Cimitero di barche a Carrara dopo la mareggiata di Rapallo del 2018. Il Comune chiede lo sgombero dell’area

Sono circa 50 i relitti abbandonati in un terreno a Carrara dopo la devastante mareggiata del 2018 che aveva colpito la città di Rapallo

27 January 2024 | di Valerio Caccavale

Sono passati quasi 6 anni dalla mareggiata record che il 29 ottobre 2018 colpì il litorale ligure provocando ingenti danni nel porto “Carlo Riva” di Rapallo. I lavori per la rimozione delle barche affondate o semiaffondate cominciarono subito e coinvolsero anche altri porti.

Circa 60 imbarcazioni danneggiate dalla mareggiata erano state infatti trasferite a Carrara, in Toscana, in un terreno di 4 mila metri quadrati in viale Zaccagna. Sebbene fosse soltanto una misura provvisoria, con il passare dei mesi e degli anni la situazione non è cambiata e all’interno dell’area restano ancora circa 50 relitti abbandonati.

Il problema dei relitti

Il primo tentativo di sgombero era avvenuto nel 2021 quando l’ex sindaco di Carrara, Francesco De Pasquale, aveva emesso un’ordinanza che incaricava i proprietari delle imbarcazioni di provvedere alla rimozione e smaltimento dei relitti.

A parte pochi casi, la maggior parte degli armatori ha però ignorato il provvedimento sindacale. A ottobre 2021 il Comune di Carrara aveva deciso quindi di prorogare il termine assegnato per la rimozione al 30 giugno 2022. Ne è seguita una seconda ed una terza proroga, quest’ultima concessa dall’attuale sindaca Serena Arrighi, che rimandava il termine delle operazioni al 28 febbraio 2024.

A ridosso di quest’ultima scadenza, il porto di Rapallo ha fatto un’ulteriore richiesta di proroga di 8 mesi, cioè fino a settembre 2024, sulla base di una presunta stima dei tempi necessari per rimuovere tutte le imbarcazioni. Ma la sindaca Arrighi questa volta ha risposto che non concederà nessun rinvio fino a quando le imbarcazioni non cominceranno a essere portate via in maniera sistematica.

E’ da diverso tempo, infatti, che il Comune di Carrara denuncia questa situazione che rischia di avere ripercussioni anche di carattere ambientale e commerciale, visto che i relitti occupano attualmente un’area strategica per la città, che si trova proprio a ridosso del porto di Marina di Carrara.

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