Il Tuxedo 13.88, un 43' piedi già declinabile in due versioni, è il primo day cruiser della flotta

Black Tuxedo 13.88 tendalini poppa aperta

Tuxedo Yachting House, cantiere creato da Laura e Francesco Ceccarelli, debutta nel mondo dello yachting con il Tuxedo 13.88, l’esclusivo walkaround nato dalla collaborazione con il rinomato designer Luca Dini, professionista del custom yacht. L’imbarcazione, un 43′ piedi già declinabile in due versioni, Black Tuxedo e Blue Tuxedo, diverse nella struttura della tuga, è il primo day cruiser della flotta.

Costruito a Lavagna (GE) e Made in Italy in ogni dettaglio, il Tuxedo 13.88 offre tutti i vantaggi delle costruzioni in alluminio, come duttilità, resistenza, leggerezza e sicurezza, e rappresenta l’evoluzione del concetto del day cruiser moderno, ovvero perfetto sia per una semplice giornata al mare sia per navigazioni più lunghe, perché dotato di interni con cabina e comodità tipiche di una barca di dimensioni maggiori.

Il design degli esterni è stato studiato per avere la massima resa estetica e funzionale. Infatti, le sue linee prevedono l’effetto scenografico e funzionale delle murate abbattibili, che si aprono in una terrazza “pied dans l’eau” in grado di far raggiungere al pozzetto un’area di oltre 12 m².

Alternativi come estetica e funzione sono anche i due possibili layout utilizzati per la gestione della prua. La versione Black Tuxedo presenta un più classico prendisole vista mare, mentre la versione Blue Tuxedo, pensata per chi sceglie il day cruiser puro, dispone di una zona living con tavolo panoramico e sedute sia fronte marcia sia lungo il trincarino, che possono diventare un’unica area per i bagni di sole.

Inoltre, la scelta dell’una o dell’altra versione influisce sulle altezze (già notevoli, con una quota media di 1,85 metri) e soprattutto sui volumi disponibili sottocoperta, con una cabina, cucina e locale toilet per chi sceglie il layout Black Tuxedo o una day toilet per chi preferisce la soluzione Blue Tuxedo. È proprio negli interni che si esprime la totale libertà dell’armatore di farsi progettare e costruire lo spazio in base all’uso che ne farà e senza essere obbligato ad avere a bordo peso inutile, che, tradotto in termini pratici, significa minore velocità e maggiori consumi e inquinamento.

Nel primo esemplare di Tuxedo 13.88, destinato ad un cliente di Hong Kong che ha optato per la versione Black Tuxedo, è stata scelta una pianta che prevede una cabina prodiera dalle linee pulite con un letto matrimoniale dotato di box stivaggio sottostante. La versione alternativa offre invece due letti separati con la possibilità di crearne uno unico grazie all’elevazione di una porzione del pavimento.

Sempre nella prima unità, il bagno è caratterizzato da accessori custom e il locale doccia separato ha spazi domestici con una base di 70×100 centimetri e un’altezza di 1,90 metri. La rubinetteria scelta è firmata Gessi. La cucina, essenziale ed efficiente, è attrezzata con lavello, piastra a induzione, ice maker e frigo da 75 litri, mentre nel pozzetto, composto da due divani apribili in daybed all’ombra del t-top, i frigo sono due e da 35 litri ciascuno. La consolle di guida è dotata di strumentazione SIMRAD, di due schermi da 12” ciascuno e di interfaccia touchscreen, personalizzabile nelle componenti e nella disposizione.

Per quanto riguarda la propulsione sono previste due soluzioni: fuoribordo o entrobordo (con conseguente modifica del pozzetto). Configurazione libera fino a poppa nella prima soluzione, caratterizzata da 3 Mercury Verado da 300 cavalli ciascuno, che rende possibile l’utilizzo di due chaise longue orientabili sia per baglio sia per murata. Nel secondo caso, invece, il solarium è situato sopra la struttura che ospita la sala macchine, nella quale sono installati due motori Volvo D6 IPS 600, con la possibilità di scegliere potenze superiori, come i D6 IPS 650 o i D8 IPS 700. In entrambi i casi le prestazioni previste in fase progettuale indicano una velocità massima di 40 nodi e una velocità di crociera di 35 nodi.

Primo in Italia e tra i pochissimi al mondo a realizzare imbarcazioni di taglia media totalmente personalizzabili in ogni dettaglio (sia esterno che interno), grazie al materiale di costruzione non vincolato dallo stampo, Tuxedo Yachting House segna il ritorno di Francesco e Laura Ceccarelli all’attività di costruttori navali. Nel 1963, infatti, il padre entra nel mondo della nautica e da subito intuisce le potenzialità dell’alluminio come materiale da costruzione. Tradotto in numeri, il successo della famiglia equivale a 200 barche costruite, 50 delle quali superyacht in alluminio dai 35 ai 54 metri.

I fratelli Ceccarelli fondano il cantiere con idee precise di esclusività e professionalità, orientate verso il mercato extra lusso e una produzione Made in Italy. L’obiettivo è quindi realizzare day cruiser che presentino dettagli da superyacht e che siano unici, ovvero progettati ad personam, in modo da riflettere i desideri e le esigenze del proprietario. È proprio la personalizzazione estrema delle forme a definire la filosofia di Tuxedo Yachting House, a cui si aggiunge l’utilizzo dell’alluminio, che permette la completa customizzazione dello yacht sia in fase di progettazione che di realizzazione.

Il lavoro in team, la collaborazione con gli artigiani del lusso e la sensibilità acquisita in anni di esperienza nel settore della nautica rappresentano la garanzia a tempo indeterminato del marchio nei confronti del cliente. Non solo ma tra le priorità di Tuxedo Yachting House c’è anche l’attenzione all’ambiente.

Insieme alla possibilità di riutilizzare l’alluminio dello scafo e dei materiali di bordo, il team sta infatti lavorando alla gestione della produzione di energia necessaria per gli spostamenti a bassa velocità e per i servizi tramite sistema full electric a batterie o a idrogeno, quest’ultimo sviluppato con gli Energy Pack della società h2boat.

Si tratta della prima realtà al mondo a proporre un sistema che produce idrogeno dall’acqua, lo stocca a bassa pressione e a temperatura ambiente e lo utilizza per produrre corrente elettrica. In entrambi i casi si riesce ad ottenere energia con zero rumore, vibrazioni, scarichi ed emissioni, consentendo di navigare a bassa velocità anche all’interno delle aree marine protette, altrimenti precluse.