Ritrovato il relitto della Dmitri Donskoi, la nave dello zar con 133 miliardi di dollari in oro nella stiva

L'incrociatore zarista è stato affondato dai suoi stessi marinai dopo la battaglia di Tsushima. Trasportava 5 mila e 500 forzieri carichi di lingotti

Per anni i cacciatori di tesori del Shinil Group hanno battuto il gelido mare della Corea alla sua ricerca. Finalmente, qualche giorno fa, sono riusciti a trovarlo. A darne notizia è il South China Morning Post che nell’edizione del 18 luglio riporta il comunicato dell’equipe subacquea Shinil. “Lo scafo della nave pare pesantemente danneggiato dai bombardamenti giapponesi, ma il ponte e le fiancate sono ben conservati. L’identificazione del relitto è stata resa possibile grazie al nome scritto in cirillico sulla poppa: Dmitri Donskoi.

I resti di quella nave che giacciono su un fondale profondo 434 metri, a circa sette miglia dall’isola coreane di Ulleungdo, sono quindi proprio quelli dell’incrociatore pesante Donskoi, la nave che trasportava l’oro dello zar di tutte le Russie. E, se le cronache della marina Imperiale riportano il vero, nelle sue stive ci sono 5 mila e 500 forzieri carichi di lingotti d’oro per un valore di 133 miliardi di dollari. O 114 miliardi di euro al cambio attuale, se preferite. 

Lo Shinil Group, società di recuperi marittimi che ha base in Corea del Sud ma si avvale dei maggiori esperti marittimi internazionali, ha annunciato che presto comincerà le operazioni di recupero del relitto e che conta di riportare a galla il contenuto delle sue stive al più tardi nel prossimo novembre. Se sarà recuperato anche metà di quanto si aspettano di ritrovare, assisteremo al ritrovamento del più grande tesoro subacqueo di tutti i tempi. Un tesoro che la società ha già deciso di spartire tra Corea e Russia. Una parte del ricavato sarà anche devoluta a progetti di sviluppo turistico dell’isola di Ulleungdo. 

Si conclude così la storia della Dmitri Donskoi, la nave che aveva eroicamente combattuto nella battaglia di Tsushima il 27 ed il 28 maggio 1905, quando l’intera flotta zarista cadde nelle fauci della marina militare nipponica e fu spazzata via dai mari. Quando fu chiaro che la battaglia era persa, l’ammiraglio Zinovij Petrovič Rožestvenskij ordinò all’incrociatore di abbandonare il campo e di rifugiarsi a Vladivostok per mettere al sicuro il tesoro imperiale.

Le navi da battaglia nipponiche però non le dettero tregua e la inseguirono sino ad intercettarla al largo dell’isola di Ulleungdo. Ad affondare la nave, furono i suoi stessi marinai per impedire che il tesoro cadesse nelle mani dei giapponesi. Poi, sulla Dmitri Donskoi cadde l’oblio del tempo, sino a che i droni subacquei del Shinil Group non sono scesi sino alla sua tomba per risvegliarla dal suo sonno profondo. 

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