Flaggin out: cos’è e cosa si rischia
Il "flaggin out" consiste nell’iscrizione in registri navali esteri delle imbarcazioni da diporto da parte degli armatori per abbattere i costi complessivi di gestione
In Liguria la Guardia di Finanza ha scoperto nei giorni scorsi oltre 60 yacht di lusso battenti bandiera straniera ma di proprietà di cittadini italiani, che non erano stati dichiarati all’Agenzia delle Entrate. Non avendo adempiuto agli obblighi dichiarativi di legge, gli yacht, il cui valore complessivo stimato si aggira intorno ai 18 milioni di euro, erano sostanzialmente imbarcazioni “fantasma” agli occhi del Fisco italiano. Tale fenomeno è conosciuto come “flaggin out“, ossia l’iscrizione in registri navali esteri delle imbarcazioni da diporto da parte degli armatori, per abbattere i costi complessivi di gestione.
Un fenomeno piuttosto diffuso visto che sono già state numerose le segnalazioni alle autorità competenti di imbarcazioni non dichiarate all’Agenzia delle Entrate, immatricolate in Paesi con regimi fiscali agevolati, come, ad esempio, le Isole Vergini, Panama, Belgio e Malta (quindi non esclusivamente extra Ue). Per i contribuenti italiani proprietari degli yacht segnalati durante l’ultima operazione della Guardia di Finanza sono scattate le relative procedure amministrative per il recupero delle imposte non versate.
L’ordinamento italiano, infatti, prevede una serie di obblighi dichiarativi in capo agli armatori di navi da diporto battenti bandiera straniera. I proprietari di tali imbarcazioni iscritte in registri non italiani devono sottoporre tali beni al monitoraggio fiscale (d.l. 28 giugno 1990, n. 167), di cui al quadro RW della dichiarazione dei redditi, in quanto assimilate, ai fini fiscali, agli investimenti e ai patrimoni detenuti all’estero, suscettibili di produrre reddito imponibile. In altre parole, possedere un’imbarcazione registrata, per esempio, a Panama, agli occhi del legislatore tributario equivale a mantenere un conto corrente, azioni o una società in un paradiso fiscale.
Stefano Comisi
Studio Armella & Associati
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