Pesca intensiva e stock ittici in calo: cosa possiamo fare noi consumatori (soprattutto a Natale)
Le richieste di stop alla caballa nel Nord Atlantico e i tagli alle quote nel Gran Sol sono solo due esempi del declino delle risorse ittiche. Ecco come orientare gli acquisti soprattutto a Natale, usando strumenti come "Consumare Giusto" per scegliere pesce sostenibile
Pesca intensiva e stock ittici in calo: cosa possiamo fare noi consumatori (soprattutto a Natale)
Le richieste di stop alla caballa nel Nord Atlantico e i tagli alle quote nel Gran Sol sono solo due esempi del declino delle risorse ittiche. Ecco come orientare gli acquisti soprattutto a Natale, usando strumenti come "Consumare Giusto" per scegliere pesce sostenibile
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Accedi RegistratiLa salute degli stock ittici europei torna al centro del dibattito. Dall’Atlantico al Mediterraneo, i segnali di sofferenza delle risorse marine diventano sempre più evidenti: molte specie non riescono più a sostenere i ritmi della pesca industriale. Le notizie che arrivano dal Nord-Est Atlantico, dallo stop richiesto per la caballa ai tagli delle quote nel Gran Sol, non sono episodi isolati, ma esempi emblematici di una tendenza che riguarda l’intero settore e, in ultima analisi, anche noi consumatori.
Stock ittici sotto pressione: la richiesta di stop alla pesca dello sgombro
Secondo Europa Azul, le cooperative basche hanno chiesto la chiusura anticipata della campagna di pesca dello sgombro per proteggere una risorsa che mostra chiari segnali di declino. Negli ultimi anni, infatti, lo sgombro del Nord-Est Atlantico ha visto diminuire la propria taglia media, anticipare la maturazione e ridurre la propria capacità riproduttiva: tutti indicatori di sovrasfruttamento. Il fatto che sia lo stesso settore della pesca a chiedere una sospensione conferma che la pressione esercitata sugli stock ha superato una soglia critica.
Quote ridotte nel Gran Sol: un altro campanello d’allarme
Un secondo esempio significativo arriva dal Gran Sol, una vasta area oceanica al largo di Irlanda e Regno Unito, storicamente tra le più importanti per la pesca europea di specie demersali come merluzzo, nasello e rana pescatrice. Sempre secondo Europa Azul, l’accordo annuale tra Unione Europea e Regno Unito prevede una riduzione complessiva di 10.800 tonnellate nelle quote disponibili, una misura necessaria per far fronte al declino documentato di diverse popolazioni ittiche. Il taglio alle possibilità di pesca nel Gran Sol evidenzia infatti un problema più ampio: la difficoltà delle risorse marine nel rigenerarsi in tempi compatibili con la pressione esercitata dalle flotte europee e britanniche.
Perché sta accadendo?
Le cause sono molteplici, interconnesse e non riguardano un singolo Paese, ma l’intero panorama della pesca europea. Una pressione di pesca troppo elevata si somma agli effetti del cambiamento climatico che modifica distribuzione, crescita e cicli riproduttivi dei pesci. La competizione tra flotte nelle aree condivise, come le acque del Nord dopo la Brexit, rende più difficile adottare misure efficaci e coordinate. A tutto questo si aggiunge un elemento cruciale: la domanda dei consumatori, che tende a concentrarsi sempre sulle stesse specie, aumentando la pressione proprio su quelle più vulnerabili.
Il ruolo dei consumatori: le nostre scelte contano davvero
I segnali che arrivano dall’Atlantico ci ricordano che la sostenibilità della pesca dipende anche da ciò che accade fuori dal mare: il mercato e le nostre scelte alimentari. E questo vale soprattutto durante il periodo natalizio, quando il consumo di pesce aumenta in modo significativo.
Come possiamo contribuire concretamente?
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Diversificare il pesce acquistato
Scegliere sempre tonno, salmone, orata o branzino concentra la domanda su poche specie molto richieste. Esistono invece numerose alternative locali, spesso meno conosciute ma più sostenibili. -
Prestare attenzione agli stock in difficoltà
Se una specie è oggetto di uno stop o di un taglio delle quote, significa che è sotto pressione biologica. Conoscerlo e tenerne conto negli acquisti è un gesto di tutela. -
Usare guide affidabili
Uno strumento molto utile è la guida Consumare Giusto, che permette di identificare le specie sostenibili e trovare alternative responsabili.
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Chiedere trasparenza al proprio pescivendolo o ristoratore
Con domande semplici come "Dove è stato pescato?", "Con quale metodo?", "È di stagione?" si stimola la filiera verso una maggiore responsabilità.
Un gesto di tutela, soprattutto a Natale
Le notizie sul declino dello sgombro e sui tagli alle quote nel Gran Sol non sono eccezioni, ma segnali di una sfida più ampia: conciliare pesca, mercato e conservazione. La buona notizia è che ogni scelta consapevole contribuisce a ridurre la pressione sugli stock fragili, a sostenere le comunità costiere e a promuovere filiere più trasparenti e responsabili. E proprio durante il periodo natalizio, quando il mare è più sollecitato dal picco dei consumi, scegliere con cura significa già fare qualcosa di concreto per tutelarne il futuro.



