Waterfronts delle isole protagonisti al Salone Nautico di Venezia
La quinta edizione del convegno Waterfronts al Salone Nautico di Venezia ha portato diversi esempi di progetti costieri
La quinta edizione del convegno Waterfronts al Salone Nautico di Venezia ha portato diversi esempi di progetti costieri
Al Salone Nautico di Venezia 2025 il convegno Waterfronts, ideato e condotto da 5 edizioni dallo Studio Marco Piva, ha affrontato un tema affascinante come quello delle “Isole, territori limite” a cavallo tra la terraferma e il mare aperto.
Un argomento d’interesse e di attualità anche per il mondo della nautica, dati i progetti in corso, che sono stati presentati durante l’incontro nella sala convegni della Torre di Porta Nuova dell’Arsenale di Venezia, luogo di per sé evocativo per la cantieristica e la navigazione. “Le isole – ha spiegato il padrone di casa Marco Piva, coadiuvato dall’architetto Antonio Vettese del Salone Nautico di Venezia – sono luoghi della storia da prendere come riferimento: hanno una enorme potenzialità per il turismo italiano, indirizzandolo verso la qualità e la cultura“.
Al Salone Nautico di Venezia i Waterfronts isolani
Gli interventi di ricercatori universitari e progettisti hanno dimostrato quanto la valorizzazione dei waterfronts isolani sia fondamentale per il turismo nautico, nonché per le comunità locali, bilanciando sviluppo economico e rispetto per l’ambiente. Anche in questo ambito, infatti, i cambiamenti climatici, che portano erosione costiera e innalzamento del livello del mare, sono un vincolo da considerare, sia per l’architettura sia per le infrastrutture a servizio delle imbarcazioni.
Annaclaudia Martini e Beatrice Ruggieri, ricercatrici dell’Università di Bologna, hanno portato l’esempio delle Maldive e del Giappone, “veri e propri simboli della crisi climatica“, in cui il lavoro di sottrazione della terra all’acqua richiede una implementazione tecnica e specialistica non irrilevante. Le marine prevedono ormai ovunque sistemi anti tsunami e innalzamento dell’acqua, che in queste zone geografiche è cresciuta in media di 1,5 metri.
Resilienza e sostenibilità sono quindi le parole chiave di tutti i progetti presentati al convegno Waterfronts da Laura Peretti, titolare dell’omonimo studio di architettura, Michele Rossi, co-fondatore dello studio PARK, Paolo Zilli, direttore di Zaha Hadid Architects, e dallo stesso Marco Piva.
Una serie di realizzazioni, più o meno avanzate nel completamento, che riflettono l’analisi, come spiegato da Rossi, “su ciò che si trova in ogni luogo costiero isolano, dal punto di vista della storia, del patrimonio e dei materiali costruttivi” per sfruttarne le potenzialità senza stravolgere lo stato di fatto. Spesso già di per sé particolarmente delicato. Come nel caso dell’Oman, esempio portato da Paolo Zilli, in cui “fino a 50 anni fa c’erano solo 10 km di strada asfaltata“, con piani strutturali puntati su marine di piccola dimensione, votate al superlusso.
Progetti costieri su isole di tutto il mondo
Il Waterfronts dell’Europa di Cagliari, il Waterfronts architettura tra terra e mare di Catania, il masterplan di Al Khuwair Downtown nell’Oman e la Marina di Pisa portati ad esempio al quinto convegno Waterfronts del Salone Nautico di Venezia hanno in comune una progettazione attenta, dai risultati espressivi etrogenei e diversificati, ma sempre focalizzata sull’innovazione, per la gestione delle acque, per l’integrazione dell’energia rinnovabile, per la preservazione della biodiversità e per la scelta di materiali eco-compatibili.
Argomenti: ambiente-&-sostenibilità, mare, Posti barca, superyacht