Le navi negriere della Danimarca
Il Museo Nazionale della Danimarca conferma: i due noti relitti del Costa Rica appartengono a navi danesi
Il Museo Nazionale della Danimarca conferma: i due noti relitti del Costa Rica appartengono a navi danesi
Nuovi studi hanno concluso che i due relitti in legno ritrovati anni fa al largo del Costa Rica sono in realtà resti di navi negriere danesi. Per molto tempo si è pensato che fossero quelli di navi pirata affondate intorno al 1710 ma nuove analisi rivelano che erano navi che navigavano sotto la bandiera danese e prendevano parte alla tratta transatlantica degli schiavi. I due relitti giacciono nelle acque poco profonde al largo della costa del Parco Nazionale di Cahuita, nel sud del Paese, e la loro presenza è nota da anni.
Il ritrovamento fortuito di mattoni gialli vicino a uno dei relitti, seguito da un’indagine più approfondita del contenuto e del legno delle navi, ha permesso agli archeologi marini danesi di confermare che i relitti sono quelli di due navi negriere danesi del XVIII secolo di cui si erano perse le tracce: la Fridericus Quartus e la Christianus Quintus. Le due navi erano utilizzate dalla Compagnia Danese delle Indie Occidentali, che gestiva la tratta transatlantica degli schiavi tra l’Africa occidentale, le Indie Occidentali danesi (comprese le moderne isole di St. Thomas, St. Jan e St. Croix) e la Danimarca. Sebbene in forma più ridotta rispetto a quanto fatto da inglesi, francesi e portoghesi, anche la Danimarca partecipò infatti alla tratta transatlantica degli schiavi, dalla metà del Seicento fino all’inizio dell’Ottocento. Oltre 120.000 schiavi africani furono trasportati dalla sola Compagnia Danese delle Indie Occidentali.
Esistono fonti documentarie sulla storia delle navi affondate. Mentre nel 1710 la Fridericus Quartus si preparava a lasciare il Ghana, gli schiavi si liberarono dalle catene. La rivolta fallì e l’equipaggio della nave tagliò le mani al loro capo e poi lo decapitò. Per proteggersi da ulteriori disordini, la Christianus Quintus accompagnò nel viaggio verso le Americhe l’altra nave, con circa 800 persone a bordo delle due imbarcazioni. Tuttavia, si persero durante il viaggio verso la colonia olandese di St. Thomas e le scorte di cibo cominciarono a scarseggiare in quelle acque infestate da squali e pirati. L’equipaggio minacciò l’ammutinamento, chiedendo il rilascio degli schiavi in modo da poter sopravvivere con il cibo rimasto sulle navi e così 600 schiavi furono abbandonati sulle coste del Costa Rica. Subito dopo il Fridericus Quartus prese fuoco, mentre il Christianus Quintus subì il taglio della cima dell’ancora e fu travolto dalle onde di una tempesta. Il luogo esatto del naufragio rimase però sconosciuto per lungo tempo.
Nel 2023 uno scavo subacqueo, condotto dal Museo Nazionale della Danimarca in collaborazione con il Museo delle navi vichinghe, l’Università della Danimarca meridionale, il Museo nazionale della Costa Rica e altre organizzazioni locali come la ONG Centro Comunitario de Buceo Embajadores y Embajadoras del Mar, fece delle scoperte innovative sui due relitti e recuperò tre tipologie di campioni che vennero portati in patria per le analisi. Scoperte che hanno ora portato alla conclusione dell’indagine. Il primo ritrovamento riguarda un gran numero di mattoni gialli, poi identificati come “mattoni di Flensburg“, prodotti a Iller Strand o a Egernsund, in Danimarca, una tipologia di materiale utilizzata per le facciate delle case nel Nord Europa e in alcune colonie danesi.
Gli scienziati hanno poi eseguito analisi dendrocronologiche sui campioni di legno provenienti dalle navi, che hanno dimostrato come fossero state realizzate con legname di quercia proveniente dal Baltico occidentale, in particolare dalla Germania nord-orientale, dalla Danimarca o dalla Svezia. Inoltre, è stato confermato che il legno proveniva da alberi abbattuti tra il 1690 e il 1695 e mostrava segni di bruciatura prima dell’affondamento della nave, in linea con i resoconti storici che indicavano almeno una delle navi affondata per il fuoco. Infine, sono state rinvenute delle pipe d’argilla di produzione olandese databili poco prima del 1710, quando il Fridericus Quartus e il Christianus Quintus affondarono. Queste pipe erano frequentemente usate dai marinai danesi e in genere avevano una durata di cinque anni.
“Le analisi – ha dichiarato David Gregory, archeologo marino e professore di ricerca presso il Museo Nazionale della Danimarca – sono molto convincenti e non abbiamo più dubbi sul fatto che questi siano i relitti delle due navi negriere danesi. I mattoni sono danesi e lo stesso vale per il legname, che è carbonizzato e fuligginoso a causa di un incendio. Questo si accorda perfettamente con i resoconti storici, che affermano che una delle navi è bruciata”.
“È stato un lungo processo – ha commentato Andreas Kallmeyer Bloch, archeologo marino e curatore del Museo Nazionale della Danimarca – e lungo il percorso ho quasi rinunciato ma questo è senza dubbio lo scavo archeologico più folle a cui abbia mai preso parte. Non solo perché è di grande importanza per la popolazione locale ma anche perché è uno dei naufragi più drammatici della storia della Danimarca e ora sappiamo esattamente dove è avvenuto”.
Fonte foto: John Fhær Engedal Nissen, Museo Nazionale della Danimarca
Argomenti: relitti