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Molto interessante, ma perchè solo negli ultimi anni si stanno verificando questi fenomeni quando le depressioni sulle isole britanniche esistono da sempre? Forse il riscaldamento globale?
Sicuramente il clima sta cambiando e questi fenomeni saranno sempre più frequenti
quindi bisogna costruire delle infrastrutture che prevedono questi eventi
stefano costantini
Caro Max, la sua osservazione è estremamente pertinente e proverò a dare una risposta, nei limiti del possibile, esauriente. Scenari come quello a cui abbiamo assistito a Genova nelle ultime ore si compongono sempre di, almeno, due elementi: quello meteorologico e quello idrogeologico. Le piogge, per quanto particolarmente intense, non bastano a determinare quegli effetti che iniziano a diventare una brutta consuetudine degli autunni mediterranei. Il primo elemento, quello meteorologico, ben si colloca nello scenario legato al riscaldamento globale. Queste perturbazioni si nutrono infatti di calore e umidità, un tempo caratteristica esclusiva delle latitudini tropicali. La loro frequenza è massima nei mesi autunnali quando il mare ha accumulato tutto il calore estivo e lo restituisce all’atmosfera sotto forma di masse d’aria umida. La situazione che si è verificata poche ore fa ha avuto come protagonista il flusso da SE che ha fatto accumulare l’aria caldo umida sui rilievi Liguri innescando la successiva attività temporalesca. Per quanto parzialmente responsabile, l’elemento atmosferico, non è sufficiente a spiegare l’accaduto. La componente terrestre è determinante e, probabilmente, è quella dove si dovrebbero concentrare gli sforzi per mitigare l’impatto di quelli che, presumibilmente, diverranno fenomeni tipici anche alle nostre latitudini. Riferendomi alla componente terrestre non intendo solo la cura di torrenti, tombini ecc., mi riferisco ad una azione individuale che parta dalla presa di coscienza di un problema che, per la sua natura, non è delegabile alle sole autorità. In Italia si deve favorire una nuova cultura ambientale, meno dogmatica e più pragmatica. Una cultura nella quale la tutela dell’ambiente non sia solo un atto dovuto politicamente corretto ma piuttosto una incredibile opportunità lavoro e crescita.
Una vita è sempre una vita, e forse l’allerta potrebbe anche averla potuta salvare.
Tutta la restante parte della catastrofe, invece, nessuna allerta l’avrebbe evitata.
Come al solito ci fanno guardare il dito (previsioni ed allerta) anziché la luna (mancanza di interventi strutturali).
ciao,
io sono un geotecnico e sono assolutamente d’accordo con quello che scrive Paolo,più che alla meteorologia,che non è una scienza esatta,bisognerebbe prestare attenzione ai segnali che ci invia la terra dove si può e si deve intervenire ,creando fra le altre cose occasioni di lavoro e sviluppo economico e nello stesso tempo preservando la sicurezza dei luoghi e delle persone che li abitano.
Con questo articolo molto interessante gli Amministratori della citta’ possono manlevarsi dalle loro responsabilita’.Il cittadino non ama la cultura del rispetto dell’ambiente in cui vive.Non rispetta le istituzioni perche’ non riceve un esempio tangibile di correttezza.La soluzione e’ portare tutti i materiali di scarto del proprio appartamento in un angolo buio della strada lontana dal suo domicilio ed abbandonarlo.
Il riscaldamento globale c’entra,ma anche no, Genova e tutto il territorio ligure sono per conformazione orografica e geografica inclini a forti precipitazioni concentrate in brevi periodi dalla notte dei tempi , l’alveo dei nostri torrenti scavato dalle piogge stesse in tempi geologici, è stato confinato a causa di una urbanizzazione scriteriata, questo è la principale causa della severità dei danni e delle perdite umane riscontrate negli eventi degli ultimi 50 anni.
Se i torrenti non esondassero i danni sarebbero di gran lunga minori, e questa volta non si può dare la colpa alle mareggiate che impediscono il defluire delle acque, basta vedere i dati idrometrici dei torrenti per capire , senza tanti calcoli idraulici, che le sezioni di passaggio delle acque sono insufficienti.
Il ruolo del riscaldamento globale, in un territorio comunque soggetto a eventi intensi, è quello di favorire un ulteriore afflusso di aria caldo umida dal mare. Condivido la sua analisi sugli aspetti idrogeologici.