
Giuseppe Palumbo a Daily Nautica: “Mio nonno fu un precursore della cantieristica. Io ho introdotto la divisione Superyachts”
Intervista a Giuseppe Palumbo, fondatore e amministratore unico di Palumbo Superyachts, che ci accompagna in un viaggio attraverso il passato, il presente e il futuro del suo cantiere navale
La costruzione di nuove navi da diporto e il refit sono tra le prerogative che hanno reso celebre Palumbo Superyachts, il grande network della cantieristica di cui Giuseppe Palumbo è amministratore unico.
Oggi Palumbo Superyachts controlla i marchi Isa Yachts, Columbus Yachts, Extra Yachts, Palumbo Sy Refit e Mondomarine e può contare su ben cinque cantieri nel Mediterraneo (ad Ancona, Savona, Napoli, Marsiglia e Malta).
La costruzione dei superyacht, però, è iniziata solo nel 2008, per volontà di Giuseppe Palumbo, che in questa intervista ci accompagna in un viaggio attraverso il passato, il presente e il futuro del suo cantiere navale.
I cantieri Palumbo lavorano sia con grandi navi commerciali che con megayacht, disponendo di una fitta rete di cantieri e bacini in tutto il Mediterraneo e non solo. Le “linee di lavorazione” come vengono divise? Quali sono i cantieri dedicati ai superyacht?
La divisione Palumbo Superyachts nasce nel 2008 quando la nostra famiglia decise di creare il marchio Columbus e di costruire uno yacht di 54 metri. Fu una scelta vincente che ci permise di investire su altri scafi e differenti modelli. In seguito ci sono state le acquisizioni di ISA Yachts ad Ancona e Mondomarine a Savona, rispettivamente nel 2016 e nel 2018.
Oggi il nostro quartier generale per le nuove costruzioni è Ancona, mentre operiamo a Napoli, Savona, Marsiglia e Malta per il refit di superyachts. Lo scorso anno abbiamo attivato anche un service point ai Caraibi e America Centrale per offrire un servizio di eccellenza alle imbarcazioni che fanno solitamente la doppia stagione Caraibi e Mediterraneo.
Quando Salvatore Palumbo, nel 1967, fondò l’azienda di carpenteria navale, quali obiettivi aveva?
Mio nonno è stato un precursore dei suoi tempi ed ha passato il timone a mio padre quando era molto giovane. Mio padre, Antonio Palumbo, assieme a me e a mio fratello Raffaele, ha saputo interpretare il mercato del refitting navale, investendo e diversificando le attività e i territori. La divisione Superyachts è stata una mia volontà scaturita dalla grande passione che ho per il diporto. Oggi in azienda ha iniziato anche la quarta generazione che in futuro avrà l’onere di evolvere il mercato con nuove strategie.
Come siete riusciti a creare una tra le principali reti di refit & repair del Mediterraneo?
Con costanza e dedizione. Le acquisizioni sono sempre state valutate con grandissima attenzione e avendo degli obiettivi strategici molto chiari. In questo modo abbiamo evitato delle sovrapposizioni. Inoltre, ogni cantiere è autonomo ed in grado di far fronte alle esigenze più complesse sia in termini di progettazione che di lavorazioni.
Le sedi dispongono di infrastrutture all’avanguardia. Savona, con la conferma della concessione avuta definitivamente qualche mese fa, sta attuando tutti gli investimenti presenti nel piano industriale. Questo porterà la struttura ad essere una delle più qualificate sul territorio. In aggiunta, avendo saturato il cantiere di Ancona, abbiamo deciso di iniziare a Savona la costruzione di una nuova imbarcazione da 40 metri, Columbus Crossover.

Giuseppe Palumbo
Nel 2013 avete varato il Columbus Sport Hybrid, un superyacht da 40 metri che vi è valso un primato: siete stati il primo cantiere a ottenere la certificazione per la propulsione ibrida. Oggi quali sono le nuove prospettive in tema di ecosostenibilità?
Abbiamo un occhio vigile sulle nuove tecnologie ma l’implementazione a bordo è sempre più lenta nel mondo della nautica rispetto ad altri mercati. Inoltre, nel nostro settore, l’armatore diventa un partner essenziale e non tutti sono pronti. Al momento abbiamo in costruzione un 50 metri, Columbus Project “Lady”, che avrà una propulsione ibrida, un impianto per la sanificazione dell’aria e degli interni eco-friendly. Un progetto davvero innovativo, con un armatore attento all’eco-sostenibilità e all’impatto ambientale.
Qual è il tipo di l’armatore che si rivolge a voi per farsi costruire un megayacht?
I nostri clienti sono attenti ai dettagli, ricercano progetti accattivanti ma con piattaforme consolidate. Il ventaglio dei brand presenti nell’offerta Palumbo Superyachts permette al cliente di scegliere differenti soluzioni e di creare un progetto tagliato su misura sulle sue necessità. Anche sulla linea Extra Yachts, che parte dai 24 metri, puntiamo a clienti maturi, che comprendono l’alta qualità dei componenti che utilizziamo.
Nel 2016 avete acquisito Isa Yachts. Oggi qual è il ruolo di questo brand all’interno del gruppo Palumbo? Due anni più tardi, nel 2018, è entrata nella galassia Palumbo anche Mondomarine. Qual è invece l’anima di questo marchio?
Si tratta di due acquisizioni molto diverse fra loro. Con ISA Yachts cercavamo di allargare la nostra produzione e ci serviva un’area moderna e versatile da far diventare il nostro quartier generale. Inoltre, il brand ha sempre avuto una fama internazionale e noi tutt’oggi puntiamo a mantenere il suo Dna stilistico. ISA propone modelli in vetroresina molto veloci, come ad esempio l’ultimo ISA Super Sportivo GTO 100, ma è sopra i 40 metri che esprime la sua massima riconoscibilità. A novembre 2021 abbiamo consegnato il nuovo ISA Classic 65 metri Resilience e tra qualche giorno vareremo il nuovo ISA GT 45, entrambi in acciaio con sovrastruttura in alluminio.
Mondomarine, invece, ha una vicenda più complessa perché solo a fine 2021 è stata rilasciata la concessione definitiva. Abbiamo comunque investito in nuovi progetti e portato avanti una serie di attività legate al nostro comparto refit ma sarà in effetti quest’anno che riusciremo a mettere in atto il piano industriale che avevamo presentato. Mondomarine ha un’offerta concentrata tra i 43 ed i 63 metri, principalmente in alluminio, dove proponiamo una linea classica e una explorer chiamata Discovery.
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