Istituto Idrografico della Marina Militare: 150 anni di storia tra spedizioni e mappe nautiche

Contrammiraglio Massimiliano Nannini: "La nostra è una storia importante, un punto di vanto dell’Italia che cerchiamo di valorizzare”

Esiste un luogo a Genova che racchiude in sé la storia della cartografia nautica italiana, il suo passato, il suo presente e il suo futuro. È l’Istituto Idrografico della Marina Militare.

Attivo dal 1872, l’istituto è organo cartografico ufficiale dello Stato e con il suo lavoro tutela e garantisce la sicurezza della navigazione nelle acque italiane, producendo e aggiornando la documentazione nautica sia cartacea che digitale.  La sua area di competenza copre una superficie di oltre 550.000 chilometri quadrati di spazi marini, circa una volta e mezza la superficie dell’intera Italia.

L’istituto, fondato con regio decreto il 26 dicembre 1872, ha sede a Genova, nell’ottocentesco Forte San Giorgio. Il suo primo direttore fu il Capitano di Fregata, matematico e idrografo, Giovan Battista Magnaghi. Dal 20 luglio del 2020, il Contrammiraglio Massimiliano Nannini è alla guida di questo prestigioso ente.

Liguria Nautica lo ha intervistato per conoscere tutte le attività svolte dallo storico istituto.

Contrammiraglio Massimiliano Nannini. Direttore dell’Istituto Idrografico della Marina Militare

La sicurezza della navigazione al centro delle attività dell’Istituto Idrografico della Marina Militare

Il nucleo centrale dell’attività dell’Istituto Idrografico della Marina Militare è la produzione e l’aggiornamento della documentazione nautica ufficiale del nostro Paese, a cui si associano altre importanti competenze.

“L’Istituto Idrografico – spiega il Contrammiraglio Nannini – provvede anche alla produzione di documentazione cartografica più specifica, fornita per il supporto alle forze speciali e alle navi impiegate in missioni particolari. Inoltre forniamo alla Marina Militare e alla Capitaneria di Porto tutta la documentazione nautica. Ogni 15 giorni pubblichiamo l’avviso ai naviganti per l’aggiornamento delle carte. Si tratta quindi di una documentazione non statica ma viva!”.

Non solo Italia: la professionalità dell’Istituto Idrografico all’estero

Un’attività, quella dell’Istituto Idrografico, che non si esaurisce esclusivamente all’interno dei confini nazionali. Molte sono infatti le missioni all’estero in cui l’ente si trova impegnato: “Si tratta di attività che derivano principalmente da accordi bilaterali o internazionali – sottolinea il direttore dell’istituto –  uno è quello dell’Antartide, in cui abbiamo la responsabilità, a livello internazionale, della produzione di carte nautiche che coprono una parte dell’area, dove si trova una base italiana”.

“Ma abbiamo effettuato rilievi – ricorda il Contrammiraglio Nannini – anche in altri luoghi del mondo, come in Tunisia o in Libano“, dove l’istituto ha collaborato attivamente nella realizzazione di un vero e proprio “servizio idrografico” con un notevole impegno economico, ma soprattutto di formazione e trasferimento di know how.

High North: esplorare fondali ancora sconosciuti

Dal 2017 l’istituto è presente anche al Polo Nord con High North. “E’ un programma scientifico multidisciplinare – racconta il Contrammiraglio volto all’acquisizione di dati batimetrici e all’esplorazione, perché ci permette di misurare fondali ancora sconosciuti. I ghiacci del polo Nord  si sono contratti, liberando spazi di mare che nessuno fino ad oggi aveva mai rilevato. Sicuramente si sono aperti dei nuovi passaggi – continua – e dal punto di vista strategico, sia civile che militare, nuovi passaggi creano nuove opportunità”.

Rilevazioni estremamente preziose ai fini dell’acquisizione di dati scientifici riguardanti lo studio delle correnti e delle masse d’acqua. Missioni nelle quali il Contrammiraglio Massimiliano Nannini è stato parte attiva sul campo.

Ho avuto il privilegio di parteciparvi due volte  – spiega –  la prima da gennaio ad aprile 2018. Era la prima volta dopo 90 anni che una missione della Marina Militare si spingeva così a nord d’inverno. Il Polo Nord tra estate ed inverno cambia molto: venti fortissimi, mare molto agitato, scarsissima visibilità, buio 24 ore al giorno, temperature che arrivano abbondantemente sotto meno 30. Insomma, una vita particolarmente complicata, però è un’attività fondamentale per studiare gli effetti del cattivo tempo nei luoghi dove si generano masse d’acqua che sono la linfa delle correnti marine”.

Formazione e competenza

Una formazione di qualità è fondamentale per “preparare” i professionisti di oggi e di domani. I membri dell’Istituto Idrografico lo sanno bene. Per loro la formazione è uno dei pilastri fondanti della loro attività fin quasi dagli albori, tanto da possedere anche un proprio corpo docente interno, una specificità riservata oltre all’istituto solo alle Accademie militari.

Negli anni – sottolinea il Contrammiraglio Nannini – l’attività di formazione, inizialmente riservata al personale interno, si è evoluta e si è aperta anche al pubblico. Si tratta di un’attività di nicchia, ma il successo si misura negli anni anche attraverso i risultati occupazionali: tutti hanno trovato impiego in Italia, ma soprattutto all’estero, nell’ambito della nostra professione”.

E sono molti i professionisti che anche dall’estero scelgono di arrivare a Genova proprio per formarsi con il corpo docente dell’Istituto Idrografico della Marina Militare: “da tre anni – ricorda il direttore dell’istituto – abbiamo istituito un corso di laurea magistraleHydrography and Oceanography’ (classe LM-75) con l’Università di Genova. Abbiamo 19 studenti di 4 continenti diversi perché è riconosciuto che la formazione che facciamo qui a Genova ha un valore assoluto”.

L’istituto collabora inoltre attivamente con il MAECI in tutte le attività che concernono la delimitazione dei confini marittimi sia in qualità di consulenti, sia di restituzione cartografica.

Un patrimonio inestimabile

Un istituto prezioso quindi, conosciuto in tutto il mondo per la competenza e la professionalità del personale che vi opera, ma anche un luogo che racchiude un patrimonio storico e culturale inestimabile: l’evoluzione della maestria e della conoscenza che ha portato dal 1872 ad oggi alla realizzazione di tutte le carte nautiche ufficiali prodotte nel nostro Paese, che si trovano custodite qui.

Molte – conclude il Contrammiraglio Nannini – sono state le fasi storiche che hanno portato dall’acquisizione analogica dei dati fino alla completa digitalizzazione di processi. Meno passaggi, meno errori e più velocità,ma noi ci teniamo a ribadire che abbiamo 150 anni e la nostra è una storia importante, un punto di vanto dell’Italia che cerchiamo di valorizzare“.

 

Maria Cristina Sabatini

 

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