SPECIALE NAUTICO 2013 – Quanto pubblico c'è veramente?

Prime impressioni positive sulla presenza di pubblico, ma restano i dubbi sui costi per gli espositori

4 October 2013 | di Redazione Daily Nautica

Possiamo dirlo, il Salone Nautico 2013 tiene e la nuova organizzazione, almeno sotto il profilo del pubblico presente, sembra funzionare. Saranno anche gli spazi più concentrati a offrire il colpo d’occhio, ma la sensazione è che il pubblico effettivamente stia visitando il salone in buon numero.

Il settore vela, sul quale il Salone 2013 ha puntato molto, resta uno dei motori trainanti della Fiera: il pubblico gradisce, e l’agenda degli appuntamenti dei rivenditori resta piuttosto piena durante la giornata, con un continuo via vai di appassionati che salgono sui modelli esposti per scoprirne i particolari. Certo manca qualche cantiere di vertice: Hallberg Rassy e Oyster sono gli assenti illustri, X-Yachts c’è ma la sua presenza è piuttosto ridotta rispetto agli altri anni.

 

Discreta la presenza di pubblico al padiglione B su entrambi i piani, fuoribordo e accessori, mentre in quello esclusivamente dedicato ai motori, il Power Village, le novità non sembrano molte e la risposta del pubblico è stata tiepida, forse anche per una collocazione non felicissima del padiglione all’interno della fiera.

 

I dubbi maggiori restano sui costi: quanto pesa questo Salone sugli espositori? Non siamo riusciti ancora ad avere un quadro chiaro ma abbiamo percepito delle lamentele. La permanenza delle barche in acqua sembra restare molto cara, e non sempre i servizi offerti sono allo stesso livello. Se il Salone, come ha dichiarato il Presidente UCINA Albertoni, ha come nuovo obbiettivo quello di guardare al Mediterraneo, deve fare i conti con le condizioni economiche dell’intera area: se i cantieri vendono poco difficilmente possono sostenere i costi di un Salone non calibrato sull’attuale fase economica. La riduzione dei giorni è stata fondamentale per la sopravvivenza, la riorganizzazione degli spazi utile a migliorare la visibilità di molti espositori, ma la strada verso la rinascita deve passare indiscutibilmente dai costi.

Tutti però sono concordi nel sostenere che il Salone deve restare a Genova e non deve morire. A che prezzo? Domenica sera si tireranno i primi bilanci dell’edizione della “svolta”.

 

Mauro Giuffrè

 

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