Scienza tra le onde: come trasformare la barca in un osservatorio galleggiante

Sensori, app e avvistamenti: ogni diportista può diventare testimone della salute del mare e contribuire alla ricerca con pochi gesti consapevoli

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4 minuti di lettura

Il mare ha mille voci, ma non sempre qualcuno le ascolta. Chi naviga sa riconoscere silenzi, mutamenti improvvisi, segnali sottili che solo l’esperienza a bordo insegna a cogliere. Sempre più spesso i diportisti non si limitano a godere del mare: lo osservano, lo misurano, lo raccontano alla scienza.

Fare ricerca in barca è oggi possibile, anche con strumenti semplici. Dal rilevare la temperatura dell’acqua a segnalare la presenza di meduse o cetacei, ogni uscita può diventare un’occasione per raccogliere dati preziosi. È la citizen science, la scienza partecipata, che trasforma chi naviga in una vera sentinella del mare.

Sensori per conoscere il nostro parco giochi

Abbiamo già spiegato come la raccolta di dati sia essenziale per monitorare lo stato dell’oceano, soprattutto in un’ottica di cambiamento degli equilibri ecosistemici.

Siamo nel pieno dell’estate, un periodo in cui le uscite in mare si moltiplicano, così come le occasioni per raccogliere informazioni utili alla ricerca e alla conservazione marina. Si stima che nelle zone costiere più frequentate come la Costa Azzurra, la Sardegna, le isole greche e le Baleari vengano percorse decine di migliaia di miglia nautiche al giorno solo da barche da diporto.

Densità traffico marittimo Mar Mediterraneo.

Una volta in mare, basta poco per contribuire. Non servono attrezzature costose o complesse: la tecnologia ha reso disponibili sensori compatti, leggeri e sempre più accessibili. Certo, una barca serve… ma se ci sei sopra, perché non approfittarne?

Ecco alcuni sensori semplici ed economici:

  • EnvLogger: misura la temperatura dell’acqua quando si è fermi, è possibile montarlo sull’ancora.
  • Meteotracker: una vera e propria stazione meteorologica tascabile.
  • OceanoVox: raccoglie e archivia i dati già rilevati dalla strumentazione di bordo.

Questi sensori, con un costo spesso sotto i 200-300 euro, possono dare un contributo concreto alla scienza. I dati raccolti vengono caricati su piattaforme condivise come EMODnet, il centro europeo di osservazione marina.

Un esempio virtuoso di questo approccio è il progetto Maccaferri Futura, di cui abbiamo parlato in occasione del suo lancio: una barca-laboratorio che mostra come il diporto possa diventare parte attiva nella tutela del mare.

Diversi tipi di EnvLogger

Applicazioni per il mare

Oltre ai sensori, ci sono numerose app gratuite pensate per chi naviga e vuole contribuire attivamente al monitoraggio dell’ambiente marino. Grazie alla geo-localizzazione e alle foto, ogni utente può segnalare avvistamenti di rifiuti, cetacei, meduse e molto altro. Ecco le principali:

  • SeaWatcher (ISPRA): permette di segnalare rifiuti galleggianti, cetacei, tartarughe e meduse nel Mediterraneo. Le segnalazioni vengono raccolte da enti scientifici italiani.
  • MedJelly o MeteoMeduse.it: app pensata per monitorare la presenza di meduse lungo le coste mediterranee. Utile per bagnanti e diportisti, consente di inviare segnalazioni con foto e posizione GPS.
  • MINKA: piattaforma che raccoglie osservazioni marine (fauna, plastica, condizioni ambientali) con verifica esperta. Oltre 200.000 osservazioni già caricate nel solo Mediterraneo.
  • iNaturalist: app internazionale che riconosce automaticamente specie animali o vegetali da una foto e le inserisce in un database scientifico globale.

Mappa delle osservazioni caricate su Minka

Navigare con consapevolezza

Navigare non è solo spostarsi sull’acqua: è abitare un ecosistema vivo, complesso, fragile. Oggi anche una semplice uscita in barca può diventare un gesto di attenzione verso il mare.

Sensori e app accessibili e progetti di citizen science ci permettono di raccogliere dati preziosi per la ricerca scientifica e per la tutela della biodiversità. Ogni segnalazione, ogni dato ambientale, ogni osservazione fotografica è un tassello utile a costruire una conoscenza condivisa del Mediterraneo.

Il mare si racconta a chi sa ascoltarlo. E chi è in barca è nella posizione perfetta per farlo. Perché solo conoscendolo, possiamo davvero proteggerlo.