Ucina in guerra tra polemiche e dissidenti. A rischio il Salone?

Dopo l'uscita di Beniamino Gavio, arriva la lettera choc di Paolo e Giovanna Vitelli, patron di Azimut Benetti : " Abbiamo dichiarato che avremmo sostenuto il nuovo Presidente nella misura in cui ne avessimo condivisi i programmi. Riteniamo di non poter dare un supporto incondizionato e intendiamo manifestare in modo trasparente una voce diversa".

31 May 2014 | di Redazione Daily Nautica

Tensione e polemiche in casa Ucina. L’elezione del neopresidente Massimo Perotti ha infatti aperto un profondo conflitto interno facendo emergere un gruppo “dissidente” che contesta proprio alla nuova leadership la mancata inversione di tendenza rispetto alle gestioni passate, in particolare la creazione di Saloni Nautici s.p.a insieme a Fiera di Genova che vedrà proprio come amministratore delegato l’ex presidente Albertoni. Il primo ad alzare la voce era stato il patron dei marchi Cerri e Baglietto Benaminio Gavio che fiutato l’andazzo aveva abbandonato l’organizzazione. Ma ad aggiungere benzina sul fuoco è arrivata sul tavolo del consiglio direttivo di Confindustria Nautica la lettera choc di Paolo e Giovanna Vitelli, proprietari di Azimut-Benetti :

 

 

Gentili Consiglieri, gentile Presidente,

nonostante le posizioni del Gruppo Azimut Benetti siano state manifestate più volte nei dibattiti in Consiglio e in altre sedi da mesi, vorremmo riassumerle per massima chiarezza per interrompere, se possibile, le polemiche di questi giorni:

1. data l’estrema difficoltà del mercato italiano, riteniamo che oggi, così come doveva fare negli ultimi anni, Ucina debba dedicare il massimo dei suoi sforzi ad esercitare attività di lobbying politica per difendere gli interessi della nautica, non relegandola ad attività da delegare a terzi consulenti, ma svolgendola in via diretta e prioritaria per ricercare il massimo peso politico,

2. proprio per la crisi in cui versa la nautica italiana, riteniamo imprescindibile difenderne l’orgoglio, il know how, il Made in Italy. Riteniamo quindi che Ucina debba farsi difensore e sostenitrice di chi mantiene la progettazione e fa seriamente industria in Italia, per difenderci sia dai maggiori concorrenti d’Oltralpe, sia da futuri casi di produzione in paesi low cost di brand italiani che vadano a fare concorrenza, impossibile da sopportare, nei segmenti nei quali la nautica italiana vive e prospera. Auspichiamo quindi che gli organi direttivi vedano come protagonisti coloro che perseguono questo interesse,

3. riteniamo che l’associazione di categoria si debba occupare di rapporti istituzionali. Vediamo alcuni limiti al progetto della società I Saloni Nautici:

(i) perdurante legame con Fiera di Genova, socia al 50%, col dubbio sulla tenuta del piano di governance e sul business plan di una società con due soci a scarso di fondi,
(ii) possibile concorrenza ai porti turistici privati, non accettabile se esercitata da parte dell’associazione di categoria,
(iii) vincolo a tenere il Salone Nautico a Genova,
(iv) l’esercizio in via indiretta dell’attività di impresa da parte di Ucina, col dubbio sull’adeguatezza del know how necessario a svolgere su base annuale attività di promozione fieristica.

 

Viste le mutate condizioni di mercato, riteniamo che il format e il luogo del Salone Nautico debba essere messo in discussione. La nostra esperienza di operatori ci dice che l’affluenza di clienti internazionali è ridotta a pochi punti percentuali, che i giornalisti stranieri hanno disatteso la passata edizione, che i nostri concessionari stranieri non vogliono più venire (nè contribuire ai costi) e, ciò che è più importante, il risultato commerciale rispetto all’investimento è modestissimo. Vorremmo quindi prendere in considerazione, perlomeno fino a quando il mercato italiano non si riprenderà, soluzioni più leggere come costi, con esposizioni solo a mare in luoghi attrattivi per il cliente, magari con il supporto di uno specialista capace di promuovere l’iniziativa su scala internazionale, quali la fiera di Milano, la Messe di Düsseldorf o la Reed Expo, società abituate a garantire professionalità e imparzialità e sopratutto investimenti e promozione. O valutare soluzioni innovative, concentrando per un anno i nostri sforzi non sul tradizionale Salone di Genova ma per esempio sull’Expo, magari esibendo i nostri prodotti all’idroscalo di Milano collegato con l’Expo e vicino all’aeroporto,

4. Abbiamo dichiarato che avremmo sostenuto il nuovo Presidente nella misura in cui ne avessimo condivisi i programmi. Appreso il programma all’Assemblea di nomina, e rilevato che su alcuni punti non abbiamo comunanza di vedute, riteniamo di non poter dare un supporto incondizionato e intendiamo manifestare in modo trasparente una voce diversa, dando il nostro contributo in modo costruttivo se ci sarà l’apertura e il dialogo ad ascoltarla. Ribadiamo la nostra volontà di dare un contributo concreto al lavoro dell’Associazione, pur non avendo mai fatto segreto di queste nostre posizioni, che per evidenti interessi mediatici sono state riportate da alcuni giornali con i toni accesi della polemica, anziché con la determinatezza di un confronto costruttivo, com’è nella nostra volontà. Siamo desiderosi di continuare a sostenere Ucina, consapevoli però che la nautica italiana ha patito di più che negli altri paesi Europei per ragioni che riteniamo utile approfondire. Siamo fiduciosi che vi sarà un miglioramento dei rapporti con le istituzioni per promuovere una rinascita del settore e che vi sarà un confronto scevro da polemiche sui temi sopra evidenziati, per permettere a noi e a ciascuno di sentirsi adeguatamente rappresentato dalla nostra associazione.

Cordiali saluti
Paolo e Giovanna Vitelli

 

 

Parole che di certo avranno pesanti ripercussioni. Che il Salone Nautico sia a rischio?

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3 commenti

  1. giulio calza says:

    Ho partecipato a tutti i saloni nautici dI gENOVA DAL i° NEL 1961 e successivamente fino al 1995 come espositore di imbarcazioni che producevo e poi di accessori ed abbigliamento.
    La mia esperienza dice che diventa sempre più difficile coniugare le necessità di aziende così disparate nel prodotto e nella dimensione.
    Abbiamo categorie di prodotto come : natanti, imbarcazioni, navi da diporto ed,all’interno di queste abbiamo le vele e poi, i gommoni. Ci sono poi gli accessoristi e le aziende commerciali legate al mondo nautico. Ritengo che i Saloni andrebbero separati e anche forse collocati strategicamente nei posti dove la diffusione del prodotto può essere maggiomente recepita dalle strutture e dalla clientela. Abbiamo a Genova l’esclusiva del mare con un porticciolo ed abbiamo paura della concorrenza dell’Idroscalo di Milano? Facciamo allora una bella Fiera solo per imbarcazioni e navi da diporto e poi vedremo quanti preferiranno andare a Milano.
    Certamente ed anche conteporaneamente la Fiera di Genova dovrà rivedere le problematiche di bilancio che per tanti e forse troppi anni sono state risolte dal Salone Nautico.
    Insomma , io credo che le soluzioni esistano e magari anche le persone che posoono risolvere i problemi.

  2. William says:

    meglio tardi che mai….
    Dire queste cose nell 2011 all inzio della legge Monti sarebbe stato piu corretto.

  3. Secondo me hanno perfettamente ragione.

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