nel Mediterraneo questa estate?

Gli italiani fremono per mettere le barche in acqua! Probabilmente si eviteranno discese a terra e si faranno più rade, ma sono tutti aspetti da definire. Qualche barca sta partendo per andare in Sardegna dove, ad esempio, inizialmente si era parlato di passaporto sanitario, ma al momento non se ne parla più. Bisogna vedere all’arrivo dello yacht come questo verrà regolamentato, ma per il momento non c’è nulla di certo. Per prima cosa aspettiamo il 3 giugno, quando si apriranno i confini tra regioni, cercando di pensare al meglio e sperando di poter tornare presto alla normalità.

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2 commenti

  1. Luca Rangoni says:

    Ma avete fatto il Nautico?

  2. MARCO BIAGI says:

    Mi permetto di suggerire, dopo anni di esperienza provata nel settore della nautica, con Super Yacht e Grandi navi di non scartare l’uso dell’ozono per le sanificazioni. Acqua e alcool possono andare bene per le superfici. Certo molto meglio di solventi come Ipoclorito o perossido di idrogeno. Ma non sanificheranno mai le UTA, le condotte aerauliche ed i Fan coil nelle cabine e cuccette. Il trattamento per i virus con i nostri generatori è cosi veloce da escludere la formazione di sottoprodotti nocivi. Il rapporto Covid 19 ISS 25.2020 dell’istituto superiore della sanità finalmente conferma la sua utilità. Per legge se c’è presenza di Covid 19 siamo obbligati ad usare i tre biocidi come d DPCM 22/2/2020 ma per le sanitizzazioni quotidiane o periodiche l’ozono è eccellente. Non è un resuduale ed in pochi minuti si riconverte in ossigeno. Marco Biagi

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