Capire il tempo sul mare: la cosa più moderna? Due persone che si parlano

I principi fondamentali che regolano la navigazione meteorologica sono gli stessi. Sono gli strumenti e le tecniche ad essersi evoluti

Quando decisi di immergermi nell’affascinante universo della meteorologia marina e dell’oceanografia, lo feci per poter avere una conoscenza e una visione più chiara e pratica rispetto al tema della navigazione meteorologica. Era la fine degli anni ’80 e in quel periodo navigavo ma non avevo a bordo il telefono portatile o il GPS, tanto meno Internet: tutte le informazioni meteo viaggiavano quasi esclusivamente via radio.

Tramite il “radio facsimile” si ricevevano le carte meteo diffuse da alcuni grandi centri meteorologici (molte di queste sono oggi attualizzate sul web) e i dati osservati Synop e Metar, fatti di codici numerici indicanti i vari parametri quali la copertura nuvolosa, il vento, le raffiche, le temperature e la pressione, che venivano “plottati” a mano sulle mappe per poter monitorare l’evoluzione del tempo e disegnare i fronti.

Le navi, sempre via radio, trasmettevano le “ship observations“, ovvero i dati meteo osservati a bordo e convogliati nella rete WMO (World Meteorological Organization). Ciò accade anche ai giorni nostri, anche se le osservazioni delle stazioni marittime sono sempre troppo poche e proprio per questo ancora più preziose. Vi invito a seguire l’interessante video “WMO and the Ocean“.

Da quegli anni i progressi in ambito meteorologico sono stati straordinari: un universo è cambiato. Eppure, sfogliando i vecchi libri di meteorologia dalle pagine ormai ingiallite della mia libreria, mi rendo conto di quanto solide e tutt’ora valide siano le regole per la comprensione del tempo sul mare. I principi fondamentali, quelli che mi piace definire “le regole dell’alfabeto meteo e della navigazione meteorologica”, sono gli stessi. Gli strumenti e le tecniche si sono invece evoluti.

Le tecnologie, in particolare, hanno fatto progressi straordinari. Pensate alle fantastiche immagini satellitari oggi accessibili via Internet, ai radar, alla rete ondametrica delle boe, alle stazioni meteorologiche, alla straordinaria capacità dei moderni calcolatori, alla modellistica ambientale e ai sistemi di comunicazione e geolocalizzazione via AIS e via satellite. Date uno sguardo a Marinetraffic, per fare un esempio, o ad uno dei moderni sistemi di monitoraggio flotte. Migliaia di unità viaggiano sul mare: che straordinaria opportunità abbiamo oggi di restare in contatto con il comandante e gli ufficiali di una nave, di uno yacht, di un’imbarcazione o di un rimorchiatore.

In una mia lontana traversata atlantica a vela di quegli anni, trascorsi 17 giorni in mare aperto prima di arrivare a Pointe-à-Pitre e poter telefonare a casa da una cabina, con le tasche piene di gettoni telefonici che la gettoniera divorava con avidità, per poter dire in un minuto ai miei “tutto bene, siamo arrivati”. Che cosa straordinaria è poter restare in contatto con le persone che ci sono vicine anche trovandosi in mare aperto o in mezzo ad un oceano. Che straordinario contributo alla sicurezza in navigazione offrono i moderni sistemi elaborati dai centri meteorologici. Pensate, ad esempio, al tracking di un uragano, che possiamo seguire di ora in ora attraverso il sito del NOAA.

Eppure molto resta da capire, da imparare, da conoscere. È un percorso lungo e appassionante, perché vasto e variegato è l’universo della meteorologia marina, dell’oceanografia e delle telecomunicazioni, che sono il vettore di queste informazioni preziose rappresentate dai dati meteo. Sono le regole che governano il flusso, talvolta turbolento e caotico, dei fluidi. Tutto questo però non basta.

Oggi seguiamo con interesse lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (AI), che proprio nel meteo può esprimere straordinarie potenzialità. Anche questo è un tema che va seguito da vicino e che può portare altre innovazioni, convincendo chi è scettico che la scienza evolve e si adatta. Un po’ come è successo con Internet o WhatsApp, che hanno conquistato tutti, anche quelli che all’inizio erano più dubbiosi.

Mentre scrivo queste righe, ricevo le osservazioni di bordo di un comandante di una prestigiosa nave passeggeri che osserva sulla rotta Baleari-Palermo onde di 5 metri e venti di burrasca. L’andatura è al giardinetto e il miglioramento è lontano all’orizzonte. Le boe confermano i dati dei modelli, così come le condizioni previste per la manovra all’ETA (expected time of arrival). Che prezioso elemento è ogni osservazione di un comandante o di qualcuno dell’equipaggio a bordo. E quanto è importante sapere che la situazione reale in quel porto non è proprio come quel modello o quel bollettino aveva indicato.

Così, se l’intelligenza artificiale ci aiuterà a non disperdere il patrimonio di esperienza dei naviganti, nel tempo avremo più chiaro l’orizzonte sul mare e la navigazione sarà ancora più sicura. E ancora una volta, in quella particolare situazione, in un momento di criticità o anche di preoccupazione, quanto prezioso e rassicurante si rivelerà il confrontarsi con qualcuno rispetto a una decisione da prendere.

Nel 1989 ero in Francia, al Centro MétéoMer, quando Pierre Lasnier mi disse questa frase che ha guidato come una bussola la rotta della mia esperienza professionale. Lui, ingegnere e meterologo, esperto routeur e innovatore, mi disse: “Gianfranco, rappelles-toi, deux personnes qui se parlent, c’est la chose la plus moderne“. Grazie Pierre.

Monaco Weather Lab, coordinato da La Belle Classe Academy – Yacht Club Monaco

 

Gianfranco Meggiorin

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