Piloda Shipyard: un cantiere in espansione
Piloda Shipyard guarda al futuro con 300 nuovi posti di lavoro, investimenti nel settore militare e un progetto da 140 milioni di euro per la riconversione industriale del porto di Brindisi
Piloda Shipyard guarda al futuro con 300 nuovi posti di lavoro, investimenti nel settore militare e un progetto da 140 milioni di euro per la riconversione industriale del porto di Brindisi
Piloda Shipyard si conferma tra i protagonisti del rilancio della nautica pugliese in occasione del convegno “La Nautica in Puglia – Scenari e opportunità“, organizzato dallo SNIM presso la sala conferenze dell’Autorità Portuale di Brindisi. Istituzioni e imprese si sono riunite per analizzare sfide e priorità di un settore che sta vivendo una fase di profonda trasformazione e crescita.
“A Brindisi la nautica – afferma Donato Di Palo, Ceo di Piloda Shipyard – non è più soltanto un comparto in crescita. È un settore che sta chiedendo con forza visione politica e investimenti strutturali. Serve un approccio strategico che riconosca il ruolo centrale della cantieristica e il potenziale ancora inespresso dell’area portuale di Brindisi“.
Un cantiere rinato
Piloda Shipyard rappresenta infatti uno dei casi più significativi di rilancio industriale nel territorio brindisino. Fondato nel 1960 e successivamente fallito, è stato acquisito dalla società che fa capo a Piloda Group e rilanciato con una chiara strategia di sviluppo.
“Abbiamo preso in concessione – spiega Di Palo – un’area dove sopravvivevano 19 dipendenti in condizioni difficili e oggi, dopo aver raggiunto una piena stabilità, contiamo oltre 100 collaboratori interni e ci avvaliamo di ulteriori 60 professionisti esterni. Abbiamo avviato partnership con un’azienda turca per portare avanti progetti di unità navali a guida autonoma e stiamo investendo in modo significativo nel settore militare cercando di partecipare a programmi nazionali e sperimentando nuove tecnologie”.

La riconversione del porto di Brindisi
La vera svolta per il cantiere potrebbe però arrivare con l’approvazione del nuovo Piano Regolatore Portuale: Piloda Shipyard ha infatti presentato un progetto da 140 milioni di euro al bando MIMIT per la riconversione industriale di Brindisi. Il piano prevede un bacino galleggiante di 250 metri, nuovi moli d’ormeggio e capannoni industriali e una banchina operativa con gru per varare navi fino a 250 metri di lunghezza.
“Se entro la fine dell’anno – sottolinea il Ceo di Piloda Shipyard – otterremo l’approvazione, avremo riscontri oggettivi sulla decarbonizzazione promessa dalla Regione. Si tratta di un’opera infrastrutturale che l’impresa da sola non può sostenere. Serve un intervento pubblico per allungare le banchine e realizzare nuovi moli d’ormeggio e bacini galleggianti da 250 metri”.
Nuovi posti di lavoro e posizionamento strategico nel Mediterraneo
Il progetto prevede la creazione di 300 nuovi posti di lavoro diretti, consolidando Brindisi come polo cantieristico competitivo nel Mediterraneo al pari dei bacini presenti a Malta, Marocco, Gibilterra, Tunisia e Spagna.
“Il porto – conclude Di Palo – non è solo un asset commerciale ma un’infrastruttura strategica per lo sviluppo industriale del territorio. Brindisi ha tutte le carte per diventare un punto di riferimento nella cantieristica navale del Mediterraneo”.
Con una superficie in concessione ampliata, investimenti tecnologici in corso e partnership internazionali consolidate, Piloda Shipyard si candida a diventare uno dei principali player della nautica mediterranea, puntando su innovazione, competenze e un’economia del mare capace di competere sia su scala nazionale che internazionale.

