Nave cinese sequestrata per aver profanato “tombe di guerra” britanniche

La profanazione sembra essere legata all’acciaio pre-bellico, quello fuso prima dei test atomici e quindi privo di radiazioni di fondo, caratteristica che lo renderebbe particolarmente ricercato per alcune strumentazioni scientifiche e mediche

21 June 2023 | di Paolo Ponga

Il 28 maggio scorso le autorità malesi hanno sequestrato un battello-draga cinese sospettato di aver saccheggiato e profanato i relitti dell’HMS Prince of Wales e dell’HMS Repulse, affondati nel Mar Cinese Meridionale durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 2001 entrambe le navi, a causa dell’importanza storica ma soprattutto dell’elevato numero di vittime, i cui resti sono ancora presenti sul fondo del mare, sono state riconosciute come “tombe di guerra” ai sensi del Protection of Military Act del 1986.

La notizia è stata diffusa da diverse fonti internazionali, fra cui la famosa emittente Al Jazeera. Le autorità malesi erano già all’erta perché il 23 maggio la polizia aveva rinvenuto in un deposito a Kota Tinggi, nello stato di Johor, svariate munizioni, un’ancora marina, delle sezioni di uno scafo e due cannoni antiaerei britannici da 5,25 pollici che si riteneva appartenessero alle grandi navi affondate. I ladri non erano stati molto furbi: uno di loro aveva addirittura filmato lo scarico di uno dei cannoni sul molo e l’aveva postato su Tik Tok.

Alcuni sommozzatori commerciali hanno poi notato la Chuan Hong 68 ancorata esattamente sulla verticale del relitto della corazzata HMS Prince of Wales, che si trova a 68 metri di profondità ed è segnalato da una boa con la bandiera britannica. Hanno quindi avvisato le autorità, che sono sopraggiunte prontamente, contestando l’ancoraggio non autorizzato. Riusciti in questo modo a salire sulla draga, i militari della motovedetta hanno trovato diverse munizioni e altro materiale del relitto sulla coperta della nave cinese: il dragamine è stato così sequestrato e i 32 uomini dell’equipaggio sono stati arrestati.

La Chuan Hong 68 non è nuova a queste prodezze. Nel 2017 l’imbarcazione era già stata fermata, in quanto ritenuta responsabile del recupero illegale di acciaio e munizioni su diverse navi giapponesi e su tre navi militari olandesi affondate nel Mare di Giava durante il conflitto. La sua attività pare essersi diffusa in tutta l’area, con prelievi effettuati nelle acque di Singapore, Cambogia, Vietnam e Malesia. La motivazione sembra essere legata all’acciaio pre-bellico, quello fuso prima dei test atomici e quindi privo di radiazioni di fondo, caratteristica che lo renderebbe particolarmente ricercato per alcune strumentazioni scientifiche e mediche.

“Siamo addolorati e preoccupati – ha dichiarato il professor Dominic Tweddle, direttore generale del Museo Nazionale della Royal Navyper l’apparente vandalismo a scopo di lucro personale dell’HMS Prince of Wales e dell’HMS Repulse. Sono state dichiarate ‘tombe di guerra’. Siamo sconvolti dalla perdita del patrimonio navale e dall’impatto che questo potrà avere sulla storia della nostra Marina. Ciò di cui abbiamo bisogno è una strategia di gestione del patrimonio navale sottomarino, in modo da poter proteggere e commemorare meglio queste navi. Soprattutto non dobbiamo dimenticare gli equipaggi che hanno prestato servizio su queste navi perdute e che troppo spesso hanno dato la vita al servizio del loro Paese”.

A Pechino, invece, il portavoce del Ministero degli Esteri, Mao Ning, ha detto ai giornalisti che il governo era a conoscenza del caso e che l’ambasciata cinese in Malesia era in contatto con le autorità locali: lo scopo era quello di gestire il caso in conformità con la legge ma proteggendo la sicurezza, i diritti e gli interessi legali dei cittadini cinesi. Proponimento che appare quantomeno dubbio e fonte di riflessione, visto che stiamo parlando di predoni che saccheggiano tombe di guerra protette da trattati internazionali.

La corazzata HMS Prince of Wales e l’incrociatore da battaglia HMS Repulse facevano parte di uno squadrone della Royal Navy denominato “Forza Z“, inviato l’8 dicembre 1941 (il giorno successivo all’attacco giapponese a Pearl Harbor) per intercettare un convoglio nemico in rotta verso il nord della Malesia e impedire l’invasione da parte nipponica. La Forza Z non aveva copertura aerea ma l’ammiraglio Thomas Phillips si sentiva sicuro perché, fino a quel momento della guerra, nessuna nave da battaglia era stata affondata da un attacco aereo. Finirono invece in una trappola: le navi inglesi vennero ferocemente attaccate e colpite da bombe e siluri lanciati dagli aerei imbarcati sulle portaerei giapponesi e nell’attacco perirono 840 marinai imbarcati sulle due navi da battaglia.

 

Fonti foto: Al Jazeera e Wikipedia

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