Progettare a distanza uno yacht in tempi di Covid: l’esperienza di Philippe Briand
Il designer, fondatore di Vitruvius Yachts, racconta i vincoli forzati della progettazione a distanza e della comunicazione online
Il designer, fondatore di Vitruvius Yachts, racconta i vincoli forzati della progettazione a distanza e della comunicazione online
L’ultimo anno e mezzo di emergenza Covid ha messo alla prova anche i designer di imbarcazioni, abituati a passare molto tempo con il futuro armatore e impreparati a progettare a distanza uno yacht. Agli incontri di persona si sono infatti sostituiti quelli online, con il relativo passaggio a nuove modalità sia creative sia comunicative.
Ne sa qualcosa Philippe Briand, architetto navale e fondatore di Vitruvius Yachts, che in questi mesi ha sviluppato modalità comunque efficienti e produttive per il suo team di progettisti, soddisfando anche i clienti più esigenti. Come i due futuri proprietari che proprio in questi mesi complicati hanno scelto il designer, con studio a Londra, per la realizzazione di un Lifestyle yacht di 66 metri e di un Expedition yacht di 55 metri.

“Un altro cliente – sottolinea Briand – ci ha contattato alcuni mesi fa per uno yacht di 52 metri, con una panoramica comparativa di ciò che gli piaceva in cinque yacht attualmente disponibili sul mercato e nel contempo con la lista dei motivi per cui non li avrebbe acquistati. Sapeva quello che voleva, da adattare ad una piattaforma di meno di 500 GT. La sfida non è stata dunque solo quella di dare vita a uno yacht che rispondesse a tutte queste esigenze, ma anche di riuscire a comunicare e a lavorare in modo costruttivo con lui, con il vincolo di non potersi incontrare di persona“.
Sfida complessa anche quella di progettare a distanza uno yacht tecnico come l’explorer Shinkai di 55 metri, in costruzione nel cantiere olandese Feadship: una imbarcazione per spedizioni in mari estremi, dotata di un sommergibile per tre persone e di una serie di mezzi, tra cui una Toyota Land Cruiser. 
Ora che però l’essenza degli yacht – architettura navale e concept – è definita, i progettisti si sono accorti dei limiti di ciò che può essere condotto con successo esclusivamente da remoto. “È stata una curva di apprendimento ripida – spiega Philippe Briand – che probabilmente ha anche allungato un po’ il processo”. Ogni componente del team di progetto ha infatti affrontato individualmente le fasi iniziali del lavoro e la tecnologia ha semplificato e velocizzato i momenti di confronto e di condivisione, sì che probabilmente il metodo verrà ancora in parte sfruttato in futuro.
Eppure progettare a distanza è per lo stesso Briand pur sempre un’eccezione: “Continueremo a utilizzare gli strumenti di comunicazione remota in futuro, una volta che ci sarà permesso di tornare ai nostri incontri faccia a faccia? Sì, molto probabilmente, in una certa misura ma – conclude il designer – continueremo a preferire gli aspetti reattivi e personali della collaborazione di persona? Senza dubbio!”.
Argomenti: Daily Nautica

Nella costruzione Vitruvius 73 mt PichioHo lavorato nel tim Pichiotti.
Condivido il concetto, nella progettazione e costruzione di questi gioielli occorrono moltissime e competenze, è ormai impossibile unirle in presenza, per progredire è indispensabile passare alle nuove tecnologie. Lavorate a distanza in Tim inteterrativo. È uno sforzo obbligato.
Il risultato sarà positivo per i progettisti, per la costruzione, per i cantieri.