16 luglio 2025

Alla ricerca della ricciola oversize

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Da fine maggio a giugno inoltrato le ricciole si avvicinano alla costa per cercare cibo prima della riproduzione ed è quello il momento giusto per insidiarle

Da fine maggio a giugno inoltrato le ricciole si avvicinano alla costa per cercare cibo prima della riproduzione ed è quello il momento giusto per insidiarle

4 minuti di lettura

Ogni pescatore che si rispetti ha un proprio sogno nel cassetto, che può essere una cattura eccezionale, una grossa preda, una particolare specie combattiva o semplicemente riempire il carniere. Io, nella pesca sportiva, mi ero già tolto tante soddisfazioni, anche con diverse catture eccezionali, ma una mi mancava, il sogno di tanti pescatori: una big ricciola pescata a traina col vivo. Decido quindi di provare a pescarla nel posto giusto e nel periodo più adatto.

Da fine maggio a giugno inoltrato le ricciole si avvicinano alla costa per cercare cibo prima della riproduzione ed è quello il momento giusto per insidiarle. Parto quattro giorni in barca al confine col Mar Ligure (lo spot preciso non lo dirò per ovvi motivi) insieme ad altri tre amici. Siamo in quattro con due barche e decidiamo di alzarci la mattina alle 4 per poter fare le esche vive, calamari o alacce, sapendo che la grande ricciola mangia alle prime luci dell’alba fino alle 8.30 circa. Poi le possibilità che si alimentino diminuiscono drasticamente, soprattutto per i grossi esemplari, che tendono a cacciare da soli o in coppia, mentre esemplari più piccoli, mediamente dagli 8 ai 15 kg, viaggiano in branchi e possono essere catturati anche nelle ore più calde. Ma io volevo la big!

Il primo giorno facciamo dei calamari e li trainiamo su un fondale di 50 metri a un nodo di velocità. Sondiamo parecchio mare ma nessuna abboccata e nessuna marcatura sull’eco. Si fanno le 9 e decidiamo di rientrare: ci riproveremo domani. Il secondo giorno sveglia alle 4, colazione e subito in barca a fare le esche. Questa volta facciamo delle alacce medio piccole e due sugarelli grossi. Inneschiamo le alacce per prime, sono circa le 6. Iniziamo a trainarle cambiando spot e battimetrica e dopo poco vedo un abboccata e ferro. Nel recupero sento che è un pesce diverso, non di grandi dimensioni: viene a galla una tracina di 1 kg e mezzo, una bella taglia per quel tipo di pesce, anche se non era di certo quello che cercavo. Si fanno le 10 e decidiamo di nuovo di rientrare.

Il terzo giorno sempre sveglia alle 4, colazione e in mare ancora col buio. Facciamo delle alacce e dei sugarelli e andiamo a trainare in uno spot che avevamo visto al ritorno il giorno prima, con qualche marcatura sull’eco. Questa volta decido di innescare un grosso sugarello sui 7 etti, lo filo a 80 metri dalla barca su un fondale di 45 metri, metto 150 grammi di piombo e cerco di stare a mezz’acqua. Alle 7.30 circa vedo il cimino della canna che inizia a flettersi dolcemente e capisco che ci siamo. Prendo la canna in mano, aspetto la mangiata decisa e ferro. Sbam, inizia il combattimento.

Parte lenta ma decisa, tiene il fondo, continua la sua corsa senza fermarsi. Guardo il mio socio e gli dico che è lei, la oversize. Il mio amico mi guarda e dice: “Ma sei sicuro?”. Io sorrido e gli rispondo “Sì, certo”. Conosco la mia attrezzatura: canna 12 libbre, mulinello sempre 12 libbre, dynema 0,23 in bobina, 0,52 di mediano, 0,62 di terminale e amo 6/0. Sono leggero per quel pesce ma mi piace essere sportivo. Lo seguiamo con la barca, lo pompo, gli prendo metri ma appena lo stacco dal fondo riparte come un treno. Decido di chiudere la frizione e pomparlo verso l’alto. La canna me lo permette, avendo una curva ampia e progressiva.

Sono stanco, sono passati già 40 minuti. Inizia a intravedersi la sagoma del pesce: è enorme. Cerco di non agitarmi, mancano pochi metri, e dopo alcuni minuti viene a galla in tutto il suo splendore. È un pesce straordinario, quello che cercavo. Andrea, il mio socio, la raffia perfettamente, la tiriamo a bordo e iniziamo a ridere increduli della taglia del pesce, una ricciola di circa 45 kg. Sono appagato, ho centrato l’obiettivo prefissato. Si ritorna a casa, stanco ma felice.

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