Boom di incidenti nautici nell’estate 2022: ecco il motivo

Come mai così tanti sinistri quest’anno? Abbiamo intervistato Luigi Alzona, esperto del settore assicurativo yacht

20 October 2022 | di Redazione Daily Nautica

Quest’estate gli incidenti denunciati nel mondo dello yachting sono stati davvero tanti e molti sono finiti nelle prime pagine dei quotidiani nazionali. Oltre alla piccola nautica, sono numerosi anche i megayacht coinvolti in sinistri, finiti anche in perdite totali.

Noi di Daily Nautica, per capire le possibili cause di questo boom di incidenti, abbiamo intervistato Luigi Alzona, esperto del settore assicurativo yacht, responsabile per vent’anni dello Yacht Dpt. della società di brokeraggio Cambiaso Risso Marine e da alcuni anni consulente yacht per armatori, in particolar modo per quanto riguarda la gestione sinistri.

Come mai così tanti sinistri quest’anno? Una casualità o ci dovremo abituare?

E’ fuori di dubbio che i recenti avvenimenti meteorologici sono conseguenza del cambiamento climatico in atto, con il quale dovremo purtroppo convivere facendo sempre più attenzione all’imprevedibilità o alla violenza di certi eventi. Le vacanze di molti diportisti nel Mar Mediterraneo, e in particolare nel Mar Ligure e nel Mar Tirreno, quest’anno sono state fortemente condizionate da eventi temporaleschi intensi e trombe marine che hanno causato anche la perdita totale di diverse imbarcazioni. Nel caso di questi fenomeni climatici molto repentini, bisogna avere la prontezza di prendere delle decisioni immediate consultando le immagini dei radar in tempo reale, anche semplicemente utilizzando uno smartphone. Bisogna sapere che esistono queste applicazioni ed usarle con metodo.

Costi e tempi di intervento sono lievitati. Come mai?

Dobbiamo partire dal presupposto che oggi uno yacht a vela o a motore, che sia un’imbarcazione o una nave da diporto, è un prodotto assai più complesso di quanto non lo fosse anni fa. L’elettronica, ad esempio, ha certamente “facilitato” la navigazione ma è delicata e soprattutto richiede interventi tecnici di personale altamente specializzato, così come li richiede la domotica di bordo. Negli ultimi anni, inoltre, c’è stata una forte domanda nel settore, accompagnata da esigenze sempre più “spinte” che hanno portato i cantieri costruttori ad esasperare il comfort a bordo e a realizzare yacht sempre più sofisticati sia dal punto di vista tecnologico che da quello estetico, che obbligano a sfruttare al massimo tutti gli spazi disponibili.

In alcune imbarcazioni la sala macchine è così compatta che a volte si fa quasi fatica a riconoscere i motori principali. Ne deriva che gli interventi di manutenzione e riparazione sono sempre più complessi, a causa anche della attuale difficoltà nel reperire le parti da sostituire e del tempo necessario per eseguire la riparazione a regola d’arte. Basti pensare che oggi un danno ad un invertitore, cosa che potrebbe capitare ad inizio estate prendendo semplicemente un cavo nell’elica, potrebbe compromettere la stagione estiva, se non addirittura farla perdere.

Altri casi sempre più frequenti sono gli incendi a bordo di yacht, principalmente a motore, presso il cantiere costruttore, quando sono in corso di consegna o quando si trovano all’ormeggio o in rada. In questi casi spesso le cause vengono attribuite ad un corto circuito oppure alle esplosioni di batterie di nuova concezione. Questa tipologia di danni, rispetto al passato, costringe gli armatori a sostenere inevitabilmente costi elevati per riparare o sostituire le parti danneggiate, che richiedono moltissime ore di manodopera, in quanto ci troviamo di fronte a costruzioni complesse da ogni punto di vista. Per non parlare poi delle verniciature degli scafi (opera morta), che sono una delle spine nel fianco degli armatori, nonché dei loro assicuratori.

C’è qualcosa che si può fare a livello preventivo?

Per prevenire situazioni spiacevoli ed impreviste, ritengo che l’unica strada per un armatore, sia che si tratti di imbarcazione o nave da diporto, sia fare un’attenta valutazione su a chi affidare il proprio bene. Il consulente armatoriale dovrà essere, ovviamente, una persona con un background di conoscenze a 360°, essendo il mondo della nautica molto variegato e richiedendo competenze gestionali, tecniche e organizzative non di poco conto. Il problema sta nel saperlo riconoscere. In particolare, il consulente avrà un ruolo molto importante nella scelta del cantiere dove verranno eseguite le manutenzioni oppure i lavori di riparazione a seguito di un danno, per la cui valutazione dovrà confrontarsi con il perito degli assicuratori per ottenerne il risarcimento.

Va da sé che il consulente, in caso di situazioni particolari o qualora non disponesse delle competenze tecniche di valutazione necessarie, potrà avvalersi di professionisti esterni, i quali, grazie alla loro esperienza e preparazione, potranno affiancarlo per ottenere il miglior risultato possibile. Un esempio emblematico è la pitturazione dello scafo (opera morta), di cui solo un esperto in coating può valutare l’esito del ciclo completo di pitturazione. Altrettanto dicasi per altre situazioni dove è necessario l’intervento di tecnici specializzati.

Quali conseguenze ci possono essere dal punto di vista assicurativo?

Nel recente passato la maggioranza delle compagnie di assicurazione emetteva polizze Corpo & Macchina, includendo incendio, cattivo tempo e fulmini senza particolari restrizioni. Oggi non è più così a causa dei numerosi eventi accaduti negli ultimi 5 anni, uno su tutti la mareggiata che si è abbattuta sul Golfo del Tigullio nell’ottobre 2018, in cui c’è stata una strage di yacht anche di altissimo valore che ha portato alcune compagnie a chiudere il ramo yacht a seguito delle ingenti perdite. Non da meno sono stati i danni derivanti dagli incendi e dalla caduta dei fulmini, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. In conseguenza di ciò gli assicuratori hanno provveduto a tutelarsi applicando franchigie e/o scoperti oppure apportando modifiche alle clausole.

Luigi Alzona

Nella sua esperienza quanto ha pesato essere stato responsabile Yacht Dpt. di una primaria società di brokeraggio?

E’ stato determinante, perché l’esperienza maturata nello Yacht Dpt. non si è limitata agli aspetti assicurativi ma, ruotando intorno al mondo dello yachting, mi ha permesso di comprendere tutte le attività collaterali, studiate per dare al cliente un’alta qualità nel servizio offerto. Questo approccio é quello che oggi, in veste di consulente, mi permette di dialogare con cognizione di causa sia con l’armatore che con il perito degli assicuratori.

D’altronde chi acquista uno yacht da milioni di euro non può affidarsi al fato. Ecco allora che, in caso di incidente nautico, la prima cosa da avere è un vademecum con le regole auree da seguire, in primis il numero di cellulare della persona di fiducia a cui rivolgersi, anche nei giorni festivi. Questo è un punto in più ad integrazione di un biglietto da visita, mi sento di dire, già di enorme spendibilità. Flessibilità, efficienza, competenza e tempestività sono la ‘cassetta degli attrezzi’ di chi lavora nel mondo dello yachting.

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