I controlli da eseguire prima di acquistare un’imbarcazione usata

Se un armatore non ha mai comprato un’imbarcazione, deve tenere in considerazione i molti aspetti da valutare e le verifiche da effettuare per la ricerca e l’acquisto di un’unità da diporto

Quali sono i principali interventi che deve eseguire un armatore prima dell’acquisto di un’imbarcazione usata a vela o a motore? Abbiamo intervistato Luigi Alzona, esperto del settore da oltre 25 anni grazie all’esperienza acquisita in ambito assicurativo come responsabile dello Yacht Department di un’importante società di brokeraggio e da alcuni anni consulente per armatori, in particolar modo per la gestione dei sinistri e delle riparazioni.

Se un armatore non ha mai comprato un’imbarcazione, deve tenere in considerazione i molti aspetti da valutare e le veriche da effettuare per la ricerca e l’acquisto di un’unità da diporto. Aspetti che possono essere anche molto complessi, soprattutto se non viene seguito un iter corretto. Se, invece, l’armatore ha già avuto un’imbarcazione e ha intenzione di sostituirla, già in occasione della precedente compravendita avrà capito quante insidie possono celarsi nella scelta di un’imbarcazione usata.

I principali step che un armatore dovrebbe compiere prima dell’acquisto di un’imbarcazione usata che sia a vela o a motore, meglio se con l’aiuto di esperti come i periti navali, sono:

  1. l’analisi dell’olio del motore e del generatore
  2. la diagnostica del motore
  3. i controlli non distruttivi dello scafo
  4. il controllo dell’impianto elettrico e dell’elettronica di bordo
  5. il controllo dell’attrezzatura velica e in particolare del sartiame.

Ora esaminiamoli uno ad uno, in maniera sintetica, per capire bene la loro importanza.

Analisi dell’olio del motore e del generatore

Al termine della prova in mare, una volta rientrati all’ormeggio, si dovrà prelevare un campione di olio dal motore (o dai motori), che dovrà essere poi versato in un apposito contenitore per essere analizzato in un laboratorio specializzato. Nell’arco di pochi giorni il laboratorio dovrà rilasciare un report con i risultati delle analisi relativamente a:

  • lo stato del lubrificante – considerazioni specifiche sullo stato dell’olio (se sostituirlo oppure no);
  • il livello di contaminazione – contaminazione dell’olio (presenza di carburante, cloruri, metalli o altri contaminanti);
  • lo stato interno del motore – sulla base di quanto sopra riportato, l’analisi dell’olio ci può indicare se vi è presenza di gasolio. Ciò significa che con molta probabilità uno o più iniettori perdono e pertanto bisognerà sostituirli oppure rettificarli. Nel caso in cui si dovessero trovare dei metalli bianchi, ci troveremmo invece davanti ad un’anomala usura dei cuscinetti di banco, che comporterebbe lo sbarco del motore e il suo trasferimento in officina, con ingenti costi.

Diagnostica del motore

Le verifiche devono essere eseguite dal costruttore del motore (o dei motori) oppure da un’officina autorizzata, per valutare il regolare funzionamento del motore in base ai parametri di riferimento stabiliti dalla casa costruttrice. Per un motore di nuova generazione (anni 2000), grazie alla diagnostica elettronica sarà possibile estrapolare i parametri di funzionamento. Attraverso la lettura di questi dati si potrà accertare se nel corso della sua vita precedente si siano attivati tutta una serie di allarmi, per capire come è stato utilizzato dai precedenti proprietari.

 

Controlli non distruttivi dello scafo

Per questo step si raccomanda di rivolgersi a ditte altamente specializzate e qualificate, in grado di utilizzare strumenti di ultima generazione. Gli ultrasuoni vengono eseguiti sugli scafi in vetroresina, in carbonio kevlar o in acciaio e alluminio ma non in legno. Per questi ultimi potranno essere eseguiti un controllo visivo effettuato da persone molto esperte (es. maestri d’ascia) e una verifica del livello di umidità delle strutture.

Le analisi eseguite con gli ultrasuoni dovranno rilevare:

  • la presenza di eventuali delaminazioni del materiale (distacco tra gli strati di fibre che crea un indebolimento della struttura);
  • il corretto incollaggio delle strutture dello scafo;
  • la presenza di vuoti tra le fibre;
  • l’uniformità della stratificazione delle fibre;
  • lo spessore dello scafo e delle strutture rispetto a quelle originali;
  • l’eventuale presenza di umidità (acqua) nella laminazione (che potrà essere verificata con uno strumento specifico, l’igrometro).

L’ultimo punto è particolarmente importante perché se dovessero presentarsi delle infiltrazioni d’acqua, si potrebbe verificare una delaminazione e quindi un indebolimento delle strutture o, peggio ancora, l’osmosi. Eseguendo i controlli non distruttivi dello scafo, ovviamente con l’imbarcazione a terra, si avrà un quadro completo delle condizioni in cui versano lo scafo e le strutture, oltre a scoprire altri eventuali danni subiti in passato, come ad esempio l’urto contro un basso fondale o contro un corpo semisommerso.

Per quanto riguarda gli scafi in acciaio e alluminio si procederà ugualmente con gli ultrasuoni per verificare lo spessore delle lamiere e delle strutture e accertare che le stesse siano rimaste inalterate rispetto a quelle originali. In caso contrario si dovrà procedere con degli intarsi per la loro sostituzione.

Controllo dell’impianto elettrico e dell’elettronica di bordo

L’impianto elettrico e tutte le apparecchiature elettroniche ad esso collegate sono elementi essenziali a bordo di un’imbarcazione, per cui i tecnici che eseguiranno il sopralluogo dovranno essere dei professionisti, in modo da accertare che l’impianto sia stato costruito a regola d’arte e che possa durare nel tempo. I principali interventi che dovranno essere effettuati sono:

  • la verifica generale dell’impianto elettrico e delle apparecchiature elettroniche presenti a bordo, con particolare attenzione alla corretta installazione e tipologia dei cavi utilizzati;
  • l’analisi della qualità del segnale e, nel caso di eventuali problemi riscontrati, accertamento se dipendano dalle apparecchiature oppure dai cavi di collegamento;
  • la verifica dei locali dove è installato l’impianto elettrico, che dovranno essere ben ventilati per evitare alte temperature che possano generare pericoli di incendio;
  • l’accertamento che tutte le apparecchiature elettroniche siano adeguatamente protette da fenomeni elettrici quali la caduta di fulmini e il relativo campo elettromagnetico;
  • l’analisi della distribuzione della corrente di bordo tra le varie apparecchiature in modo da evitare dei surriscaldamenti che possano causare degli incendi;
  • l’analisi del funzionamento di tutto ciò che riguarda gli apparati Hi-Fi, TV, antenne, decoder, ecc.

Da segnalare che generalmente un tecnico specializzato (elettricista) preferisce sostituire un’apparecchiatura piuttosto che ripararla, sia per risparmiare tempo che per evitare impreviste complicazioni qualora dovesse intervenire per una riparazione da eseguirsi in garanzia. Questo, però, comporterà un maggior costo per l’armatore. Quindi, già in occasione della visita preliminare, sarà bene accertare se l’impianto elettrico sia stato installato a regola d’arte con materiali affidabili.

Controllo dell’attrezzatura velica e in particolare del sartiame

L’ultimo punto che andiamo ad analizzare è dedicato esclusivamente alle imbarcazioni da diporto a vela “non competitive”, ovvero che non partecipano a regate veliche. Anche qui l’attività di controllo dovrà essere eseguita da tecnici specializzati, riggers in primis, per un controllo visivo di tutta l’attrezzatura velica (albero, crocette, boma, manovre fisse e correnti), incluse le lande, che generalmente non vengono mai prese in considerazione, anche se il loro stato di conservazione è di vitale importanza.

Le principali verifiche che dovranno essere eseguite sono:

  • ogni 4-5 anni bisogna disalberare, smontare il sartiame e controllare le parti in acciaio ad alto carico, le pulegge, i perni e gli attacchi. Si consiglia di chiedere al venditore in che anno è stata eseguita questa operazione;
  • il controllo del piede dell’albero;
  • il controllo di tutta la ferramenta per accertare che non ci sia corrosione;
  • il controllo di eventuali infiltrazioni nelle zone attorno alle lande che possono aver causato la loro corrosione;
  • il controllo di tutto il sartiame e in particolare dei loro terminali, per accertare che non ci siano cricche, deformazioni, ossidazioni e/o corrosioni. Diverso è se ci troviamo con un sartiame in carbonio: in quel caso bisognerà fare le dovute verifiche seguendo le linee guida del costruttore.

Il sartiame dovrebbe essere smontato e controllato ogni 4-5 anni e dopo circa 16 anni sostituito. Naturalmente questi tempi sono indicativi: tutto dipende da come un sartiame ha lavorato negli anni. Sarebbe comunque buona cosa non prolungare oltre i 16 anni le operazioni descritte, in quanto, invecchiando, il materiale cambia la sua struttura e può rompersi anche improvvisamente.

Per gli alberi in alluminio di età superiore ai 20 anni, bisogna considerare che il periodo di utilizzo è arrivato all’80% della loro vita. Ovviamente, molto dipenderà dallo stato di ossidazione, da come è stato adoperato e dalla manutenzione eseguita negli anni. Infatti, l’alluminio non è stabile dal punto di vista metallurgico in ambiente marino e tutto questo, con l’andar degli anni, può dare complicazioni, oltre a ridurne la vita.

I controlli eseguiti dal rigger sono di vitale importanza e pertanto dovranno essere scadenzati per la sicurezza dell’imbarcazione durante la navigazione, oltre che per le persone che si trovano a bordo.

Per concludere una raccomandazione: è importante affidarsi sempre a persone che abbiano esperienze nel settore nautico, con la garanzia che a loro volta si avvarranno del supporto di ditte specializzate per effettuare tutte le verifiche e i controlli elencati.

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