Alcide Sculati: pioniere dell’innovazione e dell’alta velocità in mare
Ingegnere meccanico e progettista navale, Alcide Sculati ha lasciato il segno nel settore con imbarcazioni ancora oggi esemplari
Ingegnere meccanico e progettista navale, Alcide Sculati ha lasciato il segno nel settore con imbarcazioni ancora oggi esemplari
Alcide Sculati, scomparso nel 2008, è stato un ingegnere meccanico e progettista navale di fama internazionale, riconosciuto pioniere dell’alta velocità in mare. La sua carriera professionale si è contraddistinta per l’innovazione tecnica e per l’adozione di soluzioni costruttive assolutamente all’avanguardia nel campo degli scafi da diporto e dei traghetti veloci.
Romano di nascita, dopo aver conseguito la laurea in ingegneria meccanica, Sculati matura le prime esperienze nel settore militare, presso l’Oto Melara (storica azienda famosa per la produzione di armamenti e di sistemi di difesa sia navali che terrestri), dove acquisisce le competenze tecniche che avrebbero caratterizzato la sua successiva attività di progettista.
L’esperienza in Baglietto
Da metà degli anni Settanta agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, Alcide Sculati lavora ai cantieri Baglietto, storico marchio ligure fondato nel 1854, dove assume il ruolo di direttore dell’ufficio tecnico.

In questi anni Baglietto si posiziona come uno dei cantieri più innovativi del settore, per il quale Sculati associa materiali di costruzione leggeri come l’alluminio a propulsioni particolarmente sofisticate, abbinate a forme di scafo estreme studiate appositamente. Tanto che le carene progettate e sviluppate per Baglietto, le famose “carene Sculati“, sono diventate nel tempo un punto di riferimento per il settore e per i progettisti dell’epoca.
Sono anni di barche iconiche, come il superyacht Al Fahedi (44,82 metri, destinato all’emiro del Dubai e disegnato dall’architetto e amico di sempre Gianni Zuccon) o del 26 metri di alluminio Chato (realizzato per il barone John von Neumann), equipaggiato con motori MTU accoppiati a idrogetti KaMeWa capaci di spingerlo fino a una velocità di 60 nodi.
L’ingegnere Sergio Cutolo, fondatore di Hydro Tec e ai tempi assistente di Sculati in Baglietto, lo descrive come un maestro esigente ma generoso, ricordando le lunghe ore trascorse in cantiere e l’approccio rigoroso alla progettazione.
Rodriquez Cantieri Navali e i traghetti Aquastrada
Dopo l’impegno in Baglietto, Alcide Sculati passa a Rodriquez Cantieri Navali, dove ricopre il ruolo di direttore tecnico fino all’ultimo cambio di proprietà, nel 2006. In questa fase della sua carriera si dedica prevalentemente alla progettazione di traghetti veloci, contribuendo in modo determinante al successo del cantiere messinese (ma con sedi in Liguria, Campania e Brasile) nell’epoca d’oro dell’alta velocità in mare.

Il primo e più veloce della gamma è stato Guizzo della Tirrenia, lungo 100 metri e capace di arrivare a 45 nodi, realizzato nel 1993 insieme alla gemella Scatto. Si tratta del primo modello monocarena al mondo in grado di trasportare persone e mezzi ad una velocità così elevata: il vero e proprio antesignano del trasporto veloce via mare che conosciamo oggi. Un risultato ottenuto grazie ad un sistema di propulsione con turbina a gas da 20.800 kW, collegata al booster centrale KaMeWa, mentre due motori diesel MTU alimentavano gruppi idrogetto laterali.
Il più lungo scafo della serie è stato però Federico Garcia Lorca della compagnia spagnola Balearia, nave di 115 metri interamente di alluminio, costruita nel 2001 e capace di navigare a 35 nodi anche con mare formato grazie all’utilizzo di un sistema di controllo del rollio sofisticatissimo, composto da pinne stabilizzatrici, intruder e T-Foil progettati e costruiti interamente “in house” con l’ingegnere Alessandro Cappiello, fondatore di CMC Marine. Progetto e dotazioni a cui oggi siamo abituati, ma che 25 anni fa erano totalmente fuori dagli schemi.
Progettare l’innovazione
Tutte le soluzioni progettuali di Alcide Sculati si contraddistinguono per l’innovazione. È stato infatti tra i primi al mondo ad utilizzare la lega leggera e gli idrogetti su grandi imbarcazioni, anticipando opzioni tecnico-materiche che sarebbero diventate degli standard per l’industria nautica. La scelta dell’alluminio consentiva di ridurre significativamente il peso complessivo delle imbarcazioni, migliorandone le prestazioni in termini di velocità e di consumi e le sue carene a V profonda garantivano stabilità anche ad alte velocità, mentre la propulsione a idrogetti, combinata con motori diesel e turbine a gas nei traghetti di maggiori dimensioni, permetteva di raggiungere prestazioni eccezionali.
Una ricerca progettuale che includeva elevati parametri di sicurezza: lo stesso progettista ricordava infatti che un traghetto veloce come Aquastrada poteva eseguire un arresto di emergenza a velocità massima in una distanza di sole tre lunghezze dello scafo. Non per nulla nel 2004 l’Unione Nazionale Cantieri e Industrie Nautiche e Affini (UCINA), come veniva chiamata Confindustria Nautica ai tempi, ha assegnato a Sculati il premio “Pioniere della nautica” nella categoria Manager, dichiarandolo “progettista di imbarcazioni e navi da diporto veloci e professionista di indiscusso valore tecnico“.
L’eredità indiscussa di Alcide Sculati
L’eredità progettuale di Alcide Sculati rimane tuttora significativa nell’industria navale italiana. Le sue carene continuano ad essere oggetto di studio e di applicazione e molte delle soluzioni tecniche da lui sviluppate, in particolare l’impiego dell’alluminio e dei sistemi di propulsione a idrogetto, sono diventate elementi fondanti della costruzione di imbarcazioni veloci. La sua capacità di coniugare prestazioni elevate a sicurezza e affidabilità ha posto le basi per lo sviluppo dei traghetti veloci e degli yacht ad alte prestazioni.
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