SPECIALE GIRAGLIA – La furia di Eolo. Anche Flying Cloud rompe l’albero! FOTO

Ancora una giornata di ventone davanti a Saint Tropez: Eolo ha soffiato con intensità superiore ai 30 nodi. Ecatombe in mare, a un giorno dalla partenza della “lunga”. E scatta la polemica: era proprio necessario andare in mare?

12 June 2012 | di Redazione Daily Nautica

Dal nostro inviato. Partiamo da una riflessione: ha senso fare disputare una regata come quella che oggi si è svolta a Saint Tropez per l’ultimo giorno di prove costiere, con vento oltre i 30 nodi, quando è in programma per domani la partenza della lunga con oltre 240 miglia di percorso? Si, se si considera che questa manifestazione rappresenta il massimo della vela d’altura. No, se si ragiona nell’ottica che sarebbe stato meglio risparmiare barche ed equipaggi in vista della prova d’altura. Aggiungiamo però che ogni equipaggio decide di partecipare o meno sotto la propria responsabilità e in base alle possibilità della propria barca. Cosa è successo per obbligarci a questa breve riflessione? Il Millennium 40 Flying Cloud di Davide Noli ha rotto l’albero (guarda le foto qui sotto, riproducibili previa citazione della fonte con link attivo), il secondo disalberamento di questa edizione dopo quello del J109 Fremito D’arja, e numerose barche hanno riportato avarie minori a vele e attrezzatura, che in alcuni casi, seppur non gravi, hanno compromesso la partecipazione alla lunga di domani.

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Abbiamo scambiato una battuta veloce con un membro dell’equipaggio di Flyng Cloud, che era uno dei favoriti per la vittoria finale nel gruppo ORC A, per capire quale sia stata la dinamica dell’incidente. Puntualizziamo subito che tutto l’equipaggio è uscito illeso e non ha corso pericoli nelle fasi concitate di recupero dell’albero. La barca stava navigando nell’ultimo lato di bolina verso Saint Tropez, al termine di una prova lunga circa 25 miglia. L’albero in carbonio si è rotto in due punti, alla base e tra la prima e la seconda crocetta. Le condizioni del vento, indubbiamente impegnative, non erano severe come quelle dei giorni precedenti quando l’onda molto formata metteva veramente a rischio la tenuta dell’attrezzatura. Oggi il vento, comunque forte e rafficato frequentemente intorno ai 35 nodi, proveniva nettamente da nordovest, quindi da terra, sollevando un’onda che approssimativamente non andava oltre al metro o metro e mezzo. Condizioni si impegnative, ma non a tal punto da giustificare la rottura di un albero in carbonio, in due pezzi, durante un’andatura di bolina quindi senza il carico dello spinnaker a riva. Dalle pochissime informazioni che ci ha dato l’equipaggio, la causa pare sia stata un cedimento strutturale, ma non hanno specificato di quale parte dell’attrezzatura. Ci sentiamo di escludere che il cedimento sia stato dell’albero: se il carbonio ha avuto dei problemi in fase di costruzione l’incidente sarebbe avvenuto molto prima, mentre la barca naviga e regata ad alti livelli da diverse stagioni, e, per quello che ne sappiamo, sempre con lo stesso albero. L’ipotesi più credibile a questo punto resta il cedimento o dello strallo di prua o di una delle sartie di sopravvento, evento che provoca l’immediato collasso dell’albero. Un incidente analogo capitò a Luna Rossa durante la Coppa America del 2000 a Auckland: in quell’occasione a cedere fu proprio una delle sartie di sopravvento, che causò il rovinoso crollo dell’albero con la rottura in più punti.

 

La Giraglia Rolex Cup perde quindi uno dei suoi favoriti, ma non è la sola barca che non potrà prendere parte alla lunga per problemi con l’attrezzatura (Liguria Nautica doveva partecipare alla regata conclusiva ma la barca sulla quale dovevamo imbarcarci a causa dei danni alle vele ha deciso di abbandonare la manifestazione). Probabilmente l’incidente di Flying Cloud era inevitabile, e a questo punto è meglio che sia avvenuto oggi, sotto costa, che non durante la regata lunga. Forse il C.D.R.  avrebbe potuto scegliere un percorso meno lungo per risparmiare almeno parte della “sventola” alle barche. Col senno di poi chi è rimasto a terra, e non sono stati in pochi, ha fatto la scelta giusta, preferendo rinunciare alla regata di oggi per essere sicuro di disputare la lunga al meglio. Con i se e con i ma la storia non si è mai fatta: la Giraglia è una delle prove più impegnative della vela d’altura in Mediterraneo, e comprendiamo anche la scelta del Comitato di cercare di disputare tutte le regate. Domani parte la più classica delle lunghe in Mediterraneo, sul percorso Saint Tropez-Formigue-Giraglia-Sanremo. Le previsioni meteo al momento non promettono nulla di buono: pare che il Mistral, almeno per domani, non abbia intenzione di mollare. A tutti gli equipaggi va quindi un sincero augurio di buon vento con la speranza di festeggiare tutti insieme venerdì sera l’arrivo della flotta a Sanremo.

 

Mauro Giuffrè

 

GUARDA COME ERA OGGI IN MARE (si ringraziano Raffaele Medugno e Armando Rasori – fotogallery riproducibile previa citazione della fonte con link attivo)

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Le classifiche della giornata di oggi:

 

Gruppo 0 – IRC:

1.     Jethou di Sir Peter Ogden

2.     Lupa of London di Jeremy Pilkington

3.     Wild Joe di Jozsa Marton

 

Gruppo A – IRC:

1.     Near Miss di Noel Frank

2.     Natalia di George Brailoiu

3.     Aurora di Bonomo-Bruno

 

Gruppo B – IRC:

1.     Ondine di Marco Gerbaudo

2.     Hakunamatata di Massimo Zanotti

3.     Seawolf of Southampton di David Latham

 

Gruppo A – ORC:

1.     Paul & Shark Competition di Vittorio Urbinati

2.     Mandolino di Martino Orombelli

3.     Chaplin di Marina Militare

 

Gruppo B – ORC:

1.     Freya di Luca Celeghini e Giovanni Jahier

2.     Brancaleone di Ciro Casanova

3.     Symfony di Viacheslav Frolov

 

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